mercoledì 16 gennaio 2013

Il "testamento politico" di S.M. Francesco II di Borbone delle Due Sicilie.



 Vicomte Henri François de Poli, “De Naples à Palerme”, Dupray editeur, 1865, Paris (pp.487-488):

Ieri ancora , alla vigilia dell’anno 1865, Francesco II, riceveva innumerevoli... omaggi di devozione e di fedeltà e vi rispondeva con una ammirabile lettere, di cui ecco i principali passi:
“notate bene che allorquando … l’usurpatore fa nuovi tentativi per consolidarsi in Italia, i suoi stessi eccessi e le sue inesauribili miserie non fanno che confermare per finire che la sua opera è mostruosa, nata dalla menzogna e dal tradimento, continuata con la violenza e l’astuzia, è sul punto di crollare.
Non vi lasciate sorprendere dagli eventi, e soprattutto , quando suonerà l’ora … della liberazione e della riparazione, che quest’ora non vi trovi divisi.
Fra i voti che esprimo per la vostra maggiore felicità, il più vivo è che voi vi atteniate a sentimenti di conciliazione e di concordia che ho espresso più volte. Diffidate delle insidie di coloro che si appellano ai partiti estremisti.
Attenetevi soltanto alle mie raccomandazioni; che siano l’unica regola del vostro comportamento. La concordia delle idee non farà che saldare quella dei cuori, e la concordia è sempre più che mai un dovere sacro per ogni cittadino; è la vera e saggia politica; è la prima condizione di forza per tutti coloro che aspirano all’indipendenza, alla vera libertà, alla felicità della patria. L’ unione attuale è soprattutto un pegno per quella di cui gioirete a presso , e che sarà una garanzia infallibile di successo, di pace e di vitalità.
Sì, è impossibile che quest’ ammasso ridicolo di mostruosità non sia spazzato via dal primo soffio di giustizia e d’onore che passerà sulla vecchia Europa; è impossibile che … questa usurpazione impudente, più infame ancora nel suo prosieguo che nei suoi inizi; è impossibile che Dio sia indifferente a tante lacrime e tanto sangue sparso, che non cacci via da Napoli e da Palermo i venditori e i venduti, e non restituisca a questa nobile terra il sole della monarchia e dell’indipendenza nazionale!
Forse se sapessero, tutti i fautori e tutti i complici di questo assassinio sociale, quanto la loro doppiezza e i loro tradimenti sollevino , presso gli uomini d’onore, pietà , disprezzo e disgusto , forse arrossirebbero di sentirsi così in basso nell’abisso della vergogna e sarebbero i primi ad allontanarsi dal (usurpatore, ndr) come ci si allontana saggiamente dall’edificio che minaccia la rovina, o soltanto dall’ immondizia.
Il perdono del popolo e del re, raddoppiato da un generoso oblio, coprirebbero gli errori del passato, e Napoli rinascerebbe dalle sue Ceneri, all’ombra di una bandiera nazionale … ”
Ecco perché ho scritto questo libro .

 Oscar De Poli
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