domenica 17 novembre 2013

Papa Francesco mette in guardia da veggenti, messaggi quotidiani, annessi e connessi

papamed

Che Papa Francesco non avesse in particolare simpatia i “veggenti” e tutto il fenomeno che li circonda, non era un mistero. Già nella meditazione del 7 settembre scorso[1] Francesco metteva in guardia contro un certo approccio alla Fede ed alla conversione:
C’è poi un altro gruppo di cristiani senza Cristo: quelli che cercano cose un po’ rare, un po’ speciali, che vanno dietro a delle rivelazioni private”, mentre la Rivelazione si è conclusa con il Nuovo Testamento. Il Santo Padre ha avvertito in questi cristiani la voglia di andare “allo spettacolo della rivelazione, a sentire delle cose nuove”. Ma — è l’esortazione che Papa Francesco rivolge loro — “prendi il Vangelo!”[2].
A questo primo approccio abbastanza diretto – come è nello stile del Pontefice – ha fatto seguito la lettera del Nunzio Apostolico Viganò ai Vescovi Americani[3] nella quale tramite Viganò Mons. Muller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, richiamando espressamente la dichiarazione dei Vescovi della Ex–Jugoslavia del 1991 avverte che “il clero e i fedeli non hanno il permesso di partecipare ad incontri, conferenze o pubbliche celebrazioni nelle quali la credibilità di tali «apparizioni» venisse considerata come garantita”. La lettera prosegue: “Con l’intento, pertanto, di evitare scandalo e confusione, l’Arcivescovo Muller chiede che i Vescovi siano informati sull’argomento il prima possibile”. Sconfessione esplicita dunque di tutto il fenomeno, e soprattutto della rete di sostegno ad esso che continua prosperare e ad infittirsi contro ogni obbedienza e prudenza.
Oggi, 14 novembre, Papa Francesco stesso torna sul tema e lo fa senza mezzi termini[4]. Secondo Radio Vaticana, il Pontefice ha dichiarato: “La curiosità ci fa dire: «Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere della Madonna, messaggi dalla Madonna»”; “Ma, guardi, la Madonna è Madre! E ci ama a tutti noi. Ma non è un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni. Queste novità allontanano dal Vangelo, allontanano dallo Spirito Santo, allontanano dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di Dio”; “Gesù dice che il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione: viene nella saggezza[5]. Non a caso, nel prosieguo del discorso, il Papa richiama Santa Teresa (della quale è sempre stato molto devoto, come può testimoniare chi lo ha visto quotidianamente recarsi a pregarla nei suoi soggiorni a Roma da Vescovo e da Cardinale), Santa tutta protesa a Dio anche nella cose quotidiane, che fuggiva quello “spirito di curiosità” che secondo il Papa è l’insidia pericolosa che muove il fedele verso veggenti, annessi e connessi.
Il riferimento ai fatti di Medjugorie è nettissimo e solo chi non volesse intendere non intenderebbe. Si tratta della nuova tappa di un percorso di collisione che Francesco ha intrapreso per chiarire una volta per tutte la natura e le implicazioni di quel che accade a Medjugorie, percorso che non  caso comprende anche il congelamento del dossier della Commissione Ruini, dossier pronto da tempo e tuttavia non ancora divulgato.
Certo, si potrebbe osservare che forse la cosa più grave del fenomeno Medjugorie non è solo il battage attorno a Vicka e compagni, non solo quindi la “curiosità” e la “confusione”, quanto piuttosto la chiara disobbedienza a tutti gli atti finora adottati dalla Chiesa[6], tutti univocamente tesi ad evitare quel che purtroppo invece accade: che si accreditino i “veggenti” e le “apparizioni”, incluse quelle nei palasport[7]. E perché ciò accade e continua ad accadere? Perché agli atti non seguono i provvedimenti. E’ difficile arginare un simile casus se, nonostante una buona dozzina di pronunciamenti ufficiali, continuano indisturbati a partire i pullman dalle Parrocchie e nel programma del “pellegrinaggio” è prevista l’apparizione della Gospa. Il problema è chiaramente a livello di sacerdoti, non tanto a livello dei fedeli: se nel pullman non ci fosse il “Don” o non ci fosse l’esponente del Rinnovamento dello Spirito (che per alcuni fedeli conta più del “Don”), non sarebbe semplice riempirlo. Se poi il “Don” riportasse dal pulpito o da altre pubbliche sedi gli avvertimenti di Santa Madre Chiesa, sarebbe forse ancor più difficile trovare platea per i “veggenti”.
Dunque, Papa Francesco ha chiarito il proprio pensiero, in conformità a quanto sinora statuito da Vescovi e Commissioni vaticane. Si può parlare di un preludio alla presa di posizione che sarà presto assunta sulla scorta del dossier Ruini, che nel frattempo potrebbe anche essere rimaneggiato e riveduto? E’ presumibile. Pur essendo breve il tempo finora trascorso dall’inizio del pontificato, si può affermare che Francesco sulle questioni più spinose affianca i caveat di Mons. Muller alle proprie meditazioni ed omelie, come due differenti strumenti che seguano un medesimo spartito. Per la questione divorziati e Sacramenti è stato così. E’ quindi plausibile che nei tre interventi del 7 settembre, del 28 ottobre e del 14 novembre Roma abbia voluto preparare i seguaci della Gospa ad un impatto, ma questa è un’illazione. Quel che è certo, si profilano tempi non facili per i “veggenti” e per chi li sostiene; quanto alle anime che hanno trovato a Medjugorie occasione di conversione, la loro Fede resterà certo salda anche dopo le parole del Papa.
Massimo Micaletti (http://radiospada.org/)

[6] Per una esauriente rassegna degli atti assunti dalla Chiesa sul punto, cfr. http://radiospada.org/2013/11/medjugorje-le-problematiche-tutte-le-condanne-e-la-spiegazione-teologica/