sabato 8 marzo 2014

Eroi della Grande Guerra: Erwin Rommel .

Erwin Johannes Eugen Rommel  nacque a Heidenheima,  circa 50 km da Ulma, nel Regno del Wurttemberg, il  15 novembre 1891. Fu il terzo di cinque figli (aveva tre fratelli, Manfred morto giovanissimo, Karl e Gerhard ed una sorella, Helene). Suo padre, Erwin Rommel senior, era professore di matematica presso la scuola di Aalen; sua madre, Helene von Luz, era figlia del presidente del governo del Regno del  Württemberg. Più tardi, nel rievocare la sua infanzia, Rommel la descriverà come uno dei periodi più felici della sua vita. Sua sorella Helene dirà di lui che era un bambino dolce e molto attaccato alla madre.
 Cadetto Erwin Rommel.
Rommel voleva diventare ingegnere (magari per lavorare sugli Zeppelin). Il suo precoce ingegno si manifestò quando, all'età di quattordici anni, facendosi aiutare da un amico, costruì un aliante di dimensioni naturali che riusciva a volare per brevi tratti. Comunque, secondo i voleri del padre, decise di arruolarsi nel locale 124º Reggimento di Fanteria come ufficiale cadetto, nel 1910. Due anni dopo venne nominato tenente. Nel 1911, come cadetto a Danzica, Rommel conobbe la sua futura moglie, Lucie Maria, che sposò nel 1916 (avranno un figlio nel 1928 , Manfred Rommel ,che sarebbe stato eletto per tre volte sindaco di Stoccarda dal 1974 al 1996). Gli studiosi Bierman e Smith sostengono che Rommel ebbe anche una relazione con Walburga Stemmer, nel 1912, e che dalla storia nacque una figlia di nome Gertrud.
Con lo scoppio della Grande Guerra , Rommel prestò servizio in Francia, così come sul fronte rumeno e italiano, servendo con grande valore nel corpo d'élite dell'Alpenkorps: durante quel periodo venne ferito tre volte e premiato con la Croce di Ferro di prima e seconda classe.
Fu anche il più giovane militare a ricevere la più alta onorificenza militare dell'Impero Tedesco, la medaglia Pour le Mérite, che ricevette per le capacità di comando dimostrate, con il grado di Tenente, sul fronte italiano soprattutto durante la vittoriosa Battaglia di Caporetto nell'autunno 1917. Alla guida del reparto di punta del battaglione da montagna del Württemberg, raggiunse una serie di brillanti successi impiegando con abilità tattiche di infiltrazione lungo le montagne e catturando molti prigionieri dell'esercito "italiano" che si ritrovò allo sbando. In particolare furono i soldati del tenente Rommel che sbaragliarono le mal motivate e mal comandate "brigate italiane" Arno e Salerno e conquistarono il Monte Matajur il 26 ottobre 1917. Egli con i suoi uomini, senza dimenticare il valoroso contributo dell'esercito Austro-Ungarico,  liberò parte dei territori occupati cinquant'anni prima dalle orde dell'esercito unitarista ("italiano"), prima di essere bloccato dall'artiglieria Anglo-Francese , e aver liberato in quell'anno il bellunese dai Savoia.
File:Erwin Rommel.jpg
Il Tenente Rommel durante
la Battaglia di Caporetto.
Al termine della campagna il reparto di Rommel aveva catturato 9.000 prigionieri e raccolto un bottino di armi nemiche impressionante; per questi risultati venne insignito della prestigiosa medaglia al valore, la quale, nonostante gli fosse stata assegnata fin dal 10 dicembre 1917, venne da lui ricevuta verso i primi di gennaio assieme alla posta, fatto che suscitò in lui delusione e anche sdegno.
Quando l'11 novembre l'Impero Tedesco fu costretto alla resa, Rommel torno a casa trovando un paese impoverito e umiliato.
Nel primo dopoguerra fu comandante di reggimento ed istruttore alla Scuola di Fanteria di Dresda (1929-1933) e all'Accademia di Guerra di Potsdam (1935-1938): i suoi diari di guerra, Infanterie greift an (Fanteria all'attacco), divennero uno dei principali libri di testo dopo essere stati pubblicati nel 1937. Nel 1938, Rommel (divenuto Colonnello) venne nominato comandante dell'Accademia di Guerra di Wiener Neustadt. Venne comunque trasferito dopo poco tempo, e posto al comando del battaglione di protezione personale di Adolf Hitler, nel quale Rommel vedeva la possibilità di riscatto per la Germania. Venne nuovamente promosso il 22 agosto a generale di divisione poco prima dell'invasione della Polonia, con effetto retroattivo valido sin dal 1º giugno 1939.

Rommel consulta i suoi ufficiali
durante la conquista della Francia.
Nel 1940 gli venne affidato il comando della 7. Panzer-Division, per il Fall Gelb, l'invasione della Francia. I tedeschi sfondarono nella Francia del nord (il Blitzkrieg o guerra lampo) aggirando la Linea Maginot ed avanzando sino ad arrivare sulla Manica inducendo i francesi ad una ritirata che portò alla loro resa pochi giorni più tardi. Nello specifico la Panzer-Division di Rommel fu la prima divisione tedesca a superare la Mosa presso la diga di Houx e respinse il contrattacco del BEF ad Arras.
Al termine di quell'operazione in Francia, Rommel, che si era distinto per la sua considerevole abilità, venne nominato personalmente da Hitler comandante delle truppe tedesche in Africa. Il Corpo di spedizione tedesco, composto dalla 5ª Leggera (poi rinominata 21. Panzer-Division) e successivamente dalla 15. Panzer-Division, venne inviato in Libia nel febbraio del 1941 in aiuto delle truppe fasciste , formando così il celebre Deutsches Afrika Korps. Fu proprio in Africa che Rommel conquistò definitivamente la sua grande fama di comandante e l'appellativo di "volpe del deserto".
Si dedicò per la maggior parte del 1941 a riorganizzare le sue truppe e soprattutto quelle fasciste-italiane, che avevano subito una serie di sconfitte, per mano dei britannici guidati dal maggior generale Richard O'Connor. Una prima offensiva tedesca spinse le forze britanniche fuori dalla Libia, ma si fermò poco oltre il confine egiziano, con l'importante porto di Tobruk ancora nelle mani delle forze inglesi. Nel frattempo il generale Claude Auchinleck succedette al generale Archibald Wavell quale comandante in capo delle forze britanniche in Medio Oriente. Auchinleck lanciò subito una grande offensiva (denominata Operazione Battleaxe, Ascia di Guerra) per alleggerire la pressione su Tobruk assediata, ma ben presto la spinta di tale iniziativa si esaurì. Dopo 5 mesi, in cui l'Ottava Armata si rinforzava notevolmente, grazie all'Operazione Tiger, a novembre gli inglesi attaccarono ancora (Operazione Crusader), e dopo aver prosciugato le esigue riserve dell'Afrika Korps, Rommel si ritirò al confine tra Tripolitania e la Cirenaica. A gennaio Rommel riprese l'iniziativa e a fine maggio cominciò la Battaglia di Gazala.
File:Bundesarchiv Bild 146-1977-018-11A, Nordafrika, Generalfeldmarschall Erwin Rommel.jpg
Erwin Rommel durante
la campagna del deserto.
L'attacco tedesco e fascista-italiano, improvviso e ben coordinato grazie a Rommel , prese alla sprovvista le truppe britanniche che nel giro di poche settimane furono respinte oltre il confine egiziano, sulla strada verso Alessandria. L'offensiva italo-tedesca a causa della scarsità dei rifornimenti finì però per esaurirsi nei pressi della piccola stazione ferroviaria di El Alamein, appena un centinaio di chilometri in linea d'aria dal Cairo. Va precisato che l'attacco in profondità condotto da Rommel esulava notevolmente dai piani di Hitler, che puntava solamente alla riconquista della Libia ed alla preparazione, con l'aiuto della scarsa  flotta italiana, di un attacco in forze all'isola di Malta. Tuttavia i brillanti successi di Rommel spinsero il Fūhrer a convincere Mussolini a rimandare l'assalto a Malta ed a concentrarsi sull'offensiva verso l'Egitto ed il canale di Suez.
Rientrato temporaneamente in patria, Rommel ottenne il bastone di feldmaresciallo e chiese più volte l'invio di nuove truppe. Ma la Germania impegnata sul fronte russo non disponeva più di riserve utilizzabili e così Hitler (che considerava il Medio Oriente un fronte secondario) non accolse le richieste di Rommel (fu inviata solo la 164ª divisione di supporto). Gli inglesi, al contrario, avevano provveduto ad un notevolissimo rafforzamento delle loro truppe in Egitto, sapendo bene che un'ulteriore sconfitta avrebbe comportato la perdita dell'Egitto e di tutto il Medio Oriente.
La Prima battaglia di El Alamein venne persa da Rommel, decimato negli effettivi e con le linee di approvvigionamento troppo allungate (l'eterno problema della guerra nel deserto). I britannici, in grave difficoltà, erano però avvantaggiati dalla loro vicinanza alle basi di rifornimento, e disponevano di truppe fresche. Rommel cercò ancora di penetrare le linee nemiche durante la Battaglia di Alam Halfa, ma venne fermato definitivamente dal nuovo comandante britannico, il tenente generale Bernard Montgomery.
Col crescere delle difficoltà del supporto logistico a causa dell'esaurimento dei materiali, carburanti e rincalzi disponibili, nonché delle inaffidabili navi da trasporto italiane, e dell'enorme lunghezza delle linee di rifornimento terrestri per la distanza tra i porti e la linea del fronte, incapace di ottenere una maggiore disponibilità di risorse per la percezione dello Stato Maggiore Generale tedesco del ruolo secondario del fronte sud rispetto a quello russo, Rommel non poteva tenere la posizione di El Alamein indefinitamente.
Nonostante ciò, occorse un'altra grossa battaglia, la Seconda battaglia di El Alamein, per costringere le sue truppe alla ritirata. Fu in questa battaglia che a causa delle circostanze la divisione corazzata italiana "Ariete" fu impiegata dando tutto sommato prova di coraggio meritandosi la congratulazione del feldmaresciallo . Dopo la sconfitta di El Alamein, nonostante le pressioni di Hitler e Mussolini, le truppe di Rommel non riuscirono a resistere e dovettero intraprendere una estenuante ritirata per quasi 2000 km fino in Tunisia. Lì giunti, la loro prima battaglia non fu contro l'Ottava armata britannica, ma contro il Secondo Corpo d'Armata Statunitense. Rommel affrontò le truppe americane nella battaglia del passo di Kasserine: ottenne alcuni grossi successi iniziali e inflisse pesanti perdite alle inesperte forze nemiche; tuttavia dovette infine ripiegare sulle posizioni di partenza a causa della complessiva netta inferiorità di uomini e mezzi.
Rivolgendosi ancora una volta a fronteggiare le forze britanniche, sul vecchio confine difensivo francese della linea del Mareth, Rommel poté solo ritardare l'inevitabile. Lasciò l'Africa dopo essersi ammalato, e gli uomini già al suo comando dopo alcuni mesi dovettero arrendersi, per l'impossibilità di ricevere rifornimenti e rinforzi attraverso il canale di Sicilia ormai completamente controllato dagli Alleati.

Alcuni sostengono che il ritiro dell'armata di Rommel fino in Tunisia nonostante il ritardo causato dallo spietato telegramma di Hitler "vittoria o morte" fu un risultato più grande della cattura di Tobruk. D'altronde all'ufficiale di collegamento Alberto Baldissera che, accogliendolo al ritorno dalla Germania ove era stato a colloquio col Führer, gli aveva fatto notare il peggioramento della situazione, Rommel aveva risposto "è tutta colpa della politica" (riferito dal capitano Baldissera). Tornato in Germania, Rommel , rammaricato e deluso dal governo , rimase per qualche tempo di fatto inattivo.
Comunque, quando le sorti della guerra si rivolsero contro la Germania, Hitler pose Rommel al comando del Gruppo d'armate B, prima utilizzato per l'occupazione della penisola italiana , e poi responsabile della difesa della costa francese contro una possibile invasione alleata. Dopo le esperienze raccolte in Africa, Rommel concluse che ogni movimento offensivo sarebbe stato impossibile a causa della supremazia aerea alleata. Riteneva che le forze dei panzer dovessero essere tenute il più vicino possibile al fronte, di modo che non dovessero partire da lontano al momento dell'invasione, di modo da poterla fermare sulle spiagge.
Il suo comandante, Gerd von Rundstedt, invece sentiva che non c'era modo di fermare l'invasione vicino alle spiagge a causa della soverchiante potenza di fuoco della Royal Navy. Riteneva che i panzer dovessero essere disposti in grosse unità nell'entroterra  vicino a Parigi, dove potevano permettere agli Alleati di dilagare in Francia per poterli poi tagliare fuori. Quando gli venne chiesto di scegliere un piano, Hitler vacillò e li posizionò a metà strada, abbastanza lontani da essere inutili a Rommel, e non abbastanza lontani da poter solo osservare la battaglia come voleva von Rundstedt.
Il piano di Rommel quasi riuscì a dare comunque i suoi frutti. Durante il D-Day molte unità di panzer, soprattutto la 12. SS-Panzer-Division (la divisione d'élite Hitlerjugend), erano abbastanza vicine alle spiagge e crearono gravi danni al nemico. Il soverchiante numero di truppe alleate rese comunque improbabile qualsiasi speranza di successo, e ben presto le teste di ponte sulle spiagge furono assicurate.
Bundesarchiv Bild 146-1985-013-07, Erwin Rommel.jpg
Rommel in divisa da Feldmaresciallo.
Il 17 luglio 1944 la sua autovettura venne mitragliata da un aeroplano avente contrassegni britannici, e Rommel dovette essere ricoverato: riportò una frattura al cranio, due alla tempia, una allo zigomo, una lesione all'occhio sinistro. Negli archivi della RAF non esiste però alcun rapporto che riferisca la data del 17 luglio e a quell'ora il mitragliamento di un'automobile isolata nei dintorni di Livorat. Alcuni storici tra cui Contessa Waldeck affermano che quell'attacco venne effettuato dalla Luftwaffe sotto ordine diretto di Hitler in risposta a presunte trattative di pace intrattenute da Rommel con Montgomery ed Eisenhower. In effetti i contrasto con Hitler si fecero aspri fin dal ritorno di Rommel dall'Africa.
Nel frattempo, dopo il fallito complotto del 20 luglio contro  la pazzia di Adolf Hitler, Rommel, dato che si opponeva alle azioni suicide e dissennate di Hitler,  fu sospettato di connessioni con i cospiratori. Bormann era sicuro del coinvolgimento di Rommel, Goebbels non lo era . La vera estensione della conoscenza del complotto da parte di Rommel non è ancora del tutto chiara.
A causa della popolarità di Rommel tra il popolo tedesco, Hitler ne decretò il suicidio pilotato con il cianuro minacciandolo che se avesse  affrontato la corte marziale per alto tradimento avrebbe patito enormi sofferenze prima di ricevere la condanna a morte senza nessuna garanzia per il futuro della sua famiglia. Rommel venne spinto a porre termine alla sua vita il 14 ottobre 1944 (proprio con il suicidio pilotato), e venne seppellito con pieni onori militari dopo grandiosi funerali di stato, come se il regime volesse palesemente insabbiare ciò che era successo.
La mente malata di Hitler , che voleva far finta di niente utilizzando la memoria del valoroso Rommel come arma propagandistica, lo spinse a dare  successivamente ordine di costruire un monumento al "suo" generale. Iniziati i preparativi per il monumento   la situazione in Germania era talmente grave dal punto di vista militare, che non furono continuati e ne ultimati . Dopo la guerra vennero pubblicati i diari di Rommel.
Rommel è attualmente tumulato nel cimitero di Herrlingen.

Di Redazione A.L.T.A.

Fonti:

Wikipedia (immagini).
  • Enzo Biagi, Testimone del tempo, Torino, SEI, 1971.
  • Martin Blumenson, Rommel, in: Corelli Barnett (a cura di), I Generali di Hitler, Rizzoli, Milano, 1991, ISBN 88-17-33262-3
  • Paul Carell, Le Volpi del Deserto - 1941/1943 -, Rizzoli, 1999, ISBN 978-88-17-25834-0
  • David Fraser, Rommel - L'ambiguità di un soldato, Milano: Mondadori, 1994, ISBN 8804418443
  • David Irving, La pista della volpe, Milano, Mondadori, 1978.
  • Arrigo Petacco, L'armata nel deserto. Il segreto di El Alamein, Mondadori, 2002, ISBN 88-04-50824-8
  • Erwin Rommel, Fanteria all'attacco, Libreria Editrice Goriziana, 2004, ISBN 88-86928-74-2
  • Marco Rech, Da Caporetto al Grappa, Gino Rossato Editore, ISBN 88-8130-061-3
  • Desmond Young, Rommel - La volpe del deserto, Longanesi, 1966.