martedì 19 giugno 2012

REGALIA : UN VIAGGIO FRA SIMBOLI, OGGETTI, FEDE.(I parte)

Image“I tempi in cui l’Austria godeva dell’appellativo di “felice” si erano conclusi con l’attentato di Sarajevo, che agli albori del XX secolo aveva precipitato l’Europa nel caos. E, ciò nonostante, le insegne del potere asburgico sono così ben conservate nel tesoro della cittadella imperiale come se attendessero unicamente di essere rimesse in auge da qualcuno” (M. Hesemann)
Regalia, ossia le “cose regali”, è il termine con cui si indicano le insegne del potere regio tradizionale. Strettamente parlando, sono regalia la Corona (insegna regia per eccellenza), il globo ccon la Croce, lo scettro; ad essi si aggiungono a buon diritto la spada e la lancia, oltre ai paramenti regi.
Emblematici in tal senso sono i Regalia del Sacro Romano Impero Germanico, tramandatisi fino all’ultima incoronazione (Francesco II, poi I come Imperatore d’Austria).
Ciò che maggiormente interessa e appassiona, è lo stretto legame e la continuità che i regalia imperiali hanno con le Reliquie della Passione di Cristo, o siano tali essi stessi: dal loro rinvenimento da parte di S. Elena, e col loro relativo impiego nei “regalia” di Costantino, sono le stesse Reliquie i “regalia” archetipi. Iniziamo oggi un viaggio fra questi oggetti, ad un tempo sacri e preziosi per impiego, fattura e significato.
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LA CORONA
La corona è il più importante ornamento della testa che può costituire segno di dignità.
È comunemente simbolo di un’eccellenza, di un primato, di una superiorità riconosciuta, come s’incorona un atleta vincitore e quindi tende a separare l’incoronato da tutti gli altri, elevandolo a una dignità superiore.
Di solito si orna il cerchio variamente con punte che ricordano l’antico segno di potere costituito dal corno e significano anche raggi di luce, di forza, che emanano dalla persona. Il caso più vistoso è la regalità: la corona pone il sovrano al di sopra di tutti. Per questo ha caratteristiche di bellezza nella forma, di perfezione nella struttura circolare e di preziosità nei materiali che la costituiscono: oro, argento, pietre preziose, ovvero di provenienza sacra come nel caso della Corona ferrea, di cui tratteremo più avanti.
Vi sono molti tipi di corone. La corona sacrificale era posta sulla vittima che veniva portata al sacrificio; si trattava di vittima comunque eletta, scelta e ritenuta la migliore per essere offerta alla divinità: assumeva anche valore di consacrazione al sacrificio, alla divinità.
E proprio riferita alla Divintà, emblematica è la Corona di Spine che i soldati posero sul capo di Nostro Signore: « I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: “Salve, re dei Giudei!”. E gli davano schiaffi. » (Gv 19,2-3).
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Da Simbolo di regalità, la Corona di Spine divenne, in quel frangente tragico e gloriso, motivo di blasfemo scherno e di gratuita sofferenza.Conformemente alla foggia più antica, anche la Corona di Spine ebbe la foggia di casco.
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Così infatti doveva presentarsi la corona crudele che la soldataglia pose sul Capo di Gesù: anche il Telo della Santa Sindone certifica la foggia della corona di spine, che gli studi più recenti illustrano come costituita da due parti: un cerchio di giunco che reggeva il casco di rami spinati intrecciati fra loro.
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(il Capo di Cristo sul Telo sindonico visto di fronte)
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(la nuca di Cristo sul Telo sindonico, con un disegno illustrativo)
Giunta a noi dalla prima comunità di Gerusalemme, che la custodiva nella chiesa degli Apostoli (la prima chiesa della Città Santa), la Corona di Spine non fa parte delle reliquie costantiniane rinvenute da S. Elena. La sua autenticità è certificata dal fatto che a guidare la questa comunità Gerosolimitana ci fosse il Vescovo Simeone, cugino di Gesù.
Trasportata a Gerusalemme, pervenne a noi per tramite di San Luigi, Re di Francia, che nel XII sec. la acquistò dall’Imperatore Latino di Costantinopoli. Attraversati i marosi della Rivoluzione, salvata da pie mani, la Corona si offre oggi alla devozione dei fedeli nella teca donata da Napoleone Bonaparte presso la Cattedrale di Notre-Dame in Parigi.
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Custodita dall’Ordine del Santo Sepolcro, che la inalbera nel suo emblema araldico, la corona è giunta a noi nella sua parte di giunco (Juncus balticus, tipico delle aree calde del mediterraneo orientale), e con qualche rimasuglio di rami di rovi, della specie Zizyphus vulgaris lam., noto anche come Zizyphus Spina-Christi. Gran parte delle Spine sono disperse in Europa.
Quel che importa al nostro viaggio virtuale fra i Regalia, è comprendere come la Corona cruenta del Redentore sia divenuta archetipo della corona Imperiale. Non per nulla S. Elena volle forgiare nella primigenia forma di casco la Corona Imperiale di Costantino, impiegandovi un Chiodo della Crocisfissione. La Corona del Re dei Re divenne così modello spirituale e simbolico della Corona dei Sovrani terreni, a cominciare dalla Corona Ferrea: la Corona/Reliquia di cui tratteremo.