lunedì 3 febbraio 2014

Tra tanti “principini” un Vero Principe.


Sono quasi certo che le righe che sto per scrivere desteranno l’ira/irritazione di qualche persona (che sia essa un "legittimista da salotto" che un "figlio della Rivoluzione") , ma sinceramente la cosa importa davvero poco. E’ mia intenzione narrare di un Vero Principe, che certamente non è un Santo ma che, a differenza dei sempre più numerosi "principini" che , senza fare nomi, ho menzionato nel mio precedente articolo (Tra Principi e Borghesi), si comporta come di dovere. E’ mia intenzione narrarvi di S.A.R. Sisto Enrico di Borbone-Parma, legittimo Reggente di Spagna in esilio.



S.A.R. Sisto Enrico di Borbone-Parma
da bambino.

Il Principe Sisto Enrico di Borbone-Parma, (Sixto Enrique de Borbón-Parma y Borbón-Busset) è nato a Pau (Francia) il 22 luglio del 1940. Alla nascita acquisì il titolo di Duca di Aranjuez e Infante di Spagna. Egli è l’ultimogenito ma secondo figlio maschio di S.M.C Saverio I di Spagna (alla nascita di Sisto, secondo le volontà testamentarie di S.M.C. Alfonso Carlo I di Spagna, Reggente di Spagna, successivamente legittimo Re di Spagna) e di Maddalena di Borbone-Busset. Fin da giovane si dedicò alla causa del Carlismo/legittimismo e della Reazione. Ha studiato nelle scuole dei Fratelli Cristiani, dei benedettini e dei Maristi, così come con la sua precettrice, professoressa Maria Teresa Angulo, da Madrid. Successivamente ha seguito corsi di legge, lingue classiche e moderne e finanza.
Prima di continuare, e per comprendere meglio la storia del Principe Sisto Enrico , è giusto parlare di suo padre , Saverio I , il quale combatte negli anni Trenta con speranze al fianco dei Carlisti contro la Seconda Repubblica Spagnola. L’allora legittimo Re S.M.C. Alfonso Carlo I di Spagna , era un ottantenne, senza figli ed ultimo discendente maschio di S.M.C. Carlo V di Spagna . L'anziano Re nominò il Principe Saverio Reggente della Comunione Carlista il 23 gennaio 1936, in quanto più prossimo discendente in via maschile dei Borbone-Spagna a credere e ad essere fedele negli ideali del legittimismo(Carlismo) e della Tradizione: qualche mese dopo scoppiò la Guerra Civile Spagnola, morì Alfonso Carlo I e Saverio divenne comandante in capo degli Eserciti Carlisti, a fianco dei nazionalisti del generale Franco, con cui entrò in conflitto nel 1937, per l'obbligo di unire tutti i partiti nel Movimiento.

L'allora Reggente di Spagna
Francesco Saverio di Borbone-Parma.
 Durante la Seconda Guerra Mondiale Saverio riprese servizio come colonnello nella Quarta Divisione dell'esercito belga (nella quale aveva combattuto durante la Grande Guerra) e dopo la caduta del Belgio, nel mese di maggio 1939, si ritirò a Dunquerque, dove la sua divisione fu compresa nella Trentanovesima dell'esercito francese. Smobilitato, si unì ai maquis francesi: il Generalissimo Francisco Franco, meschino e subdolo, permise alla madre e alla sorella di Saverio, l’Imperatrice in esilio Zita, di attraversare la Spagna per giungere in Portogallo, ma a lui rifiutò il permesso, per cui fu costretto a rimanere nella Francia di Vichy e il 22 luglio 1944 fu arrestato dalla Gestapo. Fu incarcerato per un mese a Vichy e poi a Clermont-Ferrand, dove venne classificato come Nacht und Nebel cioè prigioniero politico. A causa dell'avvicinamento degli eserciti alleati, Saverio fu trasferito prima a Natzweiler-Struthof, poi a Dachau ed infine a Prax nel Tirolo, dove fu liberato dall'esercito statunitense l'8 maggio 1945.
Dopo la guerra Saverio si mise di nuovo a capo del Carlismo; una minoranza esigua e "deviata" del movimento sosteneva invece l’"isabellino" Giovanni, Conte di Barcellona, figlio dell’usurpatore Alfonso "XIII", mentre altri, detti "Carloctavisti" l'Arciduca Carlo Pio d'Asburgo-Toscana, nipote per parte di madre di S.M.C. Carlo VII di Spagna. Il 20 maggio 1952 il Consiglio Nazionale della Comunione Tradizionalista (la frangia carlista vera e propria) dichiarò che la Reggenza era superflua e che Saverio era, come da testamento di Alfonso Carlo I , il successore legittimo al Trono spagnolo: il Principe prese il nome di S.M.C. Javier I di Spagna .
Continuando le sue attività politiche in Spagna, si oppose generalmente al governo dittatoriale e nazionalista del Caudillo Francisco Franco, che quindi, con la sua falsità, prima mostrò maggior benevolenza verso gli altri pretendenti (l’"isabellino" Giovanni, conte di Barcellona, e il "Carloctavista" Arciduca Carlo Pio d'Asburgo), e in seguito, nel 1956 lo espulse. Nel 1962 concesse che il suo primogenito Carlo Ugo, che già stava sconfinando nell’idealismo socialista, incontrasse Franco, nel primo di parecchi incontri successivi: Saverio e Carlo Ugo credevano realmente che ci fosse una possibilità per cui Franco avrebbe designato Carlo Ugo come erede anziché l’"isabellino" Juan Carlos, nipote di Alfonso "XIII" e figlio di don Giovanni conte di Barcellona; molti carlisti disapprovarono queste trattative. E’ da notare che , se non fosse stato per le armate Carliste guidate da Saverio , la Guerra Civile Spagnola sarebbe probabilmente finita male per Franco.
Da sinistra: un giovane Sisto Enrico con
suo padre S.M.C. Javier I di Spagna.

Nel frattempo , sotto lo pseudonimo di Enrique Aranjuez, il giovane Principe Sisto Enrico , all’età di 25 anni, si arruolò nella legione straniera spagnola e il 2 maggio del 1965 giurò fedeltà alla bandiera spagnola con il giuramento allora in uso, che escludeva per lui ogni compromesso politico: essendo lui secondo in linea di successione dopo il fratello Carlo Ugo.
Il 22 febbraio 1972 S.M.C. Saverio I di Spagna ebbe un grave incidente d'auto e il filo socialista Carlo Ugo, il quale già era in conflitto con il padre ed il fratello Sisto per le sue nefaste idee, prese il controllo del carlismo, cercando di imprimergli una direzione socialista: ciò portò a divisioni e conflitti all’interno del movimento e alla perdita di gran parte dei sostenitori tradizionali del carlismo; i quali però trovarono il loro degno leader nella persona di S.A.R. Sisto Enrico.
Il 20 aprile 1975 Saverio I fu spinto dal figlio maggiore ad abdicare come Re in suo favore, ma il figlio minore Sisto Enrico si oppose, avendo anche dalla sua parte la stragrande maggioranza dei Carlisti, divenendo il "portabandiera" (abanderado) del tradizionale carlismo. Carlo Ugo continuò le pressioni verso il padre il quale , non se ne conosce però l’autenticità, pubblicò una dichiarazione che affermava che la sua abdicazione era stata volontaria e che era Sisto Enrico ad essersi separato dal carlismo: la battaglia fra i due fratelli continuò, ognuno reclamando il supporto del padre, mentre con il primogenito filo-socialista si schieravano le tre sorelle nubili, e con il cadetto la madre e la sorella sposata. Carlo Ugo arrivò ad accusare il fratello di un atto che egli commetterà successivamente: accusò Sisto Enrico di aver "rapito" l'anziano padre, che si trovava in ospedale. Sisto Enrico rispose alla calunia pubblicando una dichiarazione del padre Saverio datata 4 marzo 1977 in cui l'anziano Re riaffermava il suo sostegno al carlismo tradizionale(quello difeso da Sisto Enrico), condannando la forma socialista di carlismo, descritta come errore dottrinale molto serio. Tre giorni più tardi, il 7 marzo 1977, la figlia Cecilia, in combutta con il fratello maggiore e contro il volere della madre , prelevò con la forza il padre al quale era stato vietato dai medici l’allontanamento dall’ospedale per via delle gravi condizioni di salute , conducendolo davanti ad un notaio e costringendolo a firmare un'altra dichiarazione, pubblicata da Carlo Ugo, in cui Saverio confermava il primogenito come suo erede: il giorno seguente la principessa Maddalena rese pubblica una dichiarazione che condannava duramente le azioni di Carlo Ugo e di Cecilia.

S.A.R. Carlo Ugo di Borbone-Parma.

Il 7 maggio 1977 S.M.C. Saverio I di Spagna, il quale era stato anche l’uomo di fiducia di Pio XII, morì di un attacco di cuore all'ospedale di Zizers vicino a Coira, in Svizzera, dove era visitato dalla sorella, l'Imperatrice e Regina Zita. La vedova Maddalena, per via del loro deplorevole comportamento, impedì che Carlo Ugo e Cecilia entrassero nel castello dove la salma venne esposta, prima di essere sepolta all'Abbazia di San Pietro a Solesmes, dove tre delle sorelle di Saverio erano state suore.
 
Sisto Enrico venne riconosciuto dalla maggioranza Carlista Reggente quando suo padre morì , ed ha preso il titolo di "Portabandiera della Tradizione".
I Carlisti si raccolsero per la quasi totalità intorno all’"abanderado" Sisto Enrico , mentre una minoranza cominciò a militare per il socialista Carlo Ugo, il quale successivamente arriverà , insieme ai figli, a riconoscere il governo dell’usurpatore Juan Carlos.
Carlo Ugo abbandonò ,per amor dell’accomodamento, le sue pretese carliste nel 1979 e divenne un cittadino spagnolo l'anno successivo, come Carlos-Hugo de Borbón-Parma y Borbón, per decreto "reale" dell’usurpatore Juan Carlos. Nello stesso anno lasciò anche l'arena politica, abbandonando il Partido Carlista (filo-socialista) che aveva creato e che successivamente sarebbe andato a fondare la coalizione Izquierda Unida.
Sisto Enrico fu presente all'ordinazione episcopale di quattro vescovi appartenenti alla Fraternità Sacerdotale San Pio X da parte dell'arcivescovo Marcel Lefebvre il 30 giugno 1988 a Ecône in Svizzera e fu tra i primi a congratularsi pubblicamente con lui. Sisto Enrico ha viaggiato a lungo nelle terre di tradizione iberica (nelle Spagne), sia di lingua spagnola che portoghese.


S.A.R. Sisto Enrico con il classico copricapo
Carlista.
 


Nel mese di gennaio del 2001, mentre attraversava l'Argentina, ebbe un grave incidente stradale, che gli rese difficoltoso camminare ed a causa di questo le sue comparizioni pubbliche sono diminuite: nell’incidente morirono tutti, tranne lui che rimase tre mesi in coma e subì quindici interventi chirurgici.
Sisto Enrico non si è mai proclamato Re di Spagna nella speranza che i due figli maschi di Carlo Ugo un giorno vogliano accettare e seguire i tradizionali valori carlisti: anche se alla luce degli ultimi avvenimenti (matrimonio di Jaime con l’avvocatessa ungherese) sembra un’ipotesi al quanto remota. Sisto Enrico, dopo il suo incidente in Argentina, ha pubblicato il 17 luglio del 2001 un manifesto programmatico nel quale si stabiliscono i seguenti principi guida:
ripristino della confessionalità dello stato e difesa del Cattolicesimo tradizionalmente praticato in Spagna;
ripristino degli ordini e dei corpi della società tradizionale;
ripristino delle autonomie regionali (fueros) nell'ambito dell'unità della Patria;
ripristino della monarchia tradizionale considerata legittima;
ripristino dei principi di diritto e delle leggi tradizionali.
In base ai principi su esposti, Sisto Enrico si è duramente opposto nel corso di questi anni all'attuale governo liberal-rivoluzionario spagnolo ed ha intessuto rapporti coi paesi del Sudamerica in base al principio della Hispanidad.
Mentre Sisto Enrico faceva il suo dovere da Principe prendendo serie e decise posizioni politiche , a partire dal 2002 il fratello Carlo Ugo donò gli archivi della dinastia dei Borbone-Spagna del ramo primogenito all’Archivo Histórico Nacional, ottenendo proteste e dure contestazioni da parte dello stesso Sisto Enrico e da tutte le fazioni Carliste.
Il 28 settembre 2003 ad Arbonne in Francia Carlo Ugo ritornò alla ribalta riaffermando le sue pretese carliste (dopo avervi rinunciato) , annunciando che avrebbe impiegato il titolo di Conte di Montemolin per sé e che avrebbe dato ai suoi tre figli titoli carlisti: Duca di Madrid (duque de Madrid) per suo figlio Carlo, duca di San Jaime (duque de San Jaime) per il suo figlio Jaime e duchessa di Guernica (duquesa de Gernika) per la sua figlia Carolina: il "movimento Carlista" che oggi è in mano al figlio Carlo Saverio (il quale ha riconosciuto il governo di Juan Carlos) è ridotto a poco più di un ballo in maschera.

S.A.R. Sisto Enrico a Civitella del Tronto
con la bandiera del Regno delle Due Sicilie.

Nel 2010 il fratello di Sisto , Carlo Ugo morì e , come accennato qui sopra, il "movimento carlista-socialista" venne preso in mano dal figlio primogenito Carlo Saverio. Sisto Enrico ha continuato , nonostante sia costretto ad usare le stampelle per camminare dopo quel maledetto incidente argentino, a esporsi politicamente in difesa del legittimismo e della Tradizione. E’ presente a tutte le più importanti commemorazioni in nome della legittimità ; come l’anniversario per il regicidio di Luigi XVI , l’anniversario della capitolazione di Civitella del Tronto nelle Due Sicilie (dove, nonostante il suo problema , sale la ripida scalinata che conduce nella parte più alta della fortezza) e nelle ricorrenze all’Escorial Carlista a Trieste (Cattedrale di San Giusto martire) ecc . Lui , a differenza dei soliti "principini" , non si limita a sventolar bandierine e a tagliar torte, ma possiede una posizione politica tradizionalista con un programma ben preciso: cosa che, purtroppo, la reso "indesiderato" da parte dell’aristocrazia europea accomodante con la Rivoluzione la quale l’ha ghettizzato; ed è probabilmente per questo che , ahimè, non si è sposato e non ha eredi diretti (certamente non per le calunnie che certa gente gli manda).
In conclusione , se dobbiamo vedere le cose per quello che sono, chi è degno di esser chiamato Principe? Colui che si accomoda al sistema di cose vigente , o colui che ad esso vi si oppone? Io opterei per la seconda. S.A.R. Sisto Enrico vestito con abiti cuciti a mano , con gli occhi azzurri e capelli biondi, mantiene un aspetto aristocratico e quella Majestas tipica dei Veri Principi di sangue Reale (cosa che non si può dire di molti "principini"); in lui si vede la parentela con il nonno Roberto I di Parma e con la zia l'Imperatrice Zita . Purtroppo, oggi viviamo in un mondo dove l’"astrattismo" è preferito al "concretismo" e ciò purtroppo rende ciechi. Oggi si preferiscono i balli in maschera alle battaglie dove si combatte per la Santa Causa: certo è che i balli in maschera sono più sicuri…ma di certo non degni di onore.


Scritto da:

Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.