lunedì 26 novembre 2012

Il Regno di Napoli nel Settecento

Al principio del 1700 , la solidità del Mezzogiorno dipese dalle relazioni politiche intrecciate dai maggiori Stati europei e fu rimessa in discussione dopo la dipartita del sovrano spagnolo Carlo II d’Asburgo ( 1 novembre 1700 ) il quale, per assenza di prole diretta nominò successore Filippo di Borbone , nipote del Re Luigi XVI , a condizione di non unificare le due corone di Spagna e Francia.


Tale situazione diede origine ad una guerra di successione spagnola e costrinse le truppe imperiali egli Asburgo d’Austria ad impossessarsi del Regno di Napoli , in seguito concessogli con la pace di Rastadt ( 1714) .
La nascita della nuova monarchia che arrestava “ la lunga congiuntura economica negativa”2 denunciata durante il viceregno iberico (1503- 1707) e che stabilì l’organizzazione di molte insurrezioni popolari , destando enorme interesse nella popolazione e tra gli intellettuali.
Questi ultimi ,nota Giuseppe Caridi , “si attendevano (….) una serie di riforme , ritenute indispensabili per rivitalizzare il Regno , dalla cui perenne decadenza ritenevano maggiore imputato il lungo sfruttamento spagnolo .
Messaggero di tali domande di rinnovamento fu principalmente Paolo Mattia Doria , secondo il quale i Casigliani erano riusciti a regnare grazie alla capillare osservanza di alcune ( … ) regole di comportamento politico .
Tra tutte spiccava il classico Divide et impera , tieni separati e così puoi regnare4 .
La società del Sud in cui si insediò la nuova corona austriaca , a dir la verità aveva dato tangibili segni di ripresa e l’aspetto più importante fu costituito dall’aumento demografico della popolazione.
Dall’esame della numerazione dei fuochi del 1669 , con quella relativa al 1732 , si evidenziò in tutto il Sud la cifra di 412.885 fuochi in più , l’11 % in più5 .Rispetto alla distribuzione della variazione della popolazione , inoltre , incrementi relativi furono riscontrati nella zona settentrionale del Regno ( Terra di Lavoro , Principato Citra e Ultra , Capitanata e Molise ) al contrario in quello meridionale si verificò un vasto arretramento ( Puglia) o ancora una forte stagnazione ( Calabria Citra e Ultra )6.
Questa inclinazione, destinata ad aumentare nel corso del XVIII secolo fu emblema di una maggiore vocazione allo sviluppo socio – economico delle province dell’area settentrionale del Regno di
Napoli confronto a quelle meridionali , evidentemente più in difficoltà verso quest’ambito.
Come il precedente governo spagnolo , quello austriaco non si interessò minimamente della miserevole condizione della gente e improntò il suo lavoro esclusivaente alla pressione fiscale la quale , chiarifica Giovanni Brancaccio , fu determinata dalla serie di guerre nelle quali si trovò impaludato7 , peggiorò le condizioni economiche del Paese e dichiarò il fallimento di lodevoli iniziative portate avanti dai vicerè Daum e Fleischman. Il Daum , nel 1713 conoscendo tale situazione tenne a cuore gli interessi dei Calabresi in primis ed istituì una Giunta per il commercio , le cui aspettative mercantilistiche diedero nuovo vigore all’economia attraverso la nascita delle fiere di Aversa ,Foggia , Salerno , portando uno sviluppo delle risorse naturali. In virtù di tale motivo il vicerè rivolse il suo interesse verso la miniera di Longobucco dove, con l’aiuto delle maestranze aprì una serie di gallerie e fornaci per il minerale.
Nel 1732 , con l’ausilio del capitano d’artiglieria Enrico Krull , fu impiantato uno stabilimento molto più grande ed efficace , usando un n uovo metodo di fusione 8 . Ancora più capillari i lavori del Fleischmann , che dopo aver premeditato di inserire il Regno nel famoso trattato commerciale con la Sublime Porta (1728 ) , fondò nella Capitale il Banco di San Carlo,con lo scopo principale di occuparsi della ricompra di alcuni appalti fiscali , ossia la riscossione dei prestiti concessi ai privati . Ovviamente, la normativa fu bloccata dagli interessi degli offesi e rimase solo lettera morta 9 . Un’inversione di tendenza a questo stato di cose , che portò allo scoppio di nuovi focolai insurrezionali nel 1723 10 , si notarono in seguito ad una nuova guerra di successione ma relativa alla corona Polacca (1733 – 1738 ) quando il Regno di Napoli toccò a Carlo di Borbone 11 . Il giovane Principe figlio di Filippo V e di Elisabetta Farnese entrò trionfalmente nella capitale Partenopea il 10 maggio 1734 e fu maestosamente incoronato Re a Palermo solo un anno dopo , il 3 luglio 1735 . Il sovrano “ il nostro tanto aspettato “ portò grande entusiasmo tra la gente , fiduciosa che il nuovo Monarca avrebbe portato il Sud verso una svolta storica . Le speranze ,come ha dimostrato un recente studio di Giuseppe Caridi , nei primi quattro anni di governo ( 1734 – 1738 ) furono deludenti a causa dell’ inesperienza del Re il quale , legato alla madre-patria , lasciò una gran libertà di governo al maggiordomo maggiore Josè Manuel de Bonavides , conte di Santisteban 12. Perciò , il processo di ammodernamento del Regno di Napoli , ancora colpito dalle menti intellettuali per abolire gli interessi socio –economici dei nobili , del clero e dei togati , fu arrestato e molti contemporanei “si avvidero ben tosto , che si erano abbandonati ad ingannevoli speranze .
Don Carlos ,infatti , fu in principio incapace di attuare il cambio della vecchia classe dirigenziale della feudalità , rei di numerosi soprusi e vessazioni verso i vassalli , usò poi dei provvedimenti poco consistenti e si alleò con diversi signori .
Conclusosi questo periodo , con le direttive che giungevano da Madrid e la stretta collaborazione con Josè Joachim de Monteleagro , marchese di Salas , e con il giurista Bernardo Tanucci , il Re rivedette le tattiche politiche e inaugurò l’età dei cambiamenti , in cui utilizzò un programma con un profondo senso di giustizia ed una lotta costante agli interessi particolaristici .
L’apparato delle riforme diede i primi segni nel 1741 . Carlo stipulò il Concordato con la Chiesa , che sanciva l’abolizione del diritto d’asilo nelle chiese , tassò invece anche se a metà i beni degli enti della Chiesa antichi mentre per intero quelli nuovi 16 .
Attraverso questa situazione , il Borbone , in nome della Monarchia , inaugurò un processo di soggiogamento del clero al potere dello Stato .
“ finanche nell’ambito del reclutamento e della formazione con l’imporre il numero chiuso delle vocazioni sacerdotali e con l’ostacolare il sorgere e l’espandersi di istituti e congregazioni religiose .
L’anno seguente (1742 ) , per disporre nel meglio dei modi le tasse tra i cittadini ed i proprietari forestieri proprio per coprire le spese della Municipalità , il monarca istituì il Catasto Onciario . Un documento di notevole valore per la desiderata giustizia fiscale del napoletano , dove i beni furono espressi in once ( moneta solo nominale , pari a 6 ducati o 60 carlini ) 18 , il cui valore indicava ciò che “ noi chiameremmo reddito imponibile” 19.
Il piano delle riforme , dopo tutto , nell’ambito del diritto non riuscì a produrre un nuovo codice , codice voluto dal Tanucci , e vide due momenti di arretramento . Il primo in occasione della pestilenza di Messina 1743 , al fine di frenare il morbo che divampò in tutte le provincie del Regno , il governo investì il 25% dell’intero bilancio .
Il secondo punto di crisi fu causato dalla continua presenza del Regno di Napoli nella guerra di Successione austriaca ( 1740- 1748) , “ l’ultimo atto del dissennato assestamento dinastico delle grandi monarchie nel XVIII secolo “ nota Silvio De Majo .
Ma malgrado le incerte condizioni sulla situazione della battaglia , la battaglia di Velletri ( 1744) fu vista come la salvezza del Regno di Napoli dell’arrivo di una nuova ondata austriaca .
Il Regno Borbonico , a causa di ragioni esterne alla società napoletana , cessò nel 1759 , con la morte senza eredi del fratello Ferdinando , sovrano di Spagna , Carlo fu convocato in Patria ad assumere la reggenza della Corona iberica nominando suo successore sul trono del Viceregno il figlio terzogenito Ferdinando ,di soli otto anni . A causa della minore età , il trono fu affidato ad un consiglio di reggenza , che avesse lo scopo di portare una continuità al trono 22. Nel nuovo apparato un ruolo predominante fu concesso al precettore del nuovo monarca ( Domenico Cattaneo) ed al Tanucci al quale fu concentrato un potere straordinario e , con l’aiuto delle sue doti condusse la sua politica antifeudale , anticlericale , tipici del vecchio Re e che , indusse a premeditare l’espulsione dell’Ordine dei Gesuiti dal Sud nel 1767 . La situazione più difficile negli anni di reggenza si presentò con la carestia . La carestia che colpì l’Europa negli anno ’60 ,al Sud della Penisola Italica fu veramente di enorme portata . Con la fame fu annoverato nel biennio 1763- 1764 anche l’epidemia , che decimò la popolazione ,proprio come avvenne nel 1656 ,tra la classe povera.
Tutto ciò portò alla luce la condizione in cui ristagnava l’economia del Sud.
Palesi , si dimostrarono i limiti di azione riformatrice che in principio avevano suscitato tante aspettative 24 , soprattutto le contraddizioni di un agricoltura antica , basata sulla stragrande maggioranza sul latifondo , feudale o ecclesiastico , molto assenteista , minimamente non interessata ai cambiamenti e ne alle migliorie dei sistemi per lo sfruttamento della terra , sia con investimenti che con moderne modalità di coltivazione più moderna. Questi nuovi metodi ,assicuravano redditi sufficienti per i baroni senza enormi anticipazioni di denaro e ,quindi , non apportavano nessun rischio .Intanto , Ferdinando IV divenne maggiorenne e gli fu concessa in moglie Maria Carolina , personalità ambiziosa e decisa , entrata a far parte nel 1776 al consiglio di Stato , fece allontanare dall’incarico il Tanucci per sostituirlo con Giuseppe Beccatelli Bologna , marchese del Sambuca .Il quale , convinto di portare benefici allo Stato , apportò un nuovo corso politico che , sostenuto ed appoggiato da una schiera di uomini illustri tra cui spiccavano Ferdinando Galiani , Antonio Genovese , Gaetano Filangeri produssero molti frutti tra cui la nascita della Reale Accademia di Scienze e delle Belle Arti ( 1799) ed alla nascita del Supremo Consiglio delle Finanze (1782) : “ l’organo coordinatore
dell’azione rifomatrice borbonica”25 . Il punto maggiore di tale programma amministrativo arrivò alla luce nel 1780 , quando si diede inizio ad un numero di indagini di routine sulla condizione fisica , economica e sociale dello Stato .In assoluto la proprietà fondiaria , la produzione e la distribuzione delle terre divennero il centro del dibattito delle iniziative del Governo .
L’ attenta visione della reale condizione del Regno portò a notare anche il sistema feudale , ossia definito dagli illuminati “il nodo gordiano “ bloccava la libertà di espansione delle forze produttrici del Paese . Il sistema feudale , agiva su oltre il 70 % della popolazione , tranne su Napoli , ed il reddito , ad essa legato fu del 17% cioè del 19% di quello totale , ricavato tramite la proprietà terriera , l’allevamento ed il commercio .
La lotta antifeudale delle menti illuminate napoletane fu asprissima , specie durante gli anni ottanta , quando fu pubblicata la Scienza della Legislazione di Gaetano Filangeri . L’azione statale , lo studio , portò alla fondazione del Supremo Consiglio delle Finanze con il quale nel 1791 , si prese la decisione che i feudi devoluti al demanio per mancanza di eredi non fossero più ceduti in” Allodio “ , ossia libera proprietà ,abolendo ogni diritto feudale ad essa legato e frazionandoli in zone più piccole per evitare la nascita del latifondo , con un numero più alti di proprietari . Su questa misura , Giuseppe Grippa , un illuminista riformatore , nota che tale metodo di abolizione della feudalità avrebbe impegnato dei secoli per attuarsi 26 . Una grande opportunità di operazione tangibile per i riformatori si presentò con il terremoto , che devastò la Calabria nei primi mesi del 1783 27 .
Gli atti che gli ufficiali Regi inviarono a Napoli sotto Francesco Pignatelli non si bloccarono nella rilevazione dei danni del sisma ma notarono un apparato amministrativo poco efficiente molto corrotto imputato principale per la situazione di degrado in cui versava la Calabria . Il dilemma delle zone periferiche , allora , si presentò in tutta in tutta la sua drammaticità , anche se il corso delle riforme nel Regno di Napoli accusò un duro colpo quando la Rivoluzione Francese portò con se la più grande crisi europea dell’età moderna . A tal punto che l’entrata nel porto partenopeo di alcune navi francesi portando la notizia della morte del Re il 23 gennaio 1793 , spinse i reali verso l’alleanza inglese , legando così il governo borbonico agli interessi inglesi .
Allo stesso tempo , i reali ottennero una pace con la Chiesa unendosi all’aristocrazia : “ così già nel 1791 fu destinato il ministro De Marco ,
considerato troppo anticurialista e fu trovato un accordo sulla nomina dei vescovi nelle sedi vacanti ; qualche anno dopo aveva fine la politica antifeudale realizzata attraverso la devoluzione dei feudi . La svolta comportò anche la complessa separazione tra la borghesia , il mondo degli intellettuali progressisti da un lato e poi la monarchia , il governo e la nobiltà dall’altro. Una politica repressiva nei confronti dei dissensi interni sembrò il modo migliore per evitare la diffusione e l’affermazione a Napoli delle idee rivoluzionarie , per tenere il trono lontano dalle sovversioni 28 . In men che non si dica nel Napoletano tornarono a respirare un’ aria molto pesante , che indusse lo Stato ad essere il peggiore dell’Italia moderna ed il più incline all’abitudine ed all’incuria come scrisse Maurice Vaussard .
Il 28 maggio 1796 , Ferdinando IV spinse il popolo verso la lega antifrancese , nemica della religione , della famiglia , delle civile società , con lo scopo di partecipare alla battaglia di lodi , dove gli asburgici ricevettero una sonora sconfitta . Le altre vittorie , sia militari che politici dei francesi portarono , inseguito , i Borboni ad evitare ogni scontro portando la Regina a criticare l’operato del marito , di lei si disse in quel momento :” rigida, esacerbata , violenta fino all’eccesso nei confronti dei carnefici della sorella ( Maria Antonietta) , criticò arditamente il marito ed i suoi ministri che , timorosamente ma anche realisticamente , cercavano di fermare Napoleone con delle concessioni diplomatiche .
Le trattative si conclusero in modo tutto sommato onorevole per il governo di Napoli , che fu costretto da una clausola segreta del trattato di pace , stipulato a Parigi ( 10 ottobre 1796 ) , a pagare otto milioni di lire , ma riuscì a scongiurare l’amnistia pei i giacobini napoletani indagati o condannati , come voluto da Napoleone 30 . Dopo tale evento ,il Sud condusse un periodo di calma apparente ed il pericolo di una nuova invasione francese fu poco dopo la nomina della Repubblica Romana nel febbraio del 1798 , quando il Re preparò una nuova battaglia . In un primo momento la meglio fu propizia per i borbonici , costringendo il generale Championnet a lasciare Roma senza accendere il conflitto . Il Borbone entrava magnificamente a Roma il 29 novembre 1798 ma vi rimase per poco tempo poiché , il 17 dicembre , l’esercito borbonico si teneva a distanza prontamente dal Tevere . Il motivo di tale gesto fu il desiderio di proteggere Napoli . Costringendo il Sovrano il 23 dicembre a lasciare il trono di Napoli “ senza dispiaceri e senza gioia” 31 . L’atto di fuga del Re , provocò in tutto il Regno un periodo di confusione . Le forze in auge tentarono di colmare il vuoto di potere prodottosi in quel frangente , spingendo il generale Championnet ad entrare in Napoli il 23 gennaio 1799 , dove in precedenza i “patrioti” avevano nominato “la Repubblica Partenopea” . La stessa durò poco, non oltre lo stesso anno. La rivoluzione Sanfedista del cardinale Ruffo portò nuovamente il Borbone sul trono e l’8 luglio Ferdinando 1V tornò a Napoli portando avanti una asprissima repressione .
 
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