domenica 8 dicembre 2013

"AAA Assistente sessuale offresi, disinteressata, prezzi modici"

maximiliano


Ci eravamo augurati di non dover tornare sull'argomento. Purtroppo una serie di avvenimenti ci costringono a scrivere di nuovo della famigerata "assistenza sessuale ai disabili". Il movimento per la legalizzazione di questa pratica, coordinato da un comitato promotore nel quale spicca il blogger del Fatto Quotidiano Max Ulivieri, ha ricevuto la benedizione del Partito Radicale e di tutti i media nazionali italiani. Emblematico il gesto di Barbara Palombelli, conduttrice di "Forum", che ha firmato, pressoché in diretta televisiva, la petizione per l'istituzione di questa pratica in Italia. Nella stessa trasmissione, mandata in onda a mezzogiorno e architettata ad arte come vetrina per Ulivieri, si parlava di un disabile psichico che si denudava davanti a tutti. Emblematiche le parole finali pronunciate dell'Avv. Beatrice Dalia, chiamata a decidere sul "caso", alla quale gli autori del programma hanno dato da leggere, totalmente decontestualizzato, sforbiciato e rincollato in un ordine arbitrario, il "Messaggio ai partecipanti al Simposio Internazionale su Dignità e Diritti della Persona con Handicap Mentale" di Karol Wojtyla. Provate a confrontare ciò che è andato in onda con il messaggio integrale: una manipolazione nel vero senso della parola. D'altro canto gli autori di casa Mediaset ci hanno abituato a "finezze" di questo genere.
Perché dunque istituire la figura dell'assistente sessuale per i disabili? Non basta la pratica del meretricio, che è tollerata e utilizzata già diffusamente, anche da molti disabili? No, assolutamente. Lo scrive bene Danilo Quinto, quando parla dei diritti che sono diventati d'interesse per la galassia radicale, nel suo ultimo libro "Emma Bonino dagli aborti al Quirinale?" (Fede & Cultura, 2013):
Questa strategia, per la demolizione rivoluzionaria delle istituzioni di diritto naturale (quindi divino), si applica abitualmente attraverso una scaletta operativa che prevede (come da un copione già letto) sempre le stesse tappe (in ottemperanza a quel gradualismo, che è il principio operativo fondamentale di tutte le rivoluzioni): 1. Lancio mediatico, per ciascun tema, di casi estremi e pietosi; 2. Imposizione di assordante e obnubilante dibattito sul tema presso i media, idoneo a creare la cosiddetta pubblica opinione e l'opportuno état d'esprit, fino a farle riconoscere e anzi reclamare la necessità di un intervento legislativo che regoli la materia (nel senso di legittimare comportamenti ingiusti in principio), dapprima con apparenza moderata, che preveda alcune limitazioni del comportamento ingiusto che si viene a legalizzare. Ci pensano infine le Consulte e i Tribunali Europei per i Diritti dell'Uomo (giacobinamente intesi) a travolgere definitivamente quei paletti che avevano svolto la funzione di accalappiare il necessario consenso anche di qualche sprovveduto cattolico (magari di vertice o addirittura pro-life), incline a ogni compromesso in nome del male minore: vi sono anzi numerosi esempi che «sprovveduti cattolici, anche dirigenti pro-life» abbiano addirittura presentato loro, con le loro firme, e difeso come propria vittoria, leggi che aprono la falla attraverso cui poi i razziatori finali trovano il varco per completare l'opera.
Siamo di fronte a un gruppo di dinamici imprenditori, che sanno il fatto proprio, e che hanno fatto della sessualità dei disabili la propria esclusiva. Niente più libera (seppur deprecabile) prostituzione, lasciata all'iniziativa del singolo: se una donna o un uomo vorrà andare a letto con un disabile o una disabile facendosi pagare, dovrà avere il bollino di certificazione di Ulivieri & compagni. Chiaro, no?
Infatti Max Ulivieri dal suo profilo Facebook, all'indomani del servizio del programma televisivo "Le Iene" sulla questione (nel quale sia lui, sia Debora De Angelis erano stati intervistati), non ha riservato certo parole dolci nei confronti di Glenda, escort del Nord Italia. Questa onesta mestierante si presenta in alcuni annunci sul web nel modo seguente (in messaggi simili scrive anche il tariffario, in tutti include il numero di telefono):
Glenda, italiana, bella donna 35enne, massaggi e coccole, massima cura dell'immagine, riceve a Brescia. Richiesta cortesia, educazione, igiene personale, cultura. NO SCONTI. Solo clienti italiani SELEZIONATI, raffinati.
Ebbene, avendo voluto allargare i propri affari, ricevendo clienti disabili (come ha anche spiegato nell'intervista filmata trasmessa da "Le Iene"), si è proposta come "assistente sessuale": un putiferio! Il buon Max Ulivieri ha lanciato la "fatwa" contro di lei, rea di essersi appropriata del marchio registrato di "assistenza" che compete solo al blogger toscano e ai suoi sodali, che hanno ancora tutto da dimostrare in termini di preparazione professionale e integrità deontologica.
È seguito infatti un autodafé, pubblicato sul profilo di Glenda:
Capisco che il problema vi stia molto a cuore, ma a causa della mancanza legge per attivare il servizio di "ASSISTENZA SESSUALE DISABILI", non voglio illudere nessuno di poter agire in questo senso senza averne sufficienti strumenti. Rispondo volentieri, quando ho tempo, alle vostre domande.
Almeno così la faccia è salva. Poi però le pubblicità ci sono ancora: che siano solo le vestigia di una vita passata e che la ragazza bresciana si sia redenta? Speriamo.
Tornando al discorso principale: cosa dovrebbe fare allora una "povera prostituta" che volesse trattare anche con la "nuova clientela" di disabili? Niente di più facile! Frequentare i corsi di Ulivieri e soci, dei quali ancora non si conoscono modalità, programmi e date di inizio. Nonostante ciò, il 27 novembre scorso, la Repubblica, edizione di Bologna (col tempismo invidiabile di un bradipo alle prese coi crampi) ha rilanciato uno dei vecchi proclami di Ulivieri, il quale affermava che sarebbero stati indetti i corsi per il rilascio del "bollino blu", già nel 2014. Sono seguite le solite smentite di rito, ma l'acqua è stata smossa quanto basta per mantenere alto l'interesse attorno alla faccenda.
Per i più sprovveduti segnaliamo che, come da immagine allegata, ora il nostro Max Ulivieri trasformerà parzialmente il portale web sulla "nobilissima" iniziativa per la legalizzazione dell'assistenza sessuale in un sito "hot" a pagamento. Qualcuno crede ancora che non ci sia contiguità fra queste persone e il mondo del porno, come già documentato in passato proprio da Radio Spada? Speriamo che anche altri movimenti, blog e associazioni cattoliche inizino a guardare con sempre più diffidenza quest'iniziativa.
In proposito, riportiamo che, da nostre ricerche, anche altri due siti web cattolici hanno parlato del problema, sollevando le stesse perplessità e critiche di Radio Spada (meno male), pur non denunciando chiaramente le pericolose circostanze che vanno consolidandosi negli ultimi mesi; in altri lidi gli approcci sono sempre più soft. Aleteia ha intervistato la prof.ssa Claudia Giorgini del Pontificio Ateneo Salesiano sul tema "Disabilità e sessualità: un tabù o una occasione per ripensare l'affettività?", mentre più recente è l'articolo "Prostituzione in camice bianco", pubblicato da La nuova Bussola Quotidiana.
Terminiamo con una nota lieta. In un articolo di Libero, che seguiva la scia di quello di Repubblica, abbiamo letto un commovente messaggio lasciato da un disabile, che ben riassume anche il pensiero di tutti i collaboratori del blog Radio Spada:
I disabili (come me) sono uomini, non animali da far sfogare! Adesso le chiamano "terapiste sessuali" - guardate quanto amano fare del bene ai disabili: i bambini li uccidono nel grembo materno se le analisi li riconoscono tali, somministrano loro l'eutanasia se li vedono soffrire (per ora solo in Belgio?), ed ora per dar loro "dignità" e "pari diritti" somministrano loro il sesso libero perché, considerati al pari delle bestie, sempre per pietà devono sfogare i loro istinti naturali. Io sono un disabile e voglio essere trattato da essere umano, ovvero la sessualità la voglio vivere con dignità all'interno di un rapporto d'amore che mi unisce a una donna nel matrimonio. Questo veleno se lo beva chi l'ha sputato, grazie.
Chiediamo all'autore, se ci legge, di palesarsi con noi. Intanto gli facciamo i complimenti e gli auguriamo che il suo sogno si possa avverare.


Fonte: (http://radiospada.org/)