lunedì 17 giugno 2013

Alessandro Cecchi Paone e la Massoneria: amici d'infanzia.

La maggior parte dei  lettori ormai conoscerà molto bene l'indole e le frequentazioni , non che il pensiero , del sig. Alessandro Cecchi Paone , degno figlio degli enciclopedisti del XVIII secolo e dei liberal-settari del XIX .
Navigando in rete,  ci siamo imbattuti in un'intervista tratta da "Erasmo Notizie" del 15 febbraio 2011   intitolata "La Massoneria vista da Alessandro Cecchi Paone" , nella quale egli sviscera tutto il suo pensiero ateo e settario.
Abbiamo deciso di pubblicare qui l'intervista perché voi possiate leggerla e riflettere attentamente sul genere di persone alle quali viene data mano libera nel mezzo di comunicazione di massa più usato e influente del mondo con internet, la televisione. Buona lettura; sperando che reggiate all'iniquo linguaggio.




Nella sua libreria c’è sempre La Montagna Incantata di Thomas Mann, perché in quelle pagine c’è tutto il passaggio fra la cultura dell’800 e la cultura del ‘900. E ama parlare a viso aperto, come il titolo di un suo libro. Perché, ha spiegato in un’intervista, “non ci si rimette mai a vivere a viso aperto perché qualunque cosa si sia, se lo si è fino in fondo e senza conflitti, questo ci rende più forti”. E’ sempre un grande confronto Alessandro Cecchi Paone, giornalista e conduttore televisivo, direttore del canale culturaleMarcopolo, in onda sulla piattaforma satellitare di Sky. Presidente di Neworld Srl, società di produzione e comunicazione integrata multimediale e docente di giornalismo e comunicazione culturale in diversi atenei, ha diretto il mensile La Macchina del Tempo e collabora con quotidiani e riviste. Tra i tanti contributi pubblicati, Un saggio mi ha detto, Ulisse. l’uomo che inventò il Mediterraneo, Alessandro Magno ieri e oggi. Il suo nuovo libro, scritto con Umberto Veronesi, ha per titolo Scienza e pace, edizioni Passigli. l’obiettivo di queste pagine che si leggono con piacere, è quello di coniugare la ricerca scientifica con le ragioni del pacifismo, in nome di una comune lotta per la salvaguardia dei principali valori umani: una lotta laica e liberale, nel segno del rispetto di tutte le convinzioni ma che rifiuta ogni dogmatismo precostituito.

Lei ha studiato molto la storia e il messaggio della Massoneria. Che idea si è fatto di questa istituzione?

La prima idea del tutto positiva sulla Massoneria la devo alla mia famiglia, erede di convinti patrioti repubblicani che univano, nel periodo risorgimentale, la militanza per l’Italia unita a quella massonica. Ricordo fin da piccolo, nella casa degli avi, i santini di Mazzini e Garibaldi incastrati nelle madie al posto di quelli dei patroni più diffusi nelle case italiane dell’epoca. Nella fase successiva, ai tempi delle mie scuole medie ho anche scoperto dello schieramento antifascista di quella parte della mia famiglia a fianco dei gruppi liberali che facevano riferimento a Vittorio Emanuele Orlando e Giovanni Amendola. Insomma già nel privato la tradizione massonica delle origini familiari si intrecciava con l’impegno civile dei bisnonni e dei prozii a favore della libertà, dell’uguaglianza, della fratellanza fra tutti gli esseri umani, della giustizia sociale, dell’unità e dell’indipendenza dell’Italia a fianco dei paesi anglosassoni e del Nord Europa. Gli studi storici successivi, universitari e legati al mio lavoro giornalistico e divulgativo, hanno semplicemente confermato e sistematizzato queste nozioni personali.

Da storico, ritiene che il Grande Oriente, con tanti suoi uomini, abbia dato un apporto significativo all’Unità d’Italia?

Sono convinto, e non è solo un’ opinione ma il frutto di studi documentati e riflessioni largamente condivise, che il processo unitario e irredentistico italiano debba moltissimo alla semina massonica. così come la costruzione successiva dello Stato unitario fino alla frattura fascista.
Non si tratta solo di elencare la moltitudine di nomi famosi e meno famosi che resteranno sempre legati alla vicenda risorgimentale e ai primi settant’anni dello stato italiano, ma alla diffusione di ideali e sentimenti che fanno del Risorgimento quella rivoluzione borghese e liberale tardiva e parziale che almeno in parte fa dell’Italia un paese affine alle democrazie occidentali e ai paesi civili del mondo. Garibaldi era Gran Maestro del Grande Oriente, ma lo sanno ancora in pochi.

Come vede l’eroe dei due mondi in camicia rossa e grembiulino?

La figura di Garibaldi, insieme camicia rossa e massone, mi fa pensare al binomio mazziniano di pensiero e azione, o a quello latomistico di progetto ed edificazione. Non dimentichiamo che i paesi liberi e civili del mondo occidentale e democratico sono figli di rivoluzioni borghesi che hanno messo in pratica il progetto illuministico di affermazione della giustizia e della fratellanza contro il dispotismo dell’alleanza fra trono e altare. Il nostro Garibaldi è la versione ottocentesca dei massoni americani alla Washington, generali in battaglia e insieme legislatori nell’interesse del progresso e della felicità del genere umano.

A suo avviso qual è il messaggio della Massoneria oggi per l’Italia? Agenzia etica, richiamo morale, palestra di confronto o altro?

L’Italia deve i suoi problemi, i suoi ritardi, il suo non essere da tempo all’altezza della sua storia, della sua cultura, del carattere della sua gente, al terribile impasto dogmatico delle mentalità e delle ideologie delle tre chiese dell’arretratezza: fascismo, comunismo e cattolicesimo. Il loro influsso ci fa essere meno ricchi e giusti ed evoluti come paese di quello che potremmo essere, e ha pesato su scelte sciagurate che hanno sfregiato la nostra storia nel secolo scorso. il tradimento dello stato moderno postrisorgimentale nel ventennio, l’alleanza vergognosa con la Germania nazista e il Giappone razzista, le leggi razziali antiebraiche, l’antiamericanismo e l’anticapitalismo di tanta parte della sinistra fino la caduta del Muro di Berlino. Per me la Massoneria in Italia nei suoi momenti e nel suo ruolo più nobile, ha rappresentato e può rappresentare la cerniera di contatto, il canale sempre aperto di comunicazione con il mondo liberaldemocratico, ispirato alle dichiarazioni universali dei diritti dell’uomo e del cittadino, alla libertà di scelta dell’individuo in ogni campo della vita umana, alla laicità figlia della separazione assoluta fra chiese e stato, alla fiducia nella scienza e nella tecnologia nell’interesse del progresso della società e dell’umanità intera, da liberare dal bisogno, dalla paura, dalla miseria e dal dolore.

Dan Brown a parte, la Massoneria viene ancora troppo spesso accostata a consorterie e a immagini negative, fatte di cappucci che tramano nell’ombra. Lei ha conosciuto e guardato negli occhi il Gran Maestro Raffi: è proprio così?

La figura di Raffi ha sottratto la Massoneria italiana al doppio cappio al collo della vicenda P2 e della nomea di consorteria segreta e oscura.
Da giovane repubblicano ed ex allievo e assistente di Giovanni Spadolini vedo nel repubblicano Raffi il segno di un rinnovato sposalizio tra le correnti politiche, sociali, culturali ispirate all’illuminismo, al liberalismo democratico, al socialismo riformista, alla laicità, che di caso in caso si declinano in forma partitica, associativa, iniziatica, spirituale. Ma sempre nel segno della luce contrapposta all’oscurità, della trasparenza che sfida le tenebre e l’opacità, della legalità che fronteggia la corruzione morale e concreta, della testimonianza palese che spiazza il complotto.

Quanto è importante anche per la Massoneria saper comunicare?

Ho molto apprezzato l’apertura al pubblico della sede del Vascello e il susseguirsi di intellettuali di valore delle varie discipline chiamati a partecipare ai convegni di studio e alle cerimonie celebrative del Grande Oriente. Quel che invece ancora manca è l’ultima sfida del confronto con la comunicazione di massa, che ancora troppo spesso non sa o non vuole chiarire al grande pubblico la differenza fra massoneria regolare e storicamente gloriosa testimone di civiltà e consorterie apparentemente derivate ma equivoche e prive di dignità ed affidabilità. Così come potrebbe essere giunto il tempo che per il tramite di testimonial ufficiali il GOI racconti ai grandi numeri dell’audience televisiva il suo ruolo umanitario, filantropico e affratellante nella società italiana. Insomma, nel processo di modernizzazione della massoneria italiana va affrontata la sfida di risolvere in modo equilibrato il problema del rapporto con
il mondo delle telecomunicazioni e della televisione in particolare.

Dai Templari alla cronaca più recente, Cecchi Paone si è occupato di tanti aspetti legati all’obbedienza massonica. E’ vero che per il suo libro su Cagliostro, di prossima pubblicazione, l’Ordine le ha messo a disposizione le sue carte?

E’ vero che il GOI ha accettato la mia richiesta di accesso all’archivio storico per una serie di progetti legati al mio lavoro di divulgatore storico-culturale e scientifico. Ne sono felice e grato. l’idea di riaprire il capitolo Cagliostro mi è venuta durante una visita a San Leo dove le rose fresche quotidianamente lasciate dai Fratelli nella sua cella mi ha profondamente profondamente colpito come gesto di continuità e di attualità della sua complessa figura. Ma il primo contatto è avvenuto a proposito del mio interesse per Raimondo di Sangro principe di Sansevero, cui già ho dedicato una intera trasmissione televisiva e sul quale vorrei presto produrre un più lungo e completo documentario storico da diffondere sul mercato mondiale. Fondatore della massoneria a Napoli, studioso, alchimista, scienziato antelitteram, il principe ha realizzato nella sua cripta il sogno di ogni uomo: rendere luminosa e tutt’altro che inquietante una costruzione di solito segnata dalla crudeltà e della disperazione della morte.

 
 
 
 
Di Redazione A.L.T.A.