venerdì 27 gennaio 2012

Un libro smaschera la truffa autoritaria ed antidemocratica del Risorgimento:11/12 marzo 1860 : 140 anni fa i plebisciti truffa d’ annessione


I plebisciti di annessione alla Monarchia Sabauda, svolti nei territori del Ducato di Parma e Piacenza, del Ducato di Modena e Reggio , nelle legazioni Pontificie della Romagna e nel Granducato di Toscana, l'11 e 12 marzo 1860, furuno una truffa in pieno stile.Cosi' come truffaldini (oggi li chiamerebbero "bulgari" o "mussoliniani") lo furono quelli organizzati nelle Due Sicilie,nelle Marche,in Umbria nei mesi seguenti e nel Veneto nel 1866. A sostenere con forza questa tesi, nel libro "L'invenzione dell' Italia Unita" (Sansoni Editore, Milano 199 pg.504), e' il professor Roberto Martucci, professore ordinario di Storia delle istituzioni politiche presso l' Universita' di Macerata.Martucci originario di Lecce e residente a Bologna, e' anche il direttore del Laboratiorio di storia costituzionale "Antoine Barnave" presso l'Ateneo di Macerata.Nel suo libro, l’autore compie una disamina molto obbiettiva di quella che lui chiama "operazione politico-militare che nell'arco di soli venti mesi trasforma una penisola frammentata in piu' Stati di dimensione Regione o Provinciale, divisa linguisticamente in una decina di aree fortemente disomogenee, nel Regno d'Italia".Il testo di Martucci, non puo' certamente accusato di avere visioni di "nostalgia reazionaria" per monarchie assolute, Papi-Re, oppure di essere confuso con la retorica e demagogia xenofoba di Umberto Bossi e Mario Borghezio.Al contrario, prendendo spunto dai Carteggi Cavour, l'autore analizza correttamente le cose, "dando a Cesare Quel che e' di Cesare", facendo emergere particolari storici ,che la retorica risorgimentale e nazionalista ha seppellito dal 1860 in poi, sotto un mare di censure.Una retorica risorgimentalista nel segno dello Stato-Nazione, che ha visto come protagonisti negli anni, prima i monarchici liberali, poi i fascisti , da una certa fase della Resistenza anche i comunisti ex "internazionalisti" di Togliatti (che diedero l'ordine preciso di fermare ogni impulso federalista all'interno della Resistenza e del Cln e mandarono a morte, facendo la spia ai nazifasciti, il partigiano autonomista valdostano Emilie Chanoux ) ed infine dal dopoguerra, tutti i partiti Stato-Nazione della prima e "seconda" Repubblica.Cosi' emerge, che al momento del passaggio da un regime politico ad un altro, se da una parte Francesco V d'Este (al contrario di altri suoi predecessori ) ed i rappresentanti pontifici nelle legazioni di Bologna e Romagna non godevano certamente di un largo sostegno, per le politiche fortemente repressive degli ultimi anni ,dall'altra parte la popolazione era insensibile anche ai proclami definiti da Martucci "panitaliani" e non provava certo simpatia per i metodi polizieschi ed altrettanto autoritari dell’uomo di fiducia di Casa Savoia, il Farini. I reggenti del Ducato di Parma e Piacenza e Leopoldo II in Toscana, godevano invece ancora nel 1860 dell'appoggio e della stima della popolazione.L' 11 e 12 marzo 1860 " nei Ducati padani e nelle Legazioni - sostiene Martucci- fu offerta tra l'altro, una falsa alternativa tra annessione e "regno separato" che fu." solo apparente visto che la censura sulla stampa e lo scioglimento dei circoli di opposizione precostituivano un clima di consenso forzoso, ingentilito da distribuzioni gratuite di vino, ma anche irrobustito da qualche energico esempio (come l'assassinio del parmense Luigi Anviti nda) a spese di esponenti dei cessati regimi".Per non parlare dei rimedi presi dall'avvocato Camillo Casarini, della Societa' Nazionale di Bologna per azzerare "il rischio di prevedibili astensioni contadine"."I risultati attestano l'interventismo manipolatorio di Luigi Carlo Farini molto meglio di mille commenti, ma al tempo spesso, riducono drasticamente l'efficacia del voto in termini di spendibilita' politica" scrive Martucci che continua " la circostanza che su poco piu di mezzo milioni di chiamati alle urne, vi siano percentuali assolutamente irrisorie di voti nulli e voti di opposizione ( favorevoli ad un "regno separato" :756 lo 0,1% dei votanti!) finisce con rendere ininfluente politicamente questo voto, anche come mero sondaggio d'opinione".Su Luigi Carlo Farini, dittatore dei territori gia' Ducali e delle Legazioni ,ed autore dell'unificazione politica delle popolazione emiliane (cui sono dedicate Vie e piazze oggi in Emilia e Romagna e su tutto il territorio dello stato italiano) nel libro sono contentute ricostruzioni storiche e testimonianze dirette dell'epoca,in cui colui che organizzo' i plebisciti, appare molto piu’ simile ad uno dei personaggi della Tangentopoli dei giorni nostri che ad un eroe.Martucci parla di lui come di un "autoritario" , che "pose seri problemi" a Cavour.Un personaggio sul quale cadono pesanti ombre morali. Tanto che nelle Rivelazioni di Filippo Curletti ,che fu capo della polizia di Farini, si parla di episodi come le "manifestazioni popolari" in suo sostegno, non avevassero nulla di spontaneo (sempre gli stessi metodi…70 anni dopo ci fu chi si invento' persino le squadriglie di aeroplani che si muovevano da un aeroporto all'altro per essere ripresi dai Cinergionali Luce si chiamava Mussolini nda) .Per non parlare dell'episodio della fusione e sparizione del tesoro ducale e delle relative finanze da parte della moglie di Farini, Genevieffa Cassiani.Della cosa fu poi accusato naturalmente il Duca Francesco V d'Este.Nel 1860 Curletti, fu arrestato per reati comuni, ma come racconta il libro "pochi anni piu' tardi gli venne data l'opportunita' di fuggire, indizio evidente che il dossier in suo possesso gli garantivano l'impunita' ,scogliandole l'eventuale morte per causa accidentale'". Fu truffa, anche nei territori del Granducato di Toscana, "anche se in misura leggermente meno pesante che nei territori governati da Farini " , dove a testimoniare la truffa sono gli stessi diplomatici francesi che annotano le peripezie di Bettino Ricasoli: "pressioni irrestistibili,fa diventari unitari antichi partigiani del granduca,scioglie circoli, procede di tanto in tanto a degli arresti sostituisce gonfalonieri (sindai)…raccomandando di inquadrare militarmente gli elettori per far votare i campagnoli sotto il peso delle gerarchie cittadine".Secondo l'ambasciatore francese di allora Mosburg nel dispaccio del 5 marzo 1860 rileva che: "le popolazioni non saranno costrette nel vero senso del termine, ma il solo fatto che l'opposizione non abbia ne' organo ne' facolta di discutere, inficiera' sempre la sincerita' di questo voto".E cosi' anche la Toscana fu annessa con i metodi "democratici" del buon Ricasoli. Il 21 ottobre si svolse il plebiscito truffa nelle Due Sicilie(in 238 distretti elettorali su 292 nemmeno un voto contrario…ben 20 a Palermo su 36.000 votanti.Il tutto a conclusione dei massacri e delle pulizie etniche dell'esercito dei Savoia contro i "briganti".Una pulizia etnica , con tanto di campi di concentramento per i prigionieri delle Due Sicilie, mandati a morire di freddo sulle nostre Alpi e ancora moribondi o gia' cadaveri, buttati nella calce per viva per far perdere ogni traccia, come testimoniano diversi libri.Insomma gli stessi metodi utilizzati piu' avanti da gente come Hitler, Mussolini, Stalin, Tito, Pol Pot, Mao, fino ai Milosevic e compari dei giorni nostri. Il 4 novembre 1860, fu la volta dell'Umbria (268 voti contrari su 97.348 votanti…) e delle Marche (dove si registrarono 0 voti nulli!) .La prima tornata dei plebisciti farsa, si rilevaro’ un ottimo precedente per i futuri inganni in Veneto ed un ottimo esempio per il dittatore fascista Benito Mussolini che copio’ pari pari I metodi dei Savoia e dei plebiscisti di annessione per I suoi plebisciti fascisti (schede e urne separate, intimidazioni e violenze). A 140 anni esatti di distanza, agli occhi di qualsiasi cittadino democratico e realmente liberale (chi oggi non si definisce tale?) appare inaccettabile quello che accadde nel 1860 e poi nel 1866, come nei plebisciti del regime fascista.Eppure , I plebisciti fascisti vengono giustamente condannatim questi no , perche’ questo e' di fatto il fondamento giuridico e storico dell'Italia "una ed indivisibile" (pena la galera via articolo fascista del Codice Rocco).Una truffa!A questo punto l’unico rimedio e risarcimento morale e politico , e’ chiedere con forza (come minimo), che in ognuna delle Regioni e Comunita’ attualmente riconosciute, si possano svolgere REFERENDUM PER L’AUTOGOVERNO (autogoverno vero, non il decentramento chiamato falsamente federalismo che federalismo non e’…) sotto controllo internazionale .E poi trasformare gli Statuti Regionali in vere e proprie Costituzioni, con leggi esclusive.Inoltre andrebbe riconosciuto il sacrosanto diritto all’autodeterminazione pacifica e per via referendaria, perche’ nulla e’ eterno.Non lo e’ stato l’impero romano, non lo sono stati i Ducati e le Repubbliche, non lo sara’ lo stato italiano fondato tra l’altro su plebisciti truffa di stampo ‘mussoliniano –bulgaro’.E sara’ nemmeno eterna l’Unione Europea, che non sottopone alla volonta’ democratica dei cittadini le sue scelte politiche ed economiche (perche’ nello stato italiano non e’ stato organizzato un referendum sul Trattato di Maastricht o su quello di Amsterdam ad esempio ?).

Fonte: http://utenti.multimania.it/libertaemiliana/plebisciti.html.