mercoledì 21 marzo 2012

Carta francese del 1814

File:Louis18.jpg 
Luigi XVIII di Borbone-Francia (Versailles, 17 novembre 1755Parigi, 16 settembre 1824) re di Francia dal 1814 al 1824. Concesse la Carta Costituzionale nel 1814.

La Costituzione francese del 1814 era una costituzione ottriata (dal francese octroyée: concessa dal sovrano) da Luigi XVIII, fratello del Re martire Luigi XVI, appena restaurato sul trono di Francia.
Egli affermo:


« Noi abbiamo considerato che, benché l'autorità, tutta intiera, risiedesse in Francia nella persona del re, i [suoi] predecessori non hanno esitato a modificarne l'esercizio, assecondando le differenza delle epoche »
La frase " assecondando le differenza delle epoche " è la dimostrazione di come, il carattere eccessivamente accomodante di Luigi XVIII° , fosse condizionato dalla minaccia liberal-settaria e rivoluzionaria in modo eccessivo. Infatti i Re di Francia non hanno mai assecondato i capricci di chi che sia, ma è altrettanto vero che hanno servito sempre nell'interesse del popolo. Ciò nonostante la Carta del 1814 è l'unica Costituzione, a mio parere, post 89 degna di nota.


Gli Articoli 




La, soi-disant, 'Costituzione' è composta, oltre che dal Preambolo che ne è parte integrante, da 76 articoli, raggruppati in sette capitoli:

  • diritto pubblico dei francesi – art 1- 12
  • forme del governo del re – art 13 - 23
  • della Camera dei deputati dei dipartimenti – art 35 – 54 e 75 - 76
  • della Camera dei Pari – art 24 - 34
  • dei ministri – art 54 - 56
  • dell'ordine giudiziario – art 57 -67
  • diritti particolari garantiti dallo Stato – art 69 - 74

Diritto pubblico dei francesi 

Gli articoli da 1 a 12 possono essere divisi in sei blocchi, a regolare:
  • art 1-4 - privilegi di ordine e rango: l'abolizione definitiva degli antichi privilegi riguardo l'ordine di appartenenza (nobiltà, clero o stato), in generale, ma con specifica menzione degli obblighi fiscali, del diritto di ammissione agli impieghi pubblici (civili e militari), del diritto ad essere sottoposto unicamente alla legge dello Stato. Si tratta, in pratica, di tutte le questioni che avevano dato il via alla Grande Rivoluzione: la collocazione di testa degli articoli appare, perciò, estremamente significativa.
  • art 5-7 - religione: libertà di culto, proclamazione della Chiesa cattolica come religione nazionale, finanziamento statale del clero e dei ministri di culto.
  • art 9-10 - proprietà privata e beni nazionali: tutte le proprietà sono inviolabili (non la proprietà, ma tutte), compresi i beni nazionali; per l'avvenire lo Stato può espropriare, ma solo per causa di interesse pubblico largamente constatato, e previo pagamento di una indennità. Ergo, così come il clero viene stipendiato per compensare la Chiesa dalle espropriazioni rivoluzionarie, così anche gli emigrée non possono rivendicare le proprietà perdute.
  • art 12 - abolizione della coscrizione: abolizione della coscrizione universale e previsione di una nuova legge che avrebbe regolato il reclutamento.
  • art 11 - oblio della rivoluzione e dell'Impero: amnistia ed oblio riguardo ai fatti intervenuto nel corso della Rivoluzione e dell'Impero: tutte le indagini riguardo alle opinioni ed ai voti emessi sino alla restaurazione,sono vietate. Ciò vale tanto per i tribunali, quanto per i cittadini[18].
  • art 8 - libertà di stampa: i francesi hanno il diritto di pubblicare e di fare stampare le loro opinioni, conformandosi alle leggi che debbono reprimere gli abusi di tali libertà[19].

Forme del governo del re 

Gli articoli da 13 a 23 possono essere divisi in cinque blocchi, a regolare:
  • art 13-14 - potere esecutivo: la persona del re è inviolabile e sacra. I suoi ministri sono responsabili. Il potere (la potenza nel testo) esecutivo appartiene unicamente al sovrano. Il re è capo supremo dello Stato, comanda le forze di terra e di mare, dichiara la guerra, fa (non 'sottoscrive') i trattati di pace, d'alleanza e di commercio, nomina tutti gli impiegati della pubblica amministrazione e fa (non 'sottoscrive') i regolamenti e le ordinanza necessarie per l'esecuzione delle leggi .
  • art 15-16 & 46 - potere di iniziativa legislativa: la potenza legislativa si esercita collettivamente da parte del re, della Camera dei pari e della Camera dei deputati, il re propone la legge.
  • art 17-18 & 14 ultimo comma - potere legislativo: la proposta di legge è portata, secondo il gradimento del re, alla camera dei pari o alla camera dei deputati salvo le leggi concernenti le imposte, che debbono essere portate, prima, alla camera dei deputati.  Tutte le leggi debbono essere discusse e votate liberamente dalla maggioranza di ciascuna delle due camere.
  • art 19-21 - diritto di supplica: diritto di supplica al re, su qualunque argomento, compresi suggerimenti legislativi. Una previsione pensata per compensare la mancata attribuzione del diritto di iniziativa legislativa. Ma corretto da tre disposizioni perentorie: (i) esse debbono, prima, essere discusse nel comitato segreto, (ii) esse non potranno essere inviate (quindi 'presentate', 'discusse') prima di un termine di dieci giorni, (iii) se il re le respinge, esse non potranno essere discusse prima della successiva sessione parlamentare (ovvero alcuni mesi più tardi, visto che ne veniva convocata una all'anno).
  • art 22 - diritto di promulgazione: il re sanziona e promulga le leggi.
  • art 23 - l'appannaggio della corona: la lista civile è fissata per tutta la durata del regno, dalla assemblea della prima legislatura in carica al momento della incoronazione.

La Camera dei deputati dei dipartimenti

La Carta tratta prima la Camera dei pari, poi la Camera dei deputati, in base ad un criterio di 'rango'. Ma, per chiarezza del ragionamento, appare opportuno invertire tale ordine.
Gli articoli da 35 a 54 possono essere divisi in nove blocchi, a regolare:
  • art 35-36 & 41 - costituzione dei collegi elettorali: la Camera sarà composta dai deputati eletti nei collegi elettorali, ripartiti fra i dipartimenti secondo la distribuzione degli anni precedenti.
  • art 37 & 75-76 - sessioni elettorali: i deputati saranno eletti per cinque anni, e in maniera che la Camera sia rinnovata ogni anno per un quinto. I deputati dei dipartimenti di Francia[20] che sedevano nel Corpo legislativo in occasione del loro ultimo aggiornamento, continueranno a sedere alla Camera dei deputati sino a quando saranno rimpiazzati, deinde il primo rinnovo di un quinto della Camera dei deputati avrà luogo al più tardi nell'anno 1816, secondo l'ordine stabilito fra le serie[21].
  • art 42 & 38-39 - elettorato passivo: gli eletti dovevano avere almeno 40 anni e pagare imposte dirette per almeno 1'000 franchi. Nel caso in cui in un dipartimento non vi fossero almeno 50 soggetti rispondenti ai criteri, la lista si sarebbe estesa verso il basso, sino a raggiungere il numero di 50. Il rischio di vedere eletti dei sovversivi era ulteriormente ridotto dall'obbligo di eleggere almeno metà dei deputati fra soggetti residenti nel dipartimento.
  • art 40 - elettorato attivo: gli elettori dovevano avere almeno 30 anni e pagare imposte dirette per almeno 300 franchi. Una disposizione decisamente normale per l'epoca, i cui effetti sulla fedeltà della Camera potrebbero essersi rivelati addirittura controproducenti per la corona, tenuto conto che la sua 'base elettorale' era concentrata nelle province e nelle campagne, per loronatura più povere.
  • art 50 - sessioni parlamentari: il re convoca ogni anno le due Camere.
  • art 43-46 - lavori parlamentari: le sedute sono pubbliche; la camera si divide in due commissioni, che discutono i progetti di legge, o i successivi emendamenti, tutti presentati dal re; ovvero gli emendamenti presentati da deputati e già acconsentiti dal re. Dopodiché il voto è a maggioranza della camera, come da art. 17-18. La Camera votava non uno ma cinque candidati alla propria presidenza, e della cinquina il re determinava il prescelto; basta che appena cinque deputati ne facciano richiesta, e la camera si costituisce in comitato segreto (comité secret).
  • art 47-49 - leggi fiscali: nessuna imposta può essere stabilita o raccolta, senza previo consenso delle due camere, le relative proposte non possono essere discusse dalla Camera dei pari se, prima, non sono state approvate dalla Camera dei deputati: l'imposta fondiaria non può essere votata che per un anno. Le imposte dirette possono esserlo per più anni.
  • art 51-52 - inviolabilità dei deputati: alcuna costrizione corporale,un duello, ad esempio, può essere esercitata su un membro della Camera, né alcun membro della Camera può … essere perseguito od arrestato in base alla legge criminale, salvo che venga colto in flagrante.
  • art 53 - Cahiers de doléances: tutte le petizioni all'una od all'altra Camera non possono essere fatte o presentate che per iscritto. La legge vieta di presentarne di persona.

La Camera dei Pari 

Gli articoli da 24 a 34 possono essere divisi in sei blocchi, a regolare:
  • art 24 - potere legislativo: già il fondamentale art. 15, sopra richiamato, introduceva il concetto fondamentale: il potere legislativo è esercito collettivamente dal re, dalla Camera dei Pari e dalla Camera dei deputati.  La Camera dei pari è una parte essenziale della potenza legislativa.
  • art 25-26 - sessioni parlamentari: la Camera è convocata dal re contemporaneamente alla Camera dei deputati. Le due sessioni cominciano e terminano insieme. Se riunita senza convocazione del re o fuori sessione saranno illecite e nulle.
  • art 27-31 - nomina: La nomina dei pari appartiene al re, benché sin da ora si stabilisca come i membri della famiglia reale ed i principi di sangue sono pari per diritto di nascita. I principi, tuttavia, non possono partecipare alle sedute che per ordine del re dato sessione per sessione.
  • art 29 & 32 - lavori parlamentari: la Camera è presieduta dal cancelliere di Francia[22], o da altro indicato dal re, tutte le deliberazioni della Camera sono segrete. Si tratta di due disposizioni chiaramente ridondanti, che lasciano trasparire un, comprensibile, difetto di esperienza costituzionale dai parte dei redattori della carta.
  • art 33 - crimini speciali: la Camera dei pari conosce dei crimini di alto tradimento ed attentato alla sicurezza dello Stato, che saranno definiti dalle legge.
  • art 34 - inviolabilità dei deputati: nessun pari può essere arrestato che per ordine della Camera, che lo giudica in materia di legge criminale.

I ministri 

Gli articoli da 54 a 56 possono essere divisi in due blocchi, a regolare:
  • art 54 - ministri e deputati: i ministri sono membri di una delle due Camere, le quali, comunque, danno loro udienza, quando essi lo richiedono. Tale 'vincolo di seggio' per la scelta dei ministri descrive la strategicità della Camera dei pari nella strategia generale della monarchia: il re nominava 'Pari' chi riteneva, in un futuro più o meno prossimo, possibile candidato al ministero. Fu il caso, ad esempio del Richelieu, pari di Francia nel 1814 e primo ministro nel 1815. Mentre il Villèle, inizialmente assai meno gradito alla corte, dovette farsi strada con l'elezione alla Camera dei deputati.
  • art 55-56 - processo ai ministri: la Camera dei deputati ha il diritto di accusare i ministri, e di tradurli davanti la Camera dei pari che ha unicamente il diritto di giudicarli[23]. I ministri non possono essere accusati che per fatto di tradimento o concussione. Delle leggi particolari specificheranno questa natura dei delitti, e ne determineranno il perseguitmento[24].

L'ordine giudiziario 

Gli articoli da 57 a 67 possono essere divisi in sette blocchi, a regolare:
  • art 57 - potere giudiziario: ogni giustizia emana dal re. Essa viene amministrata in suo nome da giudici che egli nomina e che egli istituisce.
  • art 58 - inamovibilità: i giudici nominati dal re sono inamovibili.
  • art 62-63 - giudice naturale: nessuno potrà essere sottratto al suo giudice naturale, in conseguenza, non potranno essere create delle commissioni e dei tribunali straordinari.
  • art 59-61 & 64-65 & 68- mantenimento dell'ordine giudiziario napoleonico: le corti ed i tribunali attualmente esistenti sono mantenuti, l'istituzione attuale dei giudici di commercio è conservata, idem per i giudici di pace (questi ultimi non … inamovibili). Ugualmente è conservata l'istituzione dei giurati, il Codice civile e le leggi esistenti che non in contrasto con la presente Carta. I dibattiti saranno pubblici in materia criminale, a meno che tale pubblicità non sia pericolosa per l'ordine pubblico o i costumi.
  • art 63 - corti prevotali: Tuttavia gli articoli precedenti prevedono che le corti ed i tribunali attualmente esistenti e l'istituzione dei giurati e il codice civile possano essere modificati con una nuova legge. E l'art 63 precedente disponeva esplicitamente che dal divieto di commissioni e dei tribunali straordinari è esplicitamente escluso un particolare tipo di tribunale: le giurisdizioni prevotali, se il loro ristabilimento viene giudicato necessario.
  • art 66 - abolizione della confisca: La pena della confisca dei beni è abolita e non potrà essere ristabilita, a rafforzare la inviolabilità di tutte le proprietà, di cui agli art 9-10.
  • art 67 - potere di grazia: Il re a il diritto di fare grazia, e quello di commutare le pene.

Diritti particolari garantiti dallo Stato 

Gli articoli da 69 a 74 possono essere divisi in due blocchi, a regolare:
  • Vengono, qui, regolate altre questioni attinenti alla trasmissione dei poteri fra l'Impero e la Restaurazione.
    • art 69 - militari: ufficiali e soldati in servizio, in pensione e le vedove conserveranno gradi, onori e pensioni.
    • art 70 - debito pubblico: il debito pubblico è garantito. Ogni specie di impegno assunto dallo Stato von i suoi creditori è inviolabile.
    • art 71 - nobilità: la nobiltà antica riprende i suoi titoli. La nuova conserva i suoi. I re fa nobili a volontà; ma non accorda loto che dei ranghi e degli onori, senza alcuna esenzione dei carichi e dei doveri della società. Si ribadisce qui l'abolizione dei privilegi di ordine e rango, con cui debutta la Carta, agli art. 1-4.
    • art 72 - legion d'onore: la legion d'onore è mantenuta, Il re determinerà i regolamenti e la decorazione.
    • art 73 - colonie: le colonie saranno rette da leggi e regolamenti particolari.
  • art 74 - giuramento del re: il re ed i suoi successori giureranno, nella solennità del loro sacro, di osservare fedelmente la presente Carta costituzionale. Da notare il 'giureranno', tanto che Luigi firma ('signé Louis'), non giura.
 NOTA BENE:

La Carta del 1814 fu soggetta ha revisioni e modifiche a norma di legge nel corso dei successivi 16 anni

Fonti:

Wikipedia

Circoli Monarchici Francesi

Scritto da:

Il Principe dei Reazionari