lunedì 26 novembre 2012

Il dolce musetto di Satana (seconda e ultima parte)

 
 
Come si spiega tutto ciò? Essenzialmente con la teoria del “piano inclinato” già esposta. Una volta negato il principio “uomo creato da Dio a Sua immagine e somiglianza”, ne consegue che l’uomo è un animale come gli altri. Nei secoli passati, positivisti ed illuministi (che presto, paradossalmente, rimpiangeremo), considerando quale somma “dea” la ragione, riuscirono comunque a dimostrare filosoficamente la superiorità ed il primato dell’uomo (animale razionale) rispetto a tutti gli “altri” animali. Ma la moderna filosofia, ancora più decadente, pone al primo posto non più la ragione, ma la sensazione, ovvero la capacità di provare dolore o piacere.
Mi ero sempre chiesto: come mai il militante medio animalista è poi a favore dell’aborto umano? Non è questo un controsenso logico?[1] Come si giustifica una cosa del genere? E mi ero sempre dato tre possibili giustificazioni: la prima legata alla “moda”, ovvero: essere animalisti è di moda, essere antiabortisti è da cattobigotti o da fascisti; la seconda legata al “sentimento”, ovvero: il povero cagnolino lo vedo davanti a me soffrire col suo musetto paffuto, l’embrione non si vede, chissenefrega; la terza di tipo “utilitarista”, ovvero: mi diverto e trovo un senso alla mia vita nel combattere per i cagnolini ma non voglio perdere il diritto a poter abortire se mi dovesse capitare[2]. Ma la realtà è purtroppo molto più triste e molto più coerente di così… la realtà è che ci sono filosofi, professori universitari, come ad esempio Peter Singer[3] (i cui convegni sono pubblicizzati da Famiglia Cristiana[4]) che sulla base dei “principi” illustrati fin qui (anti-specismo e primato della “sensazione” sulla “ragione”) sono arrivati a teorizzare, ad insegnare da cattedre universitarie ed a scrivere in libri che la vita di una mucca o di un pollo, essendo esseri senzienti e capaci di dolore e piacere, è senz’altro superiore (e, dunque, meritevole di maggior tutela) rispetto a quella di un embrione umano o di un vecchio uomo in coma (che non provano né dolore né piacere). E che praticare l’eutanasia o sopprimere un bambino handicappato fa senz’altro migliorare il bilancio piacere/dolore nell’Universo. E già nei suoi scritti si intravede l’apertura alla zoofilia, ovvero al matrimonio fra uomo ed animale. E perché no? Date le premesse tutto ne discende di logica conseguenza, e non saprei proprio come contraddirlo!
Giorni fa, un mio caro amico, ha accusato improvvidamente una ragazza, la classica Hundefreundin[5], titolare di un canile, di gestire quel tale canile solo per trarne un utile economico personale. Apriti cielo! La tizia si è messa a protestare che ciò non è vero, che lei sacrifica tutta la sua vita alla gestione dei cani, che lei ama i cani, che ci rimette un sacco di soldi per i cani, che «metà di casa stanno i cani»[6], etc etc etc… La cosa triste di tutto ciò è che la tizia diceva probabilmente il vero. Costei davvero spende tutta la sua vita, tutta le sue energie, tutti i suoi soldi per i cani[7]. Ma chiediamoci (e siamo arrivati a ciò che si scopre alla fine): in che modo ciò gioverà alla sua anima? Questi sacrifici e queste energie spese saranno computate a suo vantaggio quando arriverà il giorno del giudizio per la sua anima? Purtroppo no.
Cristo ci ha detto di amare i nostri fratelli, non i cani. Ecco che cominciamo a capire come tutto ciò sia un perfido “scherzo” del Nemico e Divisore, ovvero del Diavolo. Queste sono brave[8] persone, che non andrebbero mai a rubare o a prostituirsi, come dice San Doroteo, e magari, se ben indirizzate, diverrebbero delle sante o delle missionarie, con grande vantaggio per la propria anima, per l’evangelizzazione del mondo e per la Gloria di Dio. Ma invece spendono soldi, energia, sentimenti e tempo per i cani o per i gatti o per le scimmie, percorrendo la via larga piuttosto che quella stretta[9].
Ed infine: qualcuno mi ha detto, «sì, ma io avevo un cagnolino e gli volevo bene, non mi sembra di aver fatto niente di male». Sicuramente non si fa niente di male a voler bene al proprio cane o ad essere gentile con gli animali, ma non si è neppure dei missionari o dei santi. Non si sta facendo qualcosa di “altruistico”, ma qualcosa di “egoistico”; si sta soddisfacendo un nostro bisogno di giocare col cane, accarezzare il cane, guardare il cane che gioca, trovare nell’assistenza ai cani un rettorico[10] significato alle nostre vite, etc etc. Non cadiamo nell’inganno del Nemico e Divisore! Non ci stiamo salvando l’anima perché dedichiamo le nostre vite agli animali! Se vogliamo salvarci l’anima dobbiamo dedicare le nostre vite a Cristo ed ai fratelli.
Non dico a chi legge questo articolo di diventare da domani un missionario ed un santo, perché io per primo non lo sono.
Ma almeno cerchiamo di esserne consapevoli…
Pierfrancesco Palmisano

[1] ovviamente sì, sia chiaro!
[2] anche perché poi, caso strano, il 90% degli animalisti sono zitelle dai 35/40 anni in su… probabilmente il naturale istinto materno, il naturale “sentimentalismo” che è racchiuso in ciascuno di noi (specialmente nelle donne) e che, secondo natura, dovrebbe essere indirizzato alla salvaguardia e protezione dei “cuccioli” umani, a causa della deviazione dottrinale e filosofica che ognuno di noi “respira” inconsapevolmente ogni giorno subisce una “perversione”, una “deviazione” e si rivolge, “contronatura”, sui cuccioli degli animali (non umani, ovviamente…). Insomma, mutatis mutandis, si tratta più o meno lo stesso meccanismo che ha provocato (pensiamo ai Greci antichi) e provoca la decadenza dei costumi sessuali di un popolo;
[3] per un’ampia disamina antianimalista (ovvero banalmente umanista) su costui, si veda Fernando Savater, Tauroetica, Laterza;
[5] in tedesco “Hund” vuol dire “cane” e “Freundin” vuol dire “amica” ma anche “fidanzata”;
[6] siamo baresi…;
[7] analogamente segnalo un libro, ma basta il titolo: Karen Duve, Il giorno in cui decisi di diventare una persona migliore, Neri Pozza. Indovinate come decise di diventare una persona migliore? Divenendo vegetariana, poi vegana ed infine fruttariana…;
[8] non “buone”, si capisce…;
[9] perché, ammettiamolo, gli uomini sono molte volte ingrati e cattivi, gli fai del bene e ricambiano col male… è molto più facile dare da mangiare ad un cane, quello scodinzola sempre e se lo lasci a digiuno per 3 giorni al quarto ti fa comunque le feste!
[10] “rettorico” in senso michelstederiano, cioè “arbitrariamente posto” e dunque “falso”;

Fine.


Fonte:

http://radiospada.wordpress.com/