lunedì 12 agosto 2013

Democrazia, democrazia…

pupi
di Pietro Ferrari
La natura pone gerarchìe, subordinazioni ed interdipendenze. In natura la qualità è inversamente proporzionale alla quantità e la quantità nella società umana, è spesso gravata da pulsioni e bisogni, da ignoranza e dalla inclinazione a subire l’indottrinamento. Se il popolo fosse davvero sovrano potrebbe pure votare un referendum fiscale o l’adesione ad un Trattato internazionale, ma non può farlo perchè la sua sovranità è una finzione. Le regole fondamentali del Gioco sono fuori dalla portata dei fruitori. Il mandato che viene conferito ai parlamentari non è imperativo, proprio perchè non vi è alcuna delega reale ma solo fittizia, edulcorata e diluita nella ‘volontà generale’ come pubblica sintesi obbligata di tantissime scelte individuali dettate da motivi diversi. Poi si risponde agli elettori qualcuno dirà e il mandato sarà revocato … forse e non in base ad una delega precisa prima ricevuta, ma solo in base alla capacità di suscitare, fomentare, gestire ed organizzare consensi. Solo i demagoghi reggono il sistema politico, sapendo calibrare il messaggio come abili venditori e seduttori della folla, femmina tra le femmine, telespettatrice o meno, colpendo la passività dissimulata in attenzione mentre gli oligarchi, burocrati o banchieri, non hanno manco bisogno di questo in quanto hanno il “posto fisso”. Non devono fare altro che reggere il gioco, che aiutare la sceneggiatura del teatrino. Ma forse che la Democrazia è mai esistita davvero? Forse che il Demos divinizzato ha mai avuto una nicchia nel Pantheon? Quella greca era piuttosto una oligarchia meritocratica che non una democrazia a suffragio universale.
La democrazia come espressione del suffragio universale, è un concetto abbastanza recente, non presente nella Roma antica né in quella repubblicana dove il potere era nelle mani del senato che a sua volta era composto da membri delle famiglie maggiorenti, né ovviamente nell’Impero dove tutto il potere era nelle mani dell’imperatore. Non c’era democrazia nel sacro Romano Impero e neanche nei successivi regni barbarici medievali, o nelle “Signorie” e neppure nei “Comuni” rinascimentali dove solo le famiglie dei maggiorenti decidevano le questioni importanti. Non ci fu democrazia nemmeno nelle recenti monarchie che dominarono la Francia prima e dopo la rivoluzione o in quelle che dominarono l’Europa come l’Asburgica. La stessa democrazia Inglese era semplicemente una costituzione parlamentare che non prevedeva assolutamente il suffragio universale. Da metodo possibile a principio assoluto, da semplice forma di governo a valore in sè con il beffardo esito della eterogenesi dei fini: mai come oggi gli uomini sono schiavi del denaro, del lavoro, dei debiti, credendo nel contempo di essere sovrani.
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