lunedì 2 luglio 2012

1859: i primi atti di Francesco II di Borbone-Due Sicilie in una cronaca dell'epoca


Regno delle Due Sicilie. 1. Nuovo Ministero 2. Squadra inglese a Napoli 3. Grazie ai condannati politici. [1]
1. II Giornale Ufficiale del Regno delle Due Sicilie nel suo numero dei 9 Giugno [1859] pubblica i seguenti decreti del Rè Francesco II dati lo stesso giorno:
«Nominiamo nostro consigliere di Stato il Ministro Segretario di Stato cav. D. Ferdinando Troia, che lasciando il portafoglio della Real Segreteria di Stato e ministero della presidenza del consiglio dei Ministri, riterrà il soldo e gli averi della carica medesima. Il nostro consigliere di Stato D. Carlo Filangieri, duca di Taormina, principe di Satriano, è nominato ministro segretario di Stato presidente del consiglio de’ ministri, e ministro segretario di Stato della guerra. Egli percepirà gli averi annessi alla carica di ministro segretario di Stato presidente del consiglio dei ministri. Viste le deteriorate condizioni di salute del cav. D. Giovanni Cassisi, nostro ministro segretario di Stato per gli affari di Sicilia in Napoli, e prendendo in considerazione i lunghi suoi servigi, gli accordiamo il ritiro con gli onori, grado e soldo della carica da lui finora esercitata. Il cav. D. Salvatore Murena nostro ministro di Stato delle finanze è nominato presidente della suprema corte di giustizia in luogo del cav. Jannaccone, messo al ritiro con gli onori della carica e pensione di giustizia a termini di legge. Il cav. Murena conserverà gli onori, grado e soldo della carica che lascia. Il cav. D. Ludovico Bianchim, lasciando la direzione della nostra real segreteria di Stato e ministero dell’interno, è nominato consultore presso la Consulta de’ nostri reali domini di qua del Faro, conservando il grado e il soldo di direttore. Nominiamo Intendente generale dell’esercito col soldo personale di ducati 3,600 annui il brigadiere D. Carlo Piccenna, e gli accordiamo in attestato della nostra sovrana soddisfazione pe’ suoi servigi la onorificenza di maresciallo di campo. L’Intendente della provincia di Bari cav. D. Salvatore Mandarini, lasciando l‘incarico provvisoriamente affidategli con nostro real decreto del 3 dell’andante mese, è promosso dalla terza alla seconda classe, e destinato in Salerno. Il cav. D. Paolo Cumbo, presidente della Consulta de’ nostri reali domini al di là del Faro, è nominato nostro ministro segretario di Stato per gli affari di Sicilia in Napoli. Sono nominati direttori con referenda e firma delle nostre reali segreterie di Stato e ministeri qui appresso rispettivamente indicati: il consultore D. Raimondo de Liguoro, per le finanze; l’intendente D. Luigi Ajossa, pe’ lavori pubblici; il consigliere graduato della suprema corte di giustizia D. Achille Rosica [1a] per l’interno. Ciascuno di essi percepirà l’annuo soldo di ducati 3.600».
2. Lo stesso giornale annunziò l’arrivo nelle acque del golfo di Napoli della squadra inglese composta di 6 vascelli, e sotto gli ordini dell’ammiraglio Fonscheuve. E in quello del 10 si legge:
«Ieri verso le 7 p.m. S.A.R. il conte di Aquila, vice ammiraglio della nostra R. Marina, si condusse a bordo della fregata inglese Eurgolus a nome di S.M. il Rè N.S. a visitarvi S.A.R. il principe Alfredo, secondogenito di S.M. la Regina d’Inghilterra, ed esternargli la massima compiacenza che la Maestà sua risente di aver potuto accoglierlo nel suo reame, ed a profferirgli quanto può la più cordiale e larga cortesia. A questi squisiti sentimenti la R.A.S. Britannica corrispose con le più affettuose manifestazioni di viva riconoscenza, limitandosi a ringraziare la Maestà del Rè di tante gentili profferte sol perché si trova in istretta educazione».
3. Il numero poi del 16 Giugno, oltre a molti altri decreti di grazie e beneficenze, contiene il decreto seguente:
«Francesco II ecc.: volendo contrassegnare con atti di clemenza il nostro avvenimento al trono, che la Divina Provvidenza ha affidato alle nostre cure, ci siamo determinati di fare sperimentare gli effetti della nostra sovrana indulgenza ai rimanenti condannati ai ferri, alla reclusione, alla relegazione ed alla prigionia per reati di Stato commessi negli anni 1848 e 1849 che, non vennero contemplati ne’ decreti di grazia de’ 27 dicembre 1858 e 18 marzo ultimo. Quindi seguendo gli impulsi del nostro reale animo, abbiamo risoluto di decretare e decretiamo quanto segue: art. 1. E’ condonata la pena residuale a’ condannati ai ferri, alla reclusione, alla relegazione ed alla prigionia per reati politici commessi negli anni 1848 e 1849 non contemplati ne’ menzionati decreti del 27 dicembre 1858 e 18 marzo 1859, secondo i notamenti esistenti nel Ministero di Grazia e Giustizia».
Regno delle Due Sicilie. 1. Nomine di Ministri e Consiglieri di Stato 2. Ordine del Rè all’esercito di terra e di mare [2]
1. Nel Giornale del Regno delle Due Sicilie leggiamo i decreti seguenti:
«Francesco II ecc. volendo che gli affari delle nostre reali segreterie e ministeri di Stato si abbiano lo spedito corso, tanto necessario alla prosperità della cosa pubblica ed al benessere de’ nostri amatissimi sudditi: abbiamo risoluto di decretare e decretiamo quanto segue: art.1. Discarichiamo il cav. D. Salvatore Murena, il cav. D. Francesco Scorza, ed il cav. D. Ludovico Bianchini, dai portafogli delle reali segreterie di Stato che provvisoriamente dirigono, de’ Lavori Pubblici, di Grazia e Giustizia e della Polizia generale».
«… vista la legge del 6 gennaio 1817, e l’atto sovrano del 16 agosto 1841: abbiamo risoluto di decretare e decretiamo quanto segue: art.1. Nominiamo nostri consiglieri di Stato: il Duca di Taormina D. Carlo Filangieri, principe di Satriano; il principe di Cassare D. Antonio Statella; il duca di Serracapriola D. Nicola Maresca, che riterrà l’attuale sua carica di vice presidente della Consulta de’ nostri reali dominii di qua del Faro. Ci riserbiamo di avvalerci, sempre che lo stimeremo opportuno, de’ loro lumi e della loro esperienza. La presente nomina non porterà innovazione agli attuali loro averi. Nominiamo nostro Ministro segretario di Stato degli affari ecclesiastici e della pubblica istruzione, il cav. D. Francesco Scorza, attuale direttore con referenda e firma della stessa real segreteria di Stato».
«… volendo che le nostre reali segreterie e ministeri di Stato de’ Lavori Pubblici, di Grazia e Giustizia, e della Polizia generale, non rimangano prive di capi, e finché non provvederemo a’ ministeri in modo definitivo, abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue: art. 1. L’Intendente D. Salvatore Mandarini; l’avvocato generale della corte suprema di giustizia D. Cesare Galletti: ed il procuratore generale sostituto della gran corte criminale di Napoli D. Francescantonio Casella sono destinati a prendere provvisoriamente, e nel rispettivo ordine sopraindicato, la firma e referenda delle reali segreterie di Stato e ministeri de’ Lavori Pubblici, di Grazia e Giustizia, e della Polizia generale».
Tutti questi decreti sono dati da Capodimonte, dove ora risiede la reale famiglia.
2. Lo stesso giornale reca il seguente:
«Ordine di sua Maestà allarmata di terra e di mare. Interprete fedele della volontà espressa dall’augusto nostro amatissimo genitore dal suo letto di dure sofferenze, adempiamo al sacro dovere di trasmettere i suoi ultimi addio, e i suoi ringraziamenti all’Armata di terra, e di mare, manifestando la piena soddisfazione sotto ogni rapporto onde era colmo il suo real animo; a questa fedele armata, che seppe, in ogni tempo e in ogni occasione, e per tutte le vie corrispondere degnissimamente, con la sua disciplina e col suo valore, alla predilezione pel grande Rè che ne fu il fondatore ed il compagno; a quest’Armata, cui noi stessi andiam superbi di appartenere e di averne fatto parte sin dai nostri primissimi anni; il che ci ha dato l’agio di conoscerla e di valutarla dappresso. Cercheremo pertanto, con l’aiuto del Dio degli eserciti, con tutte le nostre forze, a continuare in tutto ciò che possa intendere al maggior incremento, vantaggio e lustro della nostra Armata di terra e di mare, sicuri che essa continuerà sempre a serbare fedeltà inconcussa al real trono, e ritener così il nome che si è acquistato, e che voglia insieme con noi innalzare all’onnipotente Iddio preghiere per la grande anima di quel santo monarca che, sino negli ultimi istanti di sua vita, sen sovveniva, e Iddio pregava pel Paese e per l’Armata tutta».

[1] Tratto da “Civiltà cattolica” Serie IV, Vol. III 1859, pagg. 104-106.
[1a] Achille Rosica (Orsogna 1808 - Napoli 1865), magistrato, veniva dall'aver ricoperto la carica di Intendente in Basilicata dove, durante e dopo il famoso terremoto del 16 dicembre 1857 aveva operato in modo egregio.
[2] Tratto da “Civiltà cattolica” Serie IV, Vol. III 1859, pagg. 743-744