giovedì 8 settembre 2011

Gli ordini di Francesco II° di Borbone-Due Sicilie contro Garibaldi.



Gli ordini di Francesco II° :



n.741 - Ministero e Real Segreteria di Stato della Guerra
Al Signore
Signor Maresciallo di Campo
Commendatore D. Tommaso de Clary
Messina
Sua Maestà il Re N.S. nello affidarle il Comando della Divisione in Messina ha creduto
di darle un segnalato attestato della considerazione in cui La tiene e mi à ingiunto di
esternarle la Sua Sovrana volontà sul modo come regolarsi nella importante
commissione che resta a Sua cura di disimpegnare.
Ella assumerà il Comando Superiore delle Truppe e de’ Forti della Guarnigione di
Messina e della Provincia e Piazza, quando non venga destinato un altro Comandante
di questa. In conseguenza, fino a che vi sarà il Signor Maresciallo di Campo per
quanto riguarda il Servizio, la disciplina della Piazza stessa.
L’attuale forza non essendo da tanto di poter estendere il suo raggio di operazione
per quanto si dovrebbe, curerà di tener concentrata la Truppa sempre
nell’anriguardo della Cittadella tenendo per fermo che non dovrà ritirarsi in essa,
che quando forze cotanto superiori avessero preso il disopra e non restasse altro
mezzo di difendere la Città.
Curerà che i Forti Castellanio e Gonzaga siano difesi sconvenevolmente e coadiuvino
le operazioni del Corpo principale, badando a smontare le Batterie che si potessero
costruire contro la Cittadella. A conseguir questo scopo si lascia a Lei di fissare le
istruzioni analoghe.
Potrà far costruire dal Genio quelle opere passeggere che crederà convenirsi ad
assicurare la difesa della Città, badando sempre che la Truppa non sia sorpresa e
che si abbia il tempo di dispiegarsi, quando gli avvenimenti fossero ripiegati dal
Corpo principale. In una parola le Truppe dovranno difendere la Città da
un’aggressione qualunque, e non rientrare alla Cittadella che quando la difesa sia
divenuta impossibile lo che non si suppone.
Quando saranno riunite forze maggiori Ella curerà di spaziare la Sua linea di
operazioni in proporzione dello aumento, tenendo fermo à principii di sopra stabiliti.
Allorché a Sua Maestà N.S. piacesse di far occupare la Provincia di Catania Ella vi
spedirà le forze che crederà sufficienti a tale operazione, ma per massima, non sarà
occupata Catania se pria non lo sarà Taormina ed il forte S. Alessio. La
comunicazione tra Catania e Messina dovrà esser sempre libera e piva di ostacoli.
Ella è autorizzata ad impiegare ogni mezzo non indecoroso ma bonario per la
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occupazione de’ vari punti. A Lei non manca tatto per ciò. Ella saprà conservare la
dignità dovuta, evitando lo spargimento di sangue, quando questo lo si possa fare,
senza compromettere la dignità Sovrana e l’onore delle Truppe.
Eviterà con tutt’ i mezzi che i soldati si lancino alle scorrerie, alle rapine, al
saccheggio, alla devastazione, quando questi mezzi non siano a Lei ordinati come
mezzi di punizione, quando per altro non dovrà usare che dopo aver esauriti tutti gli
altri e questi fossero riusciti insufficienti.
Procurerà che i prigionieri siano rispettati, lasciando il giudizio sul loro conto a Lei.
In una parola, la Truppa ove passi o faccia dimora, quando anche avesse dovuto far
uso delle armi, dovrà lasciar desiderio di se dovendo porgere ognuno nel soldato
l’individuo preposto alla tutela dell’ordine. Sarà severo co’ trasgressori, siino
uffiziali, siano soldati, convocando all’uopo né casi estremi Consiglio di Guerra
subitaneo, e facendo eseguire la sentenza, acciò la punizione istantanea, dopo il
commesso delitto sia esempio agli altri che potessero pensare a delinquere.
Potrà formare delle guerriglie, atte ad agire nella campagna, con i modi che Ella
prescriverà, ed all’oggetto invierà a me le istruzioni che avrà date ai Capi di queste
masse, comprendendovi gli appuntamenti giornalieri per ciascuno, il servizio a
prestare e le norme per l’arruolamento. Farsi uso de’ mezzi che crederà convenevoli
per tenere dei fondi a disposizione pel mantenimento di tali squadriglie, badando a
non mettere imposte su gl’individui sibbene su comuni, facendosi fare dichiarazione
delle somme che riceverà. Ovunque potrà ristabilire l’ordine che i Funzionari
Amministrativi, come Sindaci, Eletti, Decurioni si rimettano nello esercizio senza
indugio. All’uopo, quando potrà, darà conoscenza agl’Intendenti locali ed a questo
Real Ministero, per sottometterlo a Sua Maestà (D.G.).
A Catania, né Capiluoghi di Distretti, ove non esiste Guardia Urbana, potrà formarne
una, badando al personale, al morale di essi ed agli Uffiziali soprattutto, affinchè
siino animati da vero attaccamento alla Real Persona ed all’ordine. Ella però dopo
l’occupazione della Città di Catania, formolerà un progetto da sottomettersi alla
Sovrana sanzione, ed in un tutto sia preveduto, che la possa assicurare l’ottima
organizzazione all’importante servizio che deve prestare questa Guardia Cittadina.
Per le Compagnie d’Arme fermo rimanendo alla loro istituzione si regolerà in modo
che quando si dovessero riunire siino de’ Militari senza essere obbligati alla severa
militare disciplina. Tale operazione esige molta accuratezza, e si lascia al suo saper
fare. I Compagni d’Arme rendono degli utili servizi, ma la loro composizione talvolta
mostra chiaro che àn bisogno di disciplina ed istruzione.
Ella proporrà i mezzi perché siano più utili che per lo passato e che col loro convegno
ne impongano più che la loro forza materiale.
Ove la rioccupazione della Provincia seguisse bonariamente e senza spargimento di
sangue, Sua Maestà il Re D.G. vuole ch’ella faccia abolire il dazio sul macinato dando
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conto di tale disposizione. Vuole la Maestà del Re che in questo caso Ella conceda nel
Real Nome l’amnistia a quegl’individui che si fossero compromessi per la
insurrezione, ma che rientrino all’ordine, quante volte non si fossero macchiati di
delitti o misfatti comuni.
S’intende bene che queste istruzioni generali non l’obbligano a stare perfettamente
alla lettera a quanto sta scritto, dovendo Ella regolar le Sue operazioni sulle
circostanze che Le si parano innanzi, tenendo fermo allo scopo, cioè che le
Popolazioni rientrino sotto la legittima Sovrana Autorità, e che i Sudditi non ribelli
siino rispettati, come rispettate le proprietà.
Baderà a non prendere collisioni coi Consoli Esteri, ma se il caso menasse a qualche
controversia, baderà a renderne conto a questo Real Ministero, che saprà a chi
doversi dirigere per eliminare il progresso di cose che debbono finire sul loro
nascere, quante volte però la Dignità Sovrana non sia compromessa e si conservi in
tutta la estensione del significato.
Infine Signor Maresciallo di Campo, Sua Maestà il Re D.G. è intimamente persuasa
che Ella porrà tutto in opera per riuscire nel geloso incarico affidatole, ed io facendo
seguito a quanto ho in varii rincontri esternato che col suo zelo, attaccamento,
attività e soprattutto modi convenevoli alle circostanze, saprà tutelar l’ordine e far
ritornare il bel Paese sul quale dovrà agire, alla dovuta obbedienza pel legittimo
Padrone in modo duraturo e con basi che si sono deplorati sin qui.
Napoli 19 Giugno 1860
Il Tenente Generale Ministro della Guerra F. Winspeare.


Una foto del Tenente Generale Ministro della Guerra F. Winspeare.