mercoledì 22 maggio 2013

Monsignor Giovanni Volpi, un grande Vescovo Cattolico Tradizionale integrale...

       "Bisogna combattere la Massoneria!" Omelia per la Solennità di Ognissanti A.D. 1913.

 
Omelia di mons. Giovanni Volpi per la Solennità di Ognissanti dell’Anno del Signore 1913.

Venerabili Fratelli e Figli Dilettissimi,

        Altra volta da questa cattedra io vi parali di una setta nefanda, che tanta strage di anime fa in tutto il mondo, ed anche pur troppo nella nostra Diocesi e principalmente nella nostra città di Arezzo, voglio dire della Massoneria. Allora ve ne trattai con una certa ampiezza, perché mi premeva di farvela conoscere bene, affinché vi guardaste dalle sue insidie e deste opera perché quegli infelici che erano caduti nelle sue reti se ne liberassero. Però, in questi ultimi mesi si è parlato molto della massoneria, specialmente in Italia, ed anche certi periodici o giornali, che forse per il passato più o meno coscientemente avevano servito la Setta, si mostrarono ad essa avversari. Anzi ve ne fu persino uno, che aprì un referendum sulla massoneria, e su quel giornale si pubblicarono intorno alla massoneria giudizi di uomini illustri per molti titoli. La maggior parte di quei giudizi si mostrarono sfavorevoli alla Setta Massonica, ma, o furono espressi in termini molto vaghi, ovvero non rilevarono ciò che nella Setta stessa vi è più malevolo e pericoloso. Ciò io penso che avvenisse perché alcuni si lasciano dominare facilmente da un  certo rispetto umano quando si tratta di manifestare il proprio pensiero, non conforme in tutto a quello di molti, prevedendo forse di perdere un po’ di quella popolarità cui aspirano incessantemente. Altri sono così digiuni di cose religiose e così condiscendenti in quelle morali, che non pongono mai siffatte questioni a base delle loro investigazioni e dei loro ragionamenti; Altri, infine, non si mostrano severi nei loro giudizi contro la Massoneria, perché forse sono mossi a darli dalla stessa Setta, la quale tenta anche per tal mezzo di stornare l’attenzione del pubblico dalle sue nefandezze o di turlupinare il povero popolo e specialmente certi assidui lettori della stampa liberale, i quali certo sono più facili a prestar fede a un giornale di quel colore che agli insegnamenti della Chiesa Cattolica e dei suoi Ministri.

        Tutto questo  mi ha persuaso ad essere necessario dire  ancora una parola sulla Massoneria ai fedeli che vengono ad ascoltare il vescovo quando tiene la sua omelia: eccovi dunque l’argomento che svolgerò brevemente in questa mattina: Bisogna combattere la Massoneria.
        Mi studierò di esser breve, dirò quello che è già stato pubblicato in ogni parte del mondo, perché mi preme solo una cosa: «Svegliare quelli che dormono, ed eccitarli a salvare la nostra povera Italia da questo cancro roditore, e soprattutto le anime redente dal Sangue divino»
***
        Per lungo tempo si volle dare ad intendere che la Massoneria è una grande Associazione di beneficenza; ed anche ai giorni nostri ve ne sono dei gonzi che vi credono; ma più della beneficenza per gli altri la Massoneria cerca di farla peri suoi adepti, quindi molti che non vedono più in là del proprio interesse anche a danno della coscienza, entrano nella Massoneria per far carriera, per ottenere un posto, un favore, un impiego, delle protezioni, come se entrassero in una Società di Mutuo Soccorso [E questo vale oggi più di ieri, visto che la Setta ha il massimo di potere che Dio gli ha permesso di avere. Dunque resistiamo! Loro sono ai titoli di coda, Noi a quelli di testa N.d.R.]. Ma l’interesse degli ascritti nella setta non è il vero fine della Massoneria: quale sia questo fine principale lo potrei dire, riferendo molti documenti massonici, ma per non tediarvi con lunghe citazioni, lo dirò soltanto con le parole che si leggono nel Resoconto massonico del 1902; nessuno mi accuserà così di esagerazione. Però, domando perdono ai buoni fedeli della blasfema citazione che sono costretto a fare: «Noi vogliamo – così in quel documento – la distruzione del Papato, vogliamo che dio mentitore vada a riporsi tra i vecchi ruderi, che la Chiesa Romana, fondata sul mito Galileo, crolli e finisca».
        Ecco come parlano i frammassoni quando vogliono esser sinceri: non lo dicono sempre, non lo dicono a tutti, anzi spesso si nascondono, mentiscono, e ne hanno persino il permesso dai loro capi; quindi, ora ostentano di voler diffondere la lingua italiana, ora di proteggere l’infanzia abbandonata, ora di soccorrere le vittime di un’epidemia, talvolta di voler aiutare le sofferenze di tutti senza distinzione di partito o di religione; la lo scopo è sempre il medesimo, che si vuol raggiungere o direttamente o indirettamente: combattere cioè Gesù Cristo, la Sua Chiesa, i Suoi Ministri, le Sue Leggi, il Suo Vangelo, per sostituirvi il regno della natura, cioè il regno di satana. Un tempo forse si poteva rimanere ingannati, ma ai giorni nostri gli scopi della Massoneria sono troppo conosciuti, e chi li ignora vuol dire che non ha occhi, ovvero li chiude per non vedere.
        È inutile che io ripeta ciò che già vi dissi intorno all’origine della Massoneria; essa vorrebbe essere molto antica, ma non risale più in là della metà del secolo XVIII, ormai si ritiene comunemente che essa nacque a Londra nel 1717, quando cioè le associazioni dei Muratori  si trasformarono in questa infausta setta. Di qui i nomi di Logge, di officine, di Tempio da edificarsi; di qui l’uso della cazzuola, della squadra, del compasso, che innocui attrezzi dell’onesto mestiere del muratore, divennero simboli della Massoneria. «Uomini liberi – così uno scrittore competentissimo – superiori ad ogni pregiudizio religioso e sociale, indipendenti, uniti nel culto dell’Umanità, nell’odio di tutto ciò che imprigiona lo spirito umano, si radunarono nelle Logge». Ma era pericoloso, specialmente sul principio, mostrarsi in pubblico, non si potevano manifestare certi propositi senza correre pericolo di essere processati e condannati, di qui il segreto massonico. Ma se i massoni temono, si vergognano, si nascondono, con questo soltanto si condannano da se stessi, perché riconoscono che l’appartenere a quella setta è un  disonore.
        Nelle recenti polemiche, un Ministro riconobbe l’incompatibilità della Massoneria colla disciplina dell’esercito: e nel Belgio si andò più oltre: si proibì cioè con una legge che i soldati appartenessero alla Massoneria.
        Appena comparve questa diabolica società – nessuno si scandalizzi di questo titolo: chi adora il diavolo, come si fa spesso nelle sedute massoniche, non si merita altro nome – fu condannata dalla Chiesa. Clemente XII la condannò con la Costituzione In eminenti del 28 aprile 1738; i successori di Lui, quasi tutti ne rinnovarono la condanna, e cioè Benedetto XIV nel 1751 colla Costituzione Ecclesiam; Leone XII nel 1825 colla Costituzione Quo graviora mala; Pio VIII nel 1829 colla Costituzione Traditi; Gregorio XVI nel 1862 colla Costituzione Mirari vos; Pio IX nel 1846 e nel 1865 colle Costituzioni Qui pluriuso e Inter multiplices, e soprattutto colla Apostolicae Sedis, colla quale scomunicò tutti coloro che danno il nome alla Massoneria, alla Carboneria e alle sette dello stesso genere, ed infine Leone XIII, il quale nel 1884 emanò contro la Massoneria la celebre Enciclica Humam genus.
        Dire il male che questa Setta ha fatto in 200 anni sarebbe troppo lungo: affermerò soltanto – pronto a provarlo coi più irrefragabili documenti – che non vi è stato in questi due secoli attentato alcuno contro la Chiesa, contro i suoi diritti, contro la sua dottrina, cui sia rimasta estranea la Massoneria. Ed essa stessa omai non lo nega più, anzi se ne vanta, e tutti vedono al ritornare di certe date, i proclami della Massoneria attaccati pubblicamente per le città, ed odono le bestemmie che si scagliano contro Gesù Cristo, contro il Papa, contro la Chiesa, dai più noti frammassoni, scelti per commemorare certi avvenimenti.
        La Massoneria, però, non è soltanto nemica della Religione, ma è fatale anche per la Società Civile, e questo pure potrei dimostrarli con innumerevoli documenti.
        Prendiamo uno dei più recenti. Ettore Ferrari, eletto il 17 febbraio 1904 Gran Maestro della Massoneria, ed il quale anche al presente riveste una tale carica, recitando nel giorno della sua elezione il discorso di rito davanti ai grandi dignitari dell’Ordine, esortò i suoi fratelli a seguitare a combattere con alacrità finché non avessero raggiunto lo scopo finale, dicendo: «O fratelli carissimi, lo stendardo massone, che già si piantò glorioso in ogni tappa della Civiltà, sventolerà vittorioso sul cadavere della superstizione e del privilegio». In altre parole, affinché capiscano subito anche i profani, la Massoneria sarà contenta e giudicherà d’aver compiuta l’Alta Missione, che crede di avere, quando avrà distrutto ogni religione e qualunque siasi governo ed autorità.
        Che voglia distrutta ogni religione già l’abbiamo inteso dalle dichiarazioni della Setta stessa: che poi voglia distrutta anche ogni autorità lo dice lo stesso Ferrari: «I Massoni – così Egli – devono combattere il privilegio sotto qualunque forma si presenti. Tutto ciò è Rivoluzione in ogni ordine sociale, che dovrà compirsi gradatamente, senza odii, senza persecuzioni – i fatti del Portogallo sono un bel commento – con amore, ma con ferrea volontà, con persuasione, con incessante lavoro». Il Venerabile della Loggia – I Forti Lucani – parlò anche più chiaro e disse: «La nostra associazione è veramente civile ed umanitaria, perché da secoli mina il trono ai tiranni». E chi siano questi tiranni lo disse apertamente il frammassone Castellazzao, Gran Maestro dell’Ordine: «I monarchi, i reggitori dei popoli e le classi dirigenti, senza credere orami un solo iota del Verbo Divino, sembrano però lasciarsi persuadere dal verbo più umano, che loro grida incessantemente tutte le tirannie essere solidali e il dispotismo costituire una sola e strettamente legata famiglia di divoratori di popoli» (Riv della Mass Ital 1881). Roma, secondo i massoni, non deve essere la capitale d’Italia ma di una nuova Repubblica Europea [LUnione sovieta Europea costituenda? N.d.R.], ed a chi facesse loro riflettere il grande abisso di sangue a cui si andrebbe incontro, risponderebbero con le parole di Adriano Lemmi: «Che importa? Il vecchio mondo si sfascia. Dalle sue rovine ne sorga uno nuovo e più bello» (Riv della Mass Ital 1888). È noto a tutti perché registrato nella Storia che il frammassone Mazzini – come narrò egli stesso – dette mille franchi e un pugna letto con manico di lapislazzuli al giovane Adriano Gallenga, perché uccidesse Carlo Alberto.
        Si dirà, dunque, che i Massoni sono tutti anarchici? No, anzi alla morte di un Sovrano saranno capaci di protestare, come il Gran Maestro della Massoneria dopo l’assassinio di Re Umberto, ma nelle dottrine della Massoneria sta il fondamento di ogni ribellione, e in virtù dei principi che essa professa, l’uccisione di un Sovrano può essere considerata come un’azione virtuosa, come un fatto glorioso. Secondo i massoni gli uomini hanno il diritto del libero esame, il diritto della morale indipendente, il diritto della libertà di pensiero e di coscienza. Con tutti questi diritti sarà facile persuadersi che non c’è nulla di male ad ammazzare la gente, anzi, purché si faccia per un fine che ad alcuno sembri buono; non solo costoro non crederanno di commettere un delitto, distruggendo con un pugnale tutti i neri vampiri e tutti i divoratori di popoli, ma se ne glorieranno, e quando giustamente fossero puniti, si chiameranno martiri.
        Del resto, che nella Massoneria non di badi punto alla coscienza, ma si cerchi solo gli interessi della Setta e dei Settari, tutti omai lo sanno per una triste esperienza che si è fatta in ogni luogo. Per esempio: quel medico è un ignorante, quell’ufficiale è un inetto, quel professore è al di sotto del livello richiesto da quella cattedra, quel Ministro è un  incompetente; non importa, sono massoni. Si preferiscono, dunque, al medico bravo e coscienzioso, al Professore valente, al valoroso Soldato, al Ministro coscienzioso. Basta, basta sono cose che da tutti si vedono, ed è una vergogna che si subiscano in un Paese civile. Combattiamo, dunque, la Massoneria, combattiamola in nome della civiltà, pel bene del nostro Paese.
        Miei direttissimi Figli in Gesù Cristo, non comprate, non leggete giornali che s’ispirano alle Logge Massoniche; non mandate il vostri figliuoli a scuole informate (=plasmate) dagli ideali massonici, cioè alla neutralità; non favorite istituzioni che sotto colore di beneficenza o di cultura fanno propaganda massonica. Parlate chiaro della Massoneria, dite che è peccato l’appartenervi, che chi vi si ascrive è scomunicato, cioè indegno di ricevere i Sacramenti, separato dalla Comunione dei fedeli. Soprattutto pregate il Signore che vi dia coraggio e fermezza in questa santa lotta. Le forze del male non si possono infrangere senza la Grazia di Dio, e questa Grazia si ottiene colla preghiera. Opportunamente nel testé decorso mese di ottobre tutti i milioni di fedeli ascritti all’Apostolato della Preghiera offrirono le loro Comunioni, le loro preghiere per combattere efficacemente la Setta Massonica. Tante suppliche impetreranno certamente un aiuto efficacissimo dal Signore. Però, alla preghiera bisogna unire anche l’opera nostra. Salviamo dalla Massoneria specialmente il popolo e la gioventù. Lo dico a tutti: ai Sacerdoti principalmente; ai fedeli che amano le povere anime e bramano di salvarle, ma lo dico pure a tutti gli onesti: il favorire la Massoneria, il permettere che essa lavori per raggiungere i suoi empi scopi è delitto di lesa Religione e di lesa Patria.
E così sia. 

 
Preghiera al Sacro Cuore di Gesù
Per l’intercessione del suo fedele devoto, il Servo di Dio mons. Giovanni Volpi.

O Cuore Eucaristico di Gesù che vi compiaceste d’infondere nel Vostro Servo fedele mons. Giovanni Volpi un desiderio ardente ed efficace di riparazione e di ammenda, ed un amore tenerissimo ai patimenti, alle umiliazioni e agli obbrobri, che accettò per divenire così simile a Voi, ed una fede inconcussa che gli fece vedere, anche nelle tribolazioni, il Vostro amore per il nostro vero bene, degnatevi di esaudire le  mie richieste e di quanti a sua intercessione e per i meriti suoi Vi domandano grazie per la Vostra maggior gloria e la sua santificazione

Pater Noster; Ave, Maria; Gloria Patri
 
 
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