mercoledì 29 maggio 2013

Iconografia Sanfedista

Questo album propone le stampe raccolte  da Angelo D'Ambra per la mostra “L’iconografia Sanfedista” presentata a Caserta l’11/10/2009 e a San Vitaliano (NA) il 28/11/2009. L’album, come la mostra, non vuole essere solo una raccolta di illustrazioni storiche. La sua è un’ambizione maggiore, condurre l’osservatore alla scoperta di un periodo storico intenso per l’Europa, la penisola italiana, il Regno di Napoli attraverso l'esame delle immagini dell’epoca. Le campagne francesi, la Repubblica Partenopea, il saccheggio, la rapina e l’occupazione militare trovano nell’allegoria e nella caricatura delle iconografie di fine ‘700 un modo di espressione nuovo e popolare. Le immagini presentate celebrano la fine delle fragili repubbliche giacobine e il ritorno all’ordine morale e politico sotto l’egida del Trono e dell’Altare, celebrano le battaglie, le sollevazioni popolari, le vittorie dei sanfedisti come testimonianze dirette di un fase storica di viva tensione e scontro aperto.

Responsabile Album: Angelo D'Ambra.
 
 

Bene signori, due milioni. Incisione di De Finck. Parigi, Bibl. Nat.
 
 

Entrata trionfale delle opere d'arte in Francia. Incisione di Berthaut da Girardet. Milano, Raccolta Bertarelli.
 

Entrata trionfale dell'esercito della Repubblica francese comandato dal generale Championnet nella città di Napoli il 3 nevoso dell'anno VII (24 novembre 2798). Incisione anonima a colori. Roma, Archivio Museo Centrale del Risorgimento.
 
 

 
Fu sotto il re polito il franco e onesto, ed ora è protettor del furto e incesto. Incisione Anonima tedesca. Parigi, Bibl. Nat.
 

Giacobini napoletani del 1794. Disegno di F. Lapegna. Napoli, Museo di San Martino
 

Il comitato dello scartare. Incisione anonima di origine olandese. Roma, Archivio del Museo centrale del Risorgimento

 
Il democratico stordito e disperato. Incisione anonima. Milano, Raccolta Bertarelli.

Al rito dell’innalzamento dell’Albero della libertà, il popolo contrappose il contro-rituale della distruzione e dell’abbattimento.
A Napoli, l’albero della Libertà fu piantato la domenica 27 gennaio dal generale Championnet, mentre i repubblicani si sfrenarono a ballarvi intorno, ma il giorno dopo si susseguirono i tentativi da parte del popolo fedele alla Corona di distruggerlo, così il 2 febbraio, vi si misero a difesa due cannoni.
 

 
Il patriottismo in viaggio per casa del diavolo. Incisione anonima. Milano, Raccolta Bertarelli
 
 
 

Il popolo nelle provincie sedotto dagli emissari dei Giacobbini. Incisione Anonima. Vizille, Musee de la Revolution francaise
 
 

Indigestione dei commissari francesi. Incisione anonima a colori. Roma, Archivio del Museo centrale del Risorgimento
 
 
 

LA FELICITà DEI VENEZIANI PER L'ARRIVO DEGLI AUSTRIACI IL 18 GENNAIO 1798. Incisione a colori di Giuseppe Sardi. Venezia, Museo Correr.
 


 
La partenza di PioVI per Siena. Incisione anonima. Parigi. Bibl. Nat.

I rappresentanti dell’effimera Repubblica vennero portati in giro sugli asini, mentre Ferdinando IV e Maria Carolina d’Austria, sovrani di Napoli, furono celebrati come degni difensori della Santa Sede.
Il giubilo però durò poco, le truppe francesi ristabilirono il loro ordine a Roma e sotto il comando del generale Championnet marciarono su Napoli entrandovi nel gennaio del 1799.


La Religione piange Pio VI. Incisione anonima. Oarigi, Bibl. Nat.

La fragile Repubblica Romana dovette fare i conti con la turbolenza del popolo di Trastevere fedele al Papa, ma anche con il vicino Re di Napoli, Ferdinando IV che, appoggiato militarmente dal generale austriaco Mack, si lanciò alla rapida riconquista di Roma, liberata il 29 Novembre 1798.





Le conseguenze dell'invasione francese. Incisione inglese a colori di Gillray. Parigi, Bibl. Nat.


Le patriotte in viaggio per casa del diavolo. Incisione anonima. Milano, Raccolta Bertarelli




Morte di Pio VI. Incisione di Campanella. Parigi, Bibl. Nat.

Pio VI fatto prigioniero, venne portato a Siena, poi a Firenze. Nel Marzo del 1799 fu trasferito a Bologna, ma la città lo acclamò, fu allora che i Francesi decretarono la sua carcerazione in Francia, prima a Grenoble, poi a Valence, dove morì il 29 Agosto dello stesso anno.


Partenza da Roma del terzo convoglio di statue e opere d'arte per i musei del Louvre, 21 floreale anno V. Incisione anonima. Parigi, Bibl. Nat.
Ripienezza dei commissari francesi. Incisione anonima a colori. Roma, Archivio del Museo Centrale del Risorgimento




Seizing the Italian relics. Incisione inglese di Gillray. Parigi, Bibl. Nat.





Franco il mondo intero divorar, dispregiando onore e Dio, ma la Giustizia giù dal Ciel discende fuga l'inganno e l'ingordigia, estende la man pietosa a discacciare il rio Unendo insieme l'uno e l'altro Impero. Incisione di G. Piattoli. Milano, Raccolta Bertarelli.






Tutti d'accordo per tagliare l'albero dei francesi. Incisione anonima. Milano, Raccolta Bertarelli



“Championnet entra a Napoli”
Opera di Pelletan

Gli accadimenti del 1799 vanno letti nel contesto interno e internazionale in cui essi maturano. La “rivoluzione napoletana” non riuscirà a poggiarsi alla nobiltà, non ai ceti borghesi, non alle classi rurali ed ai primi nuclei di proletariato industriale, potrà fare affidamento solo sull’esercito francese, di cui, in ultima analisi, resta un prodotto. La partenza dell’armata francese lascerà i repubblicani napoletani nel panico, condannati alla disfatta.



CADUTA DE' GIACOBINI NEGLI ABISSI DELL'INFERNO
Incisione anonima
Napoli, Bibl. Nat.




“Eleonora Pimentel Fonseca
condotta al patibolo”
Giuseppe Boschetto, Napoli

Nei mesi precedenti pure i giacobini avevano minacciato la morte per ogni minima violazione dei loro proclami e dispensato senza parsimonia condanne capitali. Il conteggio dei morti nelle guerre civili è operazione sgradevole, resta tuttavia il fatto che, se da entrambe le parti il numero delle vittime fu maggiore a causa degli uccisi nei saccheggi di villaggi e di città, nelle decimazioni, nel furore dei combattimenti e delle vendette, i giustiziati furono 1563 di parte legittimista e non più di 120 di parte repubblicana.




GLI ULTIMI DUE CONSOLI DELLA REPUBBLICA ROMANA PORTATI IN CORTEO NELLA CITTA’ COME DUE DELINQUENTI
Incisione anonima. Venezia, Museo Correr.

Tra le Repubbliche “sorelle” per prima vi fu quella di Roma dove l’effimero Trattato di Tolentino non resistete alle sobillazioni interne e alle ambizioni francesi. L’assassinio ad opera di popolani romani del generale Duphot, che tentava di proteggere dei giacobini, fornì l’occasione tanto aspettata: i Francesi guidati da Berthier occuparono la città, deposero il Papa e il 15 Febbraio 1798 proclamarono la nascita della Repubblica Romana.




I COALIZZATI METTONO IN FUGA LA REPUBBLICA
Incisione anonima
Roma, Archivio del Museo Centrale del Risorgimento.




I REALISTI NELLA VANDEA
Incisione anonima, Napoli
Vizille, Musée de la Révolution francaise


Le notizie dalla Francia rivoluzionaria arrivarono a Napoli rapide e confuse. La monarchia è caduta, Luigi XVI finito sulla ghigliottina, la Bastiglia distrutta, il saccheggio, la devastazione, Robespierre e Marat, l’esercito francese che valica le Alpi e marcia sulla penisola italiana… Arrivarono però anche voci delle rivolte controrivoluzionarie nelle province di Francia e a Napoli si diffusero rapidamente le immagini della Vandea, dove la popolazione era insorta contro il governo rivoluzionario.




FERDINANDO IV E MARIA CAROLINA D’AUSTRIA
Incisione anonima
Roma, Museo Centrale del Risorgimento

I rappresentanti dell’effimera Repubblica di Roma vennero portati in giro sugli asini, mentre Ferdinando IV e Maria Carolina  d’Austria, sovrani di Napoli, furono celebrati come degni difensori della Santa Sede.
Il giubilo però durò poco, le truppe francesi ristabilirono il loro ordine a Roma e sotto il comando del generale Championnet marciarono su Napoli entrandovi nel gennaio del 1799.





ASSALTO DI CASTELNUOVO ED ARMAMENTO DELLA PLEBE
Incisione Anonima. Dall’Albo Croce del 1899. Napoli, Bibl. Nat.


Le immagini non tacciono lo scontro tra lazzari ed esercito straniero, una sfida tra due visioni del mondo irrimediabilmente contrapposte. Il popolo in processione è messo in fuga, numerosi sono gli scontri sanguinari nelle vie della città, solo l’arrivo dei soldati francesi salva i repubblicani napoletani asserragliati a Castel S. Elmo.




COMBATTIMENTO DELLA PLEBE CONTRO I FRANCESI AL PONTE DELLA MADDALENA
Incisione Anonima. Dall’Albo Croce del 1899. Napoli, Bibl. Nat.

Le province del Regno erano insorte già prima dell’appello di Ferdinando IV lanciato nel proclama dell’8 dicembre 1798 che incitava alla difesa del Reame, della Religione, “dell’onore delle vostre mogli, delle vostre sorelle, la vostra vita e la vostra roba”. Le popolazioni meridionali avevano preso spontaneamente le armi e rendevano difficile il cammino delle truppe francesi, a volte affrontate in vere e proprie battaglie.




ATTENDAMENTO DEI FRANCESI AL LARGO DELLE PIGNE
Incisione Anonima. Dall’Albo Croce del 1899. Napoli, Bibl. Nat.

Ferdinando IV, dopo aver nominato il principe Francesco Pignatelli Vicario generale del Regno, riparò in Sicilia giungendovi a bordo del vascello Vanguard dell’ammiraglio Inglese Nelson, decisione probabilmente presa sotto le insistenze della Regina Maria Carolina. Si erano sollevate Itri, Fondi, Sessa, San Geramano, Teano e si combatteva a Capua, ma il debole Vicario del Regno preferì siglare un indecoroso armistizio per poi fuggire in Sicilia dove, provocata l’ira del Re, fu imprigionato.



“Il vero miracolo di Sant’Antonio”
Incisione Anonima. Dall’Albo Croce del 1899.

Le iconografie raccontano lo stesso miracolo: una palla di cannone che provvidenzialmente fa cadere la bandiera di S. Elmo, mentre il santo scende dal cielo con la bandiera regia. L’Albero della Libertà viene spezzato da un demonio che si inabissa portandolo con se tra le fiamme. Il ritorno di Ferdinando IV è un tripudio, il sovrano è rivolto verso il popolo che lo accoglie lieto di vedersi restituita la Religione.


 



IL RITORNO DEI PRINCIPI EREDITARI A NAPOLI: Mira Signor, che torni a’ patrii liti / Del comune piacer segni infiniti
Incisione Anonima. Napoli, Bibl. Nat.

A Napoli, le antiche tradizioni degli ex-voto da un lato e delle xilografie bizantine dall’altro furono rinnovate per dare vita ad una iconografia popolare originale capace di mostrare a pieno il diffuso sentimento antifrancese e antirepubblica...no: Sant’Antonio da Padova proteggeva le truppe del Cardinale Ruffo e apriva loro la via verso la capitale del Regno per riconquistarla. Si utilizzarono vecchie incisioni in legno come modelli per ritrarre il giacobinismo con le sembianze di un mostro e i repubblicani mentre piombano nella dannazione eterna, viene invece salutato con giubilo il ritorno dell’ordine e la restaurazione del Trono.

 
 
 

“Ferdinando restitutore della Religione”
Giuseppe Cammarano. Dall’Albo Croce del 1899.

Assieme all’occupazione di Roma e Napoli, anche il Piemonte e la Toscana erano passati in mano ai Francesi. La loro dominazione però terminò in modo molto rapido nella primavera del 1799 quando ovunque fu ripristinato l’antico ordine grazie alle forze alleate della Russia di Paolo I, dall’Impero Ottomano, minacciato dalle mire di Bonaparte in Oriente, dall’Austria di Thugut e dall’Inghilterra.
 

LA PRESA DELLA BASTIGLIA.
Incisione anonima. Milano, Raccolta Bertarelli.
 
 

Ballo di patrioti e patriote nel convento di S. Martino, nella stanza del Priore. Incisione anonima. Dall'Albo Croce, 1899
 
 
 
 

Il Generale Championnet si reca ad installare il governo provvisorio. Incisione anonima. Dall'Albo Croce, 1899
 
 
 


Vito Nunziante, Ritratto di Lopresti, anno 1836.
Dall'Albo Croce, 1899

Gli insorti erano guidati da numerosi capimassa, qualche sacerdote come Don Donato De Donatis, conosciuto col nome di Generale dei Colli, il vescovo di Teramo, il parroco Don Mecarelli, contadini come Cappuccino, funzionari regi come il barone Salomone, governatore di Arischia, nobili e benestanti come Giovanni Pica di Antrodo...co e Francesco Alessandri di Celano, il medico De Angelis di Bagno e Giambattista Rodio, dottore in giurisprudenza. C’erano anche piccoli borghesi come Gaspare Antoniani, Giuseppe Cosentini di Lisciano, Giuseppe Pronio, poi Michele Pezza, detto “Fra Diavolo”, Gaetano Mammone, Gerardo Curcio, detto “Sciarra”, tutti perfetti conoscitori dei luoghi in cui agivano, legati da stretti rapporti di fiducia con gli abitanti che li tenevano al corrente degli spostamenti e delle mosse dei nemici.
 
 
 
 

Figura fantastica di Fra Diavolo. Incisione anonima. Dall'Albo Croce, 1899

Il movimento della Santa Fede univa ai battaglioni regolari anche le “masse” e le “unioni realiste”. Le formazioni “a massa” erano squadre di uomini armati con una struttura interna molto semplice adatte per gli scontri diretti. Le “unioni realiste” erano, invece, cellule operative clandestine, vere e proprie società segrete, in grado di intervenire in compiti speciali quali sabotaggi e iniziative che non era possibile affidarle a forze ufficiali.
 
 

Emblema della Repubblica Napoletana
 
 
 
 


L'EFFIGE DEL GIACOBINISMO CADUTO
Incisione anonima
Napoli, Bibl. Nat.
 
 
 
 

VIVA FERDINANDO IV
Incisione anonima
Dall'Albo Croce 1899. Napoli, Bibl. Nat.

Le iconografie dell’epoca ci presentano il Cardinale Ruffo come vero eroe. Sant’Antonio da Padova è al centro dell’attenzione, conduce alla vittoria le armate sanfediste e presiede al ritorno del Re in una Napoli festante e pacificata. Altre effigi ritraggono i sovrani Ferdinando e Maria Carolina circondati dai Santi p...
rotettori come San Michele, Sant’Antonio, San Cristoforo, San Gennaro, mentre i giacobini vanno in contro al loro destino di congiurati.
Tuttavia nel momento della restaurazione del Regno, quando ormai l’unica questione all’ordine del giorno era quella del trattamento da riservare ai giacobini napoletani, Ruffo si distinse dalle scelte assunte dalla Regina Maria Carolina. I lazzari, il popolo e persino i suoi fedelissimi, non condividevano e non comprendevano la sua clemenza e concordavano in pieno con la volontà punitiva della Regina, affiancata dall’ammiraglio inglese Nelson. La politica dei sovrani, del resto, le condanne capitali che fioccarono, era perfettamente conforme ai costumi e alle leggi del tempo, soprattutto quando dirette contro quei militari che avevano mancato al loro giuramento.




VERO MIRACOLO DI S. ANTONIO DA PADUA SORTITO IN NAPOLI ADDI’ 13 GIUGNO 1799
Insicione anonima.
Roma, Archivio del Museo Centrale del Risorgimento





MUORE LA LIBERTA', VIVA SUA MAESTA'
Incisione anonima
Dall'Albo Croce del 1899. Napoli, Bibl. Nat.

La versione della storiografia ufficiale dall’unità d’Italia in poi insiste nel sottolineare la ferocia degli insorti nei combattimenti e nelle vendette, ma tace le violenze ben più gravi degli invasori francesi e dei giacobini locali che trucidarono, saccheggiarono, incendiarono e rasero al suolo i...nteri villaggi. Ci si dimentica spesso che alla base delle spontanee resistenze popolari si trovava ancor prima del legittimismo monarchico, la difesa della propria fede religiosa, cosa totalmente diversa sia dal clericalismo, sia dalla pretesa opera di fanatizzazione delle plebi ignoranti e superstiziose, pretesa che dimentica che su un totale di 130 vescovi del Regno solo 10 erano controrivoluzionari e ben 19 repubblicani dichiarati, mentre la maggioranza preferì non assumere una posizione precisa, ma in sostanza favorevole ai Francesi ed ai giacobini per la loro ammonizione a ricordare che ogni autorità viene da Dio.





IL MIRACOLO DI S. ANTONIO. VITTORIA DEI SANFEDISTI SUI GIACOBINI.
Incisione Anonima. Dall’Albo Croce del 1899. Napoli, Bibl. Nat.


Nell’autunno del 1799 la reazione trionfa dappertutto, successi militari, sommosse contadine, festeggiamenti per i Troni restaurati. In effetti, il quadro dell’opinione politica sembra dar prova di maggiore lungimiranza: bilancio di un secolo che ha portato i primi colpi contro l’ordine politico, economico e sociale tradizionale, mostra la contrapposizione tra due sistemi, tra due mondi con una bilancia pende visibilmente dalla parte della monarchia.





SITUAZIONE POLITICA DELLE PRINCIPALI POTENZE EUROPEE NELL’ANNO 1799
Incisione anonima.
Milano, Raccolta Bertarelli


...
Parallelamente alle operazioni militari, si moltiplicarono le insurrezioni contadine. Ad Arezzo, al grido di “Viva Maria!”, l’armata aretina, inquadrata da ex-ufficiali, preti e agenti austriaci, prense Siena, Firenze e altre città della Toscana, poi passò a conquistare le Marche, l’Umbria, il Lazio. Ovunque i simboli del regime repubblicano vennero distrutti e furono ripristinati gli stemmi e i ritratti delle famiglie regnanti.
Ad aprire le ostilità fu il generale Suvorov, alla testa dell’armata austro-russa, il 26 marzo, e la sconfitta del generale Moreau a Cassano d’Adda il 27 aprile segnò la fine della Repubblica Cisalpina.
 
 



 



IL QUADRO DELL’OPINIONE POLITICA ALLA FINE DEL XVIII SECOLO
Incisione Anonima
Milano, Raccolta Bertarelli

Le notizie, provenienti dalla Cisalpina, delle ripetute sconfitte dei generali Barhtèlemy Schèrer e Jean Victor Moreau e la fuga del governo repubblicano da Milano, convinsero Mcacdonald della necessità di affrettare la partenza in modo tale da evitare di restare chiuso senza scampo nel Regno...
di Napoli. Ritenne però prudente procedere per gradi, senza fare mai menzione delle sconfitte francesi, camuffando il primo passo della ritirata come semplice spostamento del suo quartier generale da Napoli a Caserta.
Il 17 maggio Mac Donald lascia Napoli conquistata il 13 giugno dai sanfedisti. L’armata francese risale la penisola per tentare di congiungersi con Moreau. Sul fiume Trebbia però è di nuovo Suvorov ad avere la meglio ed i Francesi ripiegano su Genova ed Alessandria. Joubert è battuto a Novi il 15 Agosto, la penisola italiana è ormai liberata.





ENTRATA DEI FRANCESI A NAPOLI
Incisione Anonima
Parigi, Bibl. Nat.

Invano i seguaci delle idee repubblicane cercarono di attirarsi le simpatie del popolo, le belle parole e le promesse erano quotidianamente smentite sia dalla condotta delle truppe di occupazione, dai saccheggi spietati e dalle violenze, che dallo spoglio delle chiese e dalle esose contribuzioni di guerra.


I FANATICI GIACOBINI IN WORMS COSTRETTI A SRADICARE IL LORO ALBERO DELLA LIBERTA’
Incisione anonima,
Napoli, Vizille, Musée de la Rèvolution francaise.




“La sera del d’ 4 luglio 1799 in cui il popolo fiorentino bruciò li emblemi repubblicani”
Incisione di S. Lasino. Milano, Raccolta Bertarelli.




“Insurrezione degli aretini contro i francesi”
Incisione di Cecchi da Ermini. Milano, Raccolta Bertarelli.




BARBARO ASSASSINIO DI MARIA ANTONIETTA REGINA DI FRANCIA
Incisione anonima. Milano, Raccolta Bertarelli.




FINE TRAGICO DI LUIGI XVI
Incisione di A. Magini da Fious e Beau.
Roma, Archivio del Museo centrale del Risorgimento




ENTRATA DEI FRANCESI A ROMA
Incisione di Couché fils e Bovinet da Gudin.
Milano, Raccolta Bertarelli.



TUMULTO DELLA PLEBE INNANZI ALLA REGGIA: Viva il Re e morano i Giacobini!
Incisione Anonima. Dall’Albo Croce del 1899. Napoli, Bibl. Nat.

Il popolo, agitato dalle voci di tradimento, si radunò il 20 dicembre del 1798 sotto la Reggia chiedendo armi e gridando: Viva il Re, morano i Giacobini! Impadronitisi di circa 24 mila fucili, il popolo dette l’assalto ai castelli per poi dirigersi presso Caste...l Sant’Elmo dove, la notte prima, i repubblicani si erano impadronite della fortezza. I Francesi, accampatisi al Largo delle Pigne, scagliano l’offensiva e fermano nel sangue i popolani accorsi. Il 23 gennaio 1799 a Napoli fu, quindi, proclamata la Repubblica, un governo privo di consenso popolare e destinato a durare meno di sei mesi, che consentì ai Francesi l’asportazione di ingenti somme di danaro e con essi quadri, statue, libri e la spoliazione di gallerie, chiese ed archivi.






IL CARDINALE RUFFO
Incisione Anonima

Il Cardinale Ruffo era sbarcato l’8 Febbraio 1799 a Pezzo di Calabria, non era un militare, ne si illudeva delle sue capacità, era invece un ottimo diplomatico ed un grande organizzatore. Aveva con se una larga bandiera bianca, consegnatagli dalla regina, che recava da un lato lo stemma dei Borbone e dall’altro una croce con la scritta latina IN HOC SIGNO VINCES. Dalla Calabria organizzerà il movimento popolare che spazzerà via la Repubblica Partenopea.





“I condannati politici del 1799
in Castel Nuovo”
Giuseppe Sciuti, Napoli

Tra i motivi che alimentavano tanta ostilità antigiacobina vi furono l’imposizione del pesante ed insopportabile tributo di quindici milioni di ducati, l’ordine di bruciare e atterrare ogni località ribelle ai francesi e alla repubblica e di addossare ai parroci la responsabilità delle azioni antirepubblicane commesse nell’ambito della loro giurisdizione.




“Combattimento tra Francesi e lazzaroni (23 gennaio 1799)”
Stampa anonima

Nel giro di pochi mesi, la sollevazione guidata dal Cardinale Ruffo, sotto le insegne della Santa Fede, diretta contro l’occupante, riuscì a mobilitare le masse contadine, le Province vennero via via liberate e l’esercito di Ruffo poté convergere su Napoli conquistandola il 14 Giugno, mentre i Francesi di Mac Donald avevano già lasciato la città e ripiegato verso il nord, abbandonando i repubblicani napoletani al loro destino. Il 10 Luglio Ferdinando IV approda nel porto di Napoli.


Di :
 
Redazione A.L.T.A.