sabato 10 settembre 2011

Mentre il cannone era per tuonare,nell'aprile del 1859 il Papa Pio IX° si rivolgeva a Dio colla preghiera, invitandovi i fedeli colla seguente Enciclica.

Papa Pio IX°  papa della Chiesa cattolica(1846-1878).

LETTERA ENCICLICA
della Santità di Nostro Signore, per Divina Provvidenza Papa Pio IX, a tutti i Patriarchi, Primati Arcivescovi, Vescovi ed altri Ordinarii aventi grazia e comunione colla Sede Apostolica.
PIO PAPA NONO.
Venerabili Fratelli, salute ed Apostolica Benedizione:
Mentre la santa Madre Chiesa, in questi sacri e festivi giorni, celebrando per tutto il mondo, con grande gioia, l’anniversaria solennità delle feste Pasquali, richiama alla memoria di tutti i suoi fedeli le lietissime parole di quella soavissima pace che l’Unigenito figliuolo di Dio, Gesù Cristo Signor Nostro, vinta la morte ed abbattuta la tirannide del Demonio, risorgendo annunziò frequentemente ed amorevolissimamente ai suoi Apostoli e discepoli; ecco innalzarsi e agli orecchi di tutti risuonare un tristissimo clamore di guerra, eccitatasi tra popoli cattolici. Noi dunque, i quali, benché immeritevoli, siamo in terra Vicario di Colui che, nascendo dalla Vergine Immacolata, annunziò per mezzo degli angeli suoi la pace agli uomini di buona volontà, e risorgendo dalla morte ed ascendendo al cielo per sedere alla destra del Padre, lasciò la pace ai suoi discepoli; per la singolare e affatto paterna carità e sollecitudine che nutriamo verso i popoli, specialmente cattolici, non possiamo non gridare pace, ed inculcando a tutti, colla massima contenzione dell’animo nostro, le stesse parole del Divino Nostro Salvatore, non ripetere senza intermissione: Pace a voi, pace a voi! E con queste parole di pace amorevolissimamente ci rivolgiamo a Voi che siete chiamati a parte della nostra sollecitudine, affinché, secondo la vostra esimia pietà, eccitiate con ogni cura e studio i fedeli commessi alla vostra vigilanza a pregare Dio Ottimo Massimo che voglia concedere a tutti la desideratissima sua pace. Per questa cagione noi, secondo il pastorale Nostro dovere, non abbiamo lasciato di ordinare che in tutti gli Stati Nostri Pontificî si offrano pubbliche preghiere al clementissimo Padre delle misericordie. E, seguendo gl’illustri esempî de’ Nostri predecessori, abbiamo stabilito di rivolgerci alle preghiere vostre, e di tutta la Chiesa. Pertanto con queste Nostre Lettere vi chiediamo, o venerabili Fratelli, che, secondo l’esimia vostra religione, vogliate ordinare quanto prima pubbliche preghiere nelle vostre diocesi, colle quali i fedeli a Voi commessi, implorato il potentissimo patrocinio dell’Immacolata e Santissima Madre di Dio Vergine Maria, caldamente preghino e supplichino Iddio ricco in misericordia perché, pei meriti dell’Unigenito Figliuolo suo Signor Nostro Gesù Cristo, allontanando da noi la sua indignazione, e togliendo le guerre fin dagli ultimi confini della terra, colla sua divina grazia illumini tutte le menti, e tutti i cuori infiammi dell’amor della pace cristiana, e faccia colla sua onnipotente forza che tutti, radicati e fondati nella fede e nella carità, osservino diligentissimamente i suoi santi comandamenti, chiedano con cuore umile e contrito il perdono de’ loro peccati, e declinando dal male e facendo il bene camminino per le vie della giustizia, ed abbiano ed esercitino fra sé vicendevole e continua carità, e conseguiscono così, con Dio, con sé stessi e con tutti gli uomini la pace salutare. Non dubitiamo, Venerabili Fratelli, che Voi, secondo la vostra provata osservanza verso Noi e quest’Apostolica Sede, non siate per compiere diligentissimamente questi Nostri desiderî. E perché i fedeli con più ardente calore e più ampio frutto instino nelle preghiere che voi ordinerete, credemmo dovere aprire e largire i tesori dei doni celesti di cui l’Altissimo ci diede la dispensazione. Perciò concediamo ai fedeli l’Indulgenza di trecento giorni, nella forma consueta della Chiesa, da lucrarsi quante volte essi assisteranno devotamente alle dette preghiere e le avranno recitate. Inoltre durante il tempo di quelle preci, concediamo ai fedeli l’Indulgenza plenaria da lucrarsi soltanto una volta al mese, in quel giorno in cui essi ben confessati e comunicati avranno visitato devotamente qualche Chiesa e vi avranno pregato allo stesso fine. Finalmente nulla ci è più grato che di servirci anche di quest’occasione per di nuovo assicurarvi di quella speciale benevolenza che portiamo a voi tutti, o Venerabili Fratelli. Della quale vi sia anche pegno l’Apostolica Benedizione, che dell’intimo del cuore amantissimamente compartiamo a Voi, Venerabili Fratelli, e a tutti i Chierici e Laici alla vostra cura commessi.
Dato a Roma presso S. Pietro, il dì 27 di Aprile dell’anno 1859; 
l’anno decimo terzo del nostro Pontificato.