martedì 28 agosto 2012

Contro lo Stato nazione, ma guardando alla Tradizione





Ritengo innanzi tutto che i movimenti autonomisti che caratterizzano molte regioni/zone d’Europa  siano un manifesto segno  del malcontento Storico dei popoli  , che reclama da più di due Secoli una profonda mutazione dello “Stato-Nazione” centralizzato d’ispirazione giacobina (e quindi soprattutto caratterizzato da una forte matrice anti-Cristiana e individualista alto-Borghese), ormai divenuta insopportabile da reggere di fronte ad un'Europa che reclama a gran voce il ritorno alle Tradizioni . Con la soppressione delle frontiere politiche ed economiche, questi due grandi sconvolgimenti hanno cercato di cancellare le identità di interi popoli . La battaglia per l’autonomia e per i diritti dei popoli e delle comunità angariate dallo Stato-Nazione, hanno costituito, e costituiscono, pertanto, delle battaglie autenticamente “Contro-Rivoluzionarie”. I “giacobini”, acciecati, non vi hanno visto che una deriva, un regresso, un’eresia. Il problema delle autonomie bretoni, alsaziane-lorenesi, occitane, catalane, basche, normanne, corse e, in Italia, valdostane, sarde, friulane, trentino-tirolesi, venete, occitane, lombarde, liguri, emiliano-romagnole e piemontesi – ma non si dovrebbero dimenticare quelle del Sud , Siciliane, Napoletane e in genere attinenti allo Stato delle “Due Sicilie”, il più antico d’Italia – rimettono dunque in causa tutto il sistema, con conseguente confusione e smarrimento dei partiti politici  “classici”. Lo Stato giacobino, ora costretto a evolversi, a mutare, scuote tutte le formazioni politiche, sia di destra che di sinistra. Il problema delle autonomie è un problema di Stato a due facce come Giano: una riflette i bisogni delle comunità locali e dei loro diritti, l’altra sta solo ora iniziando a intravedere una inevitabile evoluzione di tutto “l’insieme” italiano.
Ciò premesso, per quanto mi riguarda  condivido l’impostazione di chi auspica, per esempio, alla Restaurazione di uno “Stato indipendente piemontese”(Regno di Sardegna), cioè  uno Stato di matrice Tradizionale e legittimo retto  da una Monarchia Tradizionale e altrettanto legittima, sia pure a dimensione  ridotta, perché questa mi appare come una battaglia tutt'altro che  anacronistica contrariamente a ciò che  i Giacobini vogliono far credere , tesa a costituire un Ordinamento giuridico territoriale tutt'oggi insuperato, che affonda le sue radici nella Tradizionale concezione di “Stato” formatosi per favorire gli interessi di ogni classe Sociale.  Sono  contrario invece ad   una “Repubblica del Nord” o “Padania” che dir si voglia, cioè ancora uno Stato-Nazione, sia pure a dimensione più ridotta, uno “Stato” formatosi per favorire gli interessi di una classe dominante, “forte”, o meglio conosciuta come medio-alta Borghesia. Sono un Monarchico legittimista Reazionario , e quindi diffido, direi  per mia natura e per cognizione di causa , dell’Ordinamento giuridico Rivoluzionario tutt'oggi vigente. Tutto ciò che va contro l'ordinamento Tradizionale e Cristiano,  (Rappresentato dal sistema politico oggi dominante ) è, a mio avviso, estremamente pericoloso, falso. La “patria”- così come era sino alla formazione dei grandi Stati-Nazione – è  concreta , perché è costituita  dalla terra che sta sotto i nostri piedi, la terra  dei padri: la valle, la comunità in cui siamo nati e cresciuti; o quella in cui abbiamo deciso di vivere e di operare, inserendocisi attivamente; la terra in cui sono sepolti i nostri progenitori; il resto è retorica, artificiosa invenzione. Quindi, patria è il mio paese (quello con la “p” minuscola) e poi, più in là, il mondo intero .  Il “confine” non è l'unica cosa che mi interessa, ciò che mi interessa è soprattutto   l'autonomia dei legittimi Stati retta e ordinata da un Governo Tradizionale.
Proprio questa esigenza di “concretezza” dà una particolare configurazione alla mia istanza legittimista e Tradizionalista. “Stato”: non  come divisione netta dal "vicino" ,  in termini di isolamento, ma "collaborativa”, cioè “ordine ed equilibrio”. Intendo con questo termine rifarmi in sostanza al grande pensiero Metternichiano, e in modo più semplice mi riferisco  ad un  luogo geografico riconoscibile per le sue caratteristiche Storiche-Tradizionali , oltre che per la cultura umana che, da tempo immemorabile, si è sviluppata in armonia con tutto ciò, al quale viene garantita la propria, larga, autonomia. L’optimum sarebbe distanziarsi nettamente da quei movimenti e organizzazioni che perseguono ideali autonomistici-indipendentistici estranei dai fondamenti base che caratterizza un Governo Tradizionale , legittimo e retto dalla Dottrina Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo. Mi riferisco per esempio alla Lega Nord che, partita con "il piede quasi giusto" si è dimostrata negli anni altamente corrotta come tutti coloro che fanno parte del sistema vigente, oppure di quel ridicolo "Fronte di liberazione della Napolitania" o  "Napolitania Nazione" che auspica ad una Repubblica Giacobina  Partenopea stile 1799 , uno Stato-Nazione in piccolo come la "Padania". Potrei elencarvi altri movimenti che seguono lo stesso "astratto" filone di idee, purtroppo oggi la cosa che più abbonda sono gli idioti .
E’ la partecipazione che crea la forza per dar vita alla Restaurazione.  La partecipazione può operare a due livelli "base":

1) partecipazione alla divulgazione e conoscenza delle REALTA' socio-culturali e politiche;

2) partecipazione nella creazione di un nucleo dal quale nascerà e si svilupperà l'opera di Restaurazione .

Prendendo in considerazione soltanto il secondo tipo di partecipazione, si realizza un Ente burocratico di decentramento, una  “comunità di plenipotenziari” che costituisca anche un centro di “Contro-Rivoluzione” nei confronti degli organismi superiori aventi oggi  il potere,  occupati da settari  con interessi diversi, quando non opposti, a quelli delle comunità e dei popoli.
Sono convinto che l’autonomismo e l'indipendentismo debbano reggersi e fondarsi sul legittimismo ed il Tradizionalismo per garantire organicità, funzionalità e prosperità a qualsiasi livello amministrativo, che esso sia inteso a livello Federale/Confederale o locale.
Diffidate da chi propaganda autonomie e indipendenza banchettando al tavolo del Governo Centrale o da chi cerca di propinare un Nazionalismo "Bonsai" deleterio e marcio come quello attuale. Imparare dalla storia , questa è la più grande utilità che la conoscenza del VERO passato e della VERA storia ci offre, non sprechiamolo per mero arrendismo o per immaturità nell'accettare delle regole che garantirebbero il bene , il VERO bene, per tutti.

Scritto da:

Presidente e Fondatore