lunedì 7 aprile 2014

Onore ai Serenissimi – di Pucci Cipriani

A Ludovico Manin

Pregando sulla tua tomba nascosta / il saluto ti porge un veneziano / che al tuo calvario con pietà si accosta, / ultimo Doge, ultimo Sovrano. (Federico Fontanella)

di Pucci Cipriani
.
Ludovico Manin, l’ultimo Doge di Venezia, morì cinque anni dopo la cancellazione – avvenuta manu militari da parte delle truppe straniere rivoluzionarie dell’invasore Napoleone Bonaparte – della gloriosa Repubblica Veneta che cadde, appunto, nel 1797, mentre le popolazioni della penisola insorgevano, in armi, molte volte perfino nonostante e contro gli ordini dei Sovrani, per difendere il Trono e l’Altare :
bndsnmrc“Quando i reggitori della Repubblica di San Marco, tremanti di paura alle minacce francesi, strappavano le gloriose insegne del leone alato, e supplicavano pace, i contadini del Veronese gridavano ‘Viva San Marco!’ e morivano per esso in quelle Pasque che rinnovavano i Vespri. Quando, sotto il cumulo di umiliazioni patite da prepotenti francesi e da giacobini paesani, Carlo Emanuele abbandonava Torino, i montanari delle Alpi, i contadini piemontesi e monferrini, continuavano disperatamente la resistenza allo straniero. Quando nella Lombardia gli Austriaci si ritiravano incalzati dai Francesi , i contadini lombardi a Como, a Varese, a Binasco, a Pavia, osavano ribellarsi al vittorioso esercito del Bonaparte, sfidando la ferocia della sua vendetta. Quando il mite Ferdinando III di Toscana era licenziato dai suoi nuovi padroni, e i nobili fuggivano, e i Girella, democratici improvvisati, venivano fuori con la coccarda tricolore, i contadini toscani insorgevano al grido di Viva Maria! Quando nelle Marche scappavano generali e soldati pontifici e il vecchio Pontefice arrestato era condotto via da Roma sua, non i Principi cattolici osarono protestare, non Roma papale insorse, ma i contadini dai monti della Sabina alle marine marchigiane caddero a migliaia per la loro fede e per il loro paese. Quando vilmente il Re di Napoli con cortigiani, ministri e generali fuggiva all’avanzar dello Championnet, soli, i montanari degli Abruzzi, i contadini di Terra di Lavoro, i Lazzaroni di Napoli si opposero all’invasore in una lotta disperata e sanguinosa” (Cfr.: Niccolò Rodolico : “Il popolo agli inizi del Risorgimento nell’Italia meridionale” Felice Le Monnier Editore, Firenze 1926.)
Ecco, si rifacevano alle gesta eroiche degl’insorgenti controrivoluzionari, quel gruppetto di “insorgenti veneti” :
Gilberto Buson – Cristian Contin – Flavio Contin – Antonio Barison – Luca Peroni – Moreno Menini, il “Bocia” – Fausto Faccia – Andrea Viviani
ai quali va il memore ricordo e la mia immensa simpatia, che nella notte del 17 maggio 1997, bicentenario delle Insorgenze antigiacobine, arrivarono, sequestrando un traghetto, in piazza San Marco, con un “Tanko” (un carrarmato fatto da un trattore e coperto di cartone dipinto) salirono sul campanile (avevano portato con sé abbondanti viveri) “occupandolo” e incaricando “l’Ambasciatore Veneto” Bepin Segato di trattare con “lo Stato straniero italiano”…I “Serenissimi” volevano ricordare la gloriosa Repubblica e il suo Doge e contestare l’annessione del Veneto all’Italia e anche la presunta appartenenza del Veneto alla Padania, lo stato che, proprio in quei mesi, andava propugnando Umberto Bossi con la sua Lega Nord.
Si trattava naturalmente di una “romantica” ed esaltante azione dimostrativa – ma questo la stampa (e anche molti politici) lo capiranno, o, forse, lo vollero capire, soltanto molto dopo – ma intanto questa “azione” del commando dei “Serenissimi” occupò giorni le prime pagine dei giornali, mentre alla televisione, si aprivano i notiziari con le notizie dell’assalto al campanile da parte dei ”Serenissimi”.
Un gesto che fece piovere sul capo dei patrioti i fulmini e le saette del giacobinismo italico: attentato armato allo stato, interruzione di servizio pubblico a causa delle interruzioni delle trasmissioni televisive effettuate in precedenza alla manifestazione veneziana ( gli otto erano intercettati da mesi)…eversione, banda armata, associazione a delinquere, associazione sovversiva…perfino Bepin Segato, l’”Ambasciatore veneto”, che non partecipò all’azione, ma che aveva solo l’incarico di trattare con il “governo italiano”, si beccò quattro – anni – quattro di galera…anni che fioccarono, come neve in dicembre, sulle povere teste dei veneti: anni e anni di galera come fossero noccioline, mentre la grande stampa a cominciare dal Corrierone a “La Stampa”, dall’Unità fino al Manifesto, intonavano il “Crucifige” nei confronti degli “eversori”….
E ai blitz (quanto ridicoli e stupidi lo spiegheranno dopo i giornalisti che li avevano richiesti) seguirono le manette, le perquisizioni in piena notte nelle case dei “sospettati”, gli arresti, il terrore dei familiari, il tuonare dei pubblici ministeri, la lettura di sentenze “esemplari” e schifose a un tempo, i lunghi interrogatori che ricordavano quelli dei Gulag, la mancanza di vergogna da parte del giacobinume e dei parlamentari papponi che si distribuivano parimenti in tutte le formazioni dell’arco parlamentare, il piombo della stampa che chiedeva la testa dei “rei”, i fervorini mielosi, patriotico risorgimentalisti, del Presidente della Repubblica (che, se non erro, a quei tempi, era il molto onorevole Azeglio Ciampi), e perfino i proclami idioti del tricolorismo “staraciano-finiano” che abbaiavano contro l’attentato all’unità d’Italia…insomma le forze “risorgimentali” della Grande Loggia al completo.
Nel 1999 il Ministro della giustizia sovietica Piero Fassino bloccò l’iter di una domanda di grazia presentata dalla moglie di Luigi Faccia; intervenne , poi, ancora una richiesta di grazia, alla quale dette parere favorevole il Ministro Roberto Castelli, ma che non fu concessa, per il netto rifiuto del “resistente” e tricolorato Ciampi, adesso quasi centenario pensionato d’oro (che il Grande Architetto gli conceda il meritato riposo!)
Il gesto fece sì che tutto il mondo parlasse di questo avvenimento: della voglia di libertà di questo popolo cristiano e laborioso che ha le proprie radici profonde nella Repubblica di Venezia; del resto gli otto “assalitori” riuscirono a guadagnarsi la simpatia della gente con il loro comportamento, un comportamento esemplare di fronte alla persecuzione e alla galera: “Il nostro non è stato un gesto violento o terroristico: non abbiamo tolto un capello a nessuno, volevamo solo richiamare l’attenzione sul sentimento identitario per la nostra terra, sulla nostra voglia di Indipendenza da questa Italia…se ci sono stati dei reati riconosciuti dalle leggi italiane, ebbene, noi siamo pronti a pagare, senza chiedere sconti, senza piagnistei.”
Quando vedemmo il famigerato “Tanko” in televisione tutti capimmo che quello era stato solo un gesto dimostrativo e che, semmai, il fatto grave era stato quello di aver fatto credere al pericolo che avrebbero corso le istituzioni democratiche (sic) e aver “montato” il caso.
Quello che però i solerti giudici o i loro suggeritori, quello che i politici, attaccati al totalitarismo risorgimentalista, non avevano previsto era il consenso che, da allora, cominciò a crearsi per la causa dell’Indipendenza veneta, la solidarietà che la maggioranza della popolazione veneta (ma non solo loro) espresse nei confronti di questi ”uomini coraggiosi” che avevano issato sul campanile di San Marco il Gonfalone con il Leone della Serenissima Repubblica Veneta. Quello che i servi del regime non avevano previsto è come questo gesto fosse riuscito a risvegliare anche negli altri popoli della penisola la voglia di identità e di libertà: a cominciare dai popoli del glorioso Regno del Sud.
“Benché anch’io mi ritenga un cittadino del mondo (come Dante Alighieri scrisse di esserlo, e scusate se è poco) e benché io creda – scriveva un caro amico oggi ottuagenario, il poeta veneziano Avvocato Federico Fontanella - che nascere in un posto piuttosto che in un altro , non costituisca alcun tipo di merito o di demerito, tuttavia in fondo al cuore sono lieto …che il Cielo, e la volontà dei miei mi abbiano fatto nascere veneziano, e quindi compatriota di Marcantonio Bragadin, ma anche di Carlo Goldoni, di Antonio Vivaldi e, perché no?, pure di Giacomo Casanova e di Giorgio Baffo.
Amo la mia città di un amore tenace e pudico. Ve lo rivelo -scrive ancora Fontanella – (ma lo chiudo nel vincolo del più rigoroso segreto confessionale) : mi sarebbe piaciuto lasciarmi prendere dai sogni e, in una incredibile notte di maggio, salire anch’io sul nostro Campanile per sventolare un’antica e gloriosa bandiera”.
Conobbi all’epoca Moreno Menini, il “Bocia” degli otto Serenissimi, era il figlio del Sindaco di Mezzane di Sotto che era morto, l’anno prima, sotto il trattore, si laureò in scienze politiche in carcere, conservava gelosamente le lettere di solidarietà di tante ragazze (le belle “tose”) che avevano visto la sua foto sui giornali e che sono raccolte in un volume : “Ti con nu nu con Ti”, la domenica faceva quaranta chilometri per andare alla S. Messa nel rito antico. Venne a Civitella del Tronto, l’ultimo baluardo del Regno del Sud, al Convegno annuale della Tradizione e regalò a molti di noi un gradito ricordo: un poster con il ”Tanko” sul quale sventolava il Gonfalone veneto…con tanto di graditissima dedica. E quell’anno, come ogni anno, sulla Rocca, mentre la banda intonava l’inno borbonico e saliva, sul pennone, la bandiera gloriosa del Regno del Sud, garrivano al vento i Gonfaloni di Venezia, la bandiera del Granducato di Toscana, quella del Ducato di Modena, quella dello Stato della Chiesa e di tutti gli altri Stati preunitari italiani. Da allora, il “Bocia” divenne apprezzato collaboratore di “Controrivoluzione”. Scrisse Lorenzetto su “Il Giornale” : “Pucci Cipriani ha fatto il miracolo di mettere insieme, a Civitella del Tronto, il Direttore de “Il Brigante”, il neoborbonico Gino Gianmarino e l’Onorevole leghista Mario Borghezio, sotto gli occhi di due dei Serenissimi”.
Ecco, questo episodio, da solo, potrà spiegare la nostra posizione nei confronti di coloro che si battono contro questo stato accentratore e totalitario nato dalla “colonizzazione” piemontese degli altri Stati italiani, dall’unione dei medesimi stati, fatta a tavolino con la “squadra e il compasso”, dopo la conquista del Sud per cui, anni fa, un famoso giornalista, Pino Aprile, dopo attenti studi storici “non conformisti” poteva scrivere, con stupore, tra l’altro: “Come potevo immaginare che stessimo così male nell’inferno dei Borbone, che per obbligarci a entrare nel paradiso portatoci dai piemontesi ci vollero orribili rappresaglie, stragi, una dozzina di anni di combattimento, leggi speciali, stati d’assedio, lager? E che, quando riuscirono a farci smettere di preferire la morte al loro paradiso, scegliemmo piuttosto di emigrare a milioni (e non era mai successo)? (Cfr. Pino Aprile : “Terroni”- Piemme 2010 Pagg.9-10)
Fin qui la cronaca, condita di “Amarcord”.
*******
.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiero in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello.”
.
Bello riempirsi la bocca con le solite parole: popolo, democrazia, partecipazione, suffragio universale e menate simili, il tutto finché siamo sicuri del successo elettorale, poi, quando ti senti mancare il terreno sotto i piedi, quando gli elettori ti abbandonano, quando la gente è stufa, allora si cambia tutto. Credevamo che la democrazia significasse avere il cinquanta più uno dei consensi (un modo come un altro per stabilire delle regole senza mangiarsi vivi) poi quando il cinquanta per cento diventa un sogno, sono loro, i “padroni del vapore” a stabilire che non il cinquanta ma il trenta sarà sufficiente a governare…e poi basta con il popolo che designa i candidati: ci pensiamo noi (la casta) a nominarli in tutta Italia e via le preferenze, via il proporzionale, a casa questo popolo ignorante e ciuco che non sa scegliere…e noi, illuministi, sceglieremo per lui…
E la storia del referendum? Sì, sì, certo, ha ragione la maggioranza purché scelga quello che vogliamo noi e, per favore, lasci stare certi argomenti che provocherebbero delle vere e proprie catastrofi: sì l’uscita dall’Euro provocherebbe catastrofi incredibili, non parliamo poi dell’uscita dall’Europa che pensa per noi che, da tempo, abbiamo mandato in pensione il nostro cervello…pensa l’Europa a dettarci le “linee guida” a stabilire la dimensione delle zucchine e delle melanzane, a farci buttare a mare le nostre arance (“dobbiamo prenderle dal Marocco” secondo le “linee” dell’Europa), a farci a approvare le leggi infami che mirano alla distruzione della famiglia. Ricordate il governo della Sinarchia mondialista di Monti e della Fornero? Dovevamo cedere pezzi di “sovranità nazionale” perché le cose andassero meglio (Monti) e soprattutto dovevamo smettere di insegnare ai nostri figli che esiste in natura soltanto l’uomo e la donna, cosa sarebbero servite sennò le teorie del gender in questa nuova Frociopoli Europea? (Fornero)
Non parliamo dei referendum autonomisti…qui addirittura si commette reato e “peccato” financo a parlarne. Voler mettere in discussione l’Italia nata dal Risorgimento, dal “Mazzinismo” fascista e dalla Resistenza, siglata con tanto di bollo del Grande Oriente d’Italia e benedetta dai vati del neomodernismo che, oggi, hanno occupato i vertici della Chiesa? Ma siamo pazzi…Guai a voi “vili meccanici”!
Nella prima Repubblica ci ha pensato la democrazia cristiana , diciamolo francamente, a ”neutralizzare” le teste calde, creando gli “opposti estremismi” : un’operazione da professionisti della politica quella di tenere a bada le opposizioni garantendo, proprio in nome dell’”ordine napoleonico”, la Gironda al potere.
Poi, con la “seconda repubblica”, abbiamo avuto i dilettanti allo sbaraglio (una sinistra senza più punti di riferimento se non quello della “caccia” a Berlusconi, una destra senz’anima, un centro ispirato dalla mente eccelsa di Marionetto Segni) in cui i ”Progressisti”, per distogliere l’attenzione dai gravi problemi che la Destra non sapeva (o non poteva) risolvere, fa uscire dal cilindro i “Tanko” e i “colpi di Stato” dei Serenissimi, i neoborbonici che volevano fare la secessione, la Lega cattiva, il tricolore oltraggiato, i lamenti e i guaiti di Ciampi, Napolitano, Scalfari e poi gli starnuti delle pulci “compassate” : da Cazzullo a Filippo Facci, da Bondi alla Bonino e Capuzzone, da Toccafondi e la Prestigiacomo a Luxuria fino a Vendola, passando per Casini (Pierferdy) , Fini, Storace e Alfano…Un cuore solo e un’anima sola: il tricolore (massonico).
Parliamoci chiaro. La mente più lucida fu sempre lui, pur con tutti i difetti, il Cavalier Silvio Berlusconi – braccato dalle procure di tutta Italia, osteggiato dalle sinistre e dalle vestali repubblicane, tradito dagli stessi microcefali che lui aveva innalzato e magnanimamente nominato “onorevoli” (Alfumo, Lupi, il trombato Toccafondi, già famiglio di Denis Verdini, La Quagliarella, l’altro “trombato” Mauro etc.), snobbato dai radicali chic di cultura sessantottarda – a buttare un sasso nello stagno, a muovere le acque : “Ma quale centenario dell’Unità d’Italia…ma per favore leggetevi le opere della Pellicciari….”
Che, per chi non lo sapesse, Angela Pellicciari è quella storica “cattolica e revisionista” (ce n’è abbastanza per farla mettere al rogo!) che, finalmente, ha sollevato il velo e ha mostrato alcune delle grandi vergogne “italiane” con libri come : “L’altro Risorgimento” (Piemme), “Risorgimento anti cattolico” (Piemme), “I panni sporchi dei Mille” (Liberal), “Risorgimento da riscrivere” (Ares), “I papi e la Massoneria” (Ares) etc.
Grande Berlusconi che ha dato una lezione agli scalzacani tricolorati che gli stavano e tuttavia gli stanno intorno!
E così, l’altra settimana, quando in Veneto si sono montati i gazebi e sono iniziate le libere votazioni, oltre tutto senza nessun valore legale ma che comunque sarebbero servite per “misurare la temperatura” dell’elettorato, eccoti la sorpresa: oltre due milioni di cittadini si recano alle urne o votano on line per l’indipendenza di quella Regione… e scoppia il panico: improvvisamente si riforma il “ciellenismo” e fra tutte le “Forze politiche itaGLIane” – fatta eccezione per i piccoli raggruppamenti della Lega e di FdI - si scatena il panico, il terrore…i risultati sono stati falsificati, non è vero che tanta gente si è recata a votare…ma…ma…ma…intanto si pensa che questa gente voglia far bagaglio e andarsene da “Mamma Roma” proprio nel mentre il “ciellenismo europeo” e americano lancia anatemi contro il cattivo Putin e Hollande e Napolitano vorrebbero scatenare una nuova guerra in Crimea. Aiuto, è a rischio l’Unità di questa nostra Itaglia tricolorata…Dio mio in Veneto sono tutti impazziti…
Ma ecco la mattina dopo si può tirare un sospiro: tutte macchinazioni dei mascalzoni indipendentisti, dei Serenissimi, dei rigurgiti della “reazione”, proprio in un tempo in cui “tutto va ben madama le Marchesa” e perfino il peccato è stato abolito dal Vaticano, per cui il Card. Kasper potrà proclamare il nuovo dogma ecclesiale: “FUTTI, FUTTI CHE DIO PERDONA A TUTTI” …ecco le prove dello sventato “golpe” trovate dai solerti investigatori che, nottetempo, si precipitano nelle case dei “sospetti” e, in mezzo al terrore (quello vero) dei bambini e delle mogli, mettono la casa sottosopra e trovano le “prove” del crimine in quei pericolosi manifesti con il Leone alato, in quei fogli dove sono scritti vaghi proclami e, soprattutto, nelle intercettazioni: “Tu mangi il salame, altro che salame ci vorrebbero dei candelotti di dinamite…” senza, peraltro, indicare dove avrebbero dovuto essere piazzati detti candelotti…
tnkMa la “prova regina” – per cui scattano le manette, la galera, l’isolamento e la gogna, i processi farsa con conseguenti sentenze con snocciolamento di anni di carcere – ecco che arriva: il “Tanko”, trovato in un capannone e…ancora un altro, una pericolosa “Ruspak” (clicca qui per vedere altri pericolosi ordigni fabbricati dal popolo indipendentista veneto)…ecco, un carrarmato…eppure i nostri governanti che stanno ai piani superiori dovrebbero conoscere bene i carrarmati, quelli che loro applaudivano quando schiacciavano sotto i cingoli gli operai e gli studenti che scesero in piazza per difendere la loro libertà contro l’invasione sovietica. Dovrebbe saper bene come son fatti i carri armati (del tutto differenti dal “Tanko”) chi, dopo lo spettacolo orrendo di oltre 32.000 morti, poteva scrivere sulle colonne del suo giornale, ”L’Unità”, che i sovietici: “A Budapest hanno ristabilito l’ordine e portato la pace minacciata dai ‘controrivoluzionari’ “
Ma tant’è, in questa nostra Repubblica in cui vengono distrutte le famiglie, dove le tasse uccidono ogni attività o iniziativa artigianale e industriale, dove la gente con le pensione dello stato non giunge a metà mese , dove i giovani non trovano lavoro, dove non esistono più ideali e si sono aboliti i “princìpi non negoziabili”, dove è pericoloso uscire fuori la sera e dove, in casa, se hai subito una sola rapina puoi dirti fortunato…in questa “Itaglia”, dove i vecchi vivono con la pensione minima di quattrocento euro mensili mentre gli “immigrati ” e gli zingari si beccano quaranta euro al giorno, dove la Presidente della Camera ci rimbrotta e pretenderebbe di mandare i turisti nei Cie e i clandestini negli alberghi a cinque stelle, in questa nostra “Italia risorgimentale” dove da Lampedusa si vanno a chiamare altri immigrati, in queste città dove i nordafricani incrementano la loro rete di spaccio e dove le bande albanesi, rom e romene rapinano le abitazioni uccidendo e torturando, ebbene in questo “Belpaese” di ladri, di omicidi, di lenoni, di bancarottieri, di “invertiti dello spirito”, di grassatori e di mignotte, dove nessuno va più in galera e dove – è notizia di oggi – l’ex brigatista Barbara Baraldini, che uccise, tra gli altri, il giudice Minervini, con cinque omicidi sulla testa, presenta il suo libro con il patrocinio e i quattrini del Comune di Ruvo di Puglia… si scopre, improvvisamente, il “nemico” : gli indipendentisti veneti.
Per giorni e giorni gl’inquirenti terrorizzano intere famiglie…poi, con la prova del “Tanko”…tutti i giornali escono con grandi titoli, le televisioni aprono i loro notiziari dove, con parole concitate, si danno le ultime informazioni sul “colpo di stato”…perfino cervelli come quelli di Fazio, Lerner, Filippo Facci, Floris, il meglio delle teste di…regime, si mettono al lavoro e la condanna contro i “golpisti” è unanime, sincera, democratica, unitaria e “tricolorata”…con sigillo del Grande Oriente.
Presi dalla febbre dall’emozione, dalla bramosia di salvare lo Stato “unitario” e con lo stato unitario quelle comode poltrone, tutti, all’improvviso, scoprono un “unum sentire” e varano una legge – ripeto con il voto contrario dei leghisti e di FdI – che manda liberi un numero incredibile di delinquenti; tutti, approfittando del Golpe indipendentista, votano il decreto svuotacarceri…et voilà!
Nel frattempo – sempre grazie a chi, gridando : “vergogna” alla minoranza italiana, è andato a Lampedusa a chiamarli – ecco il Ministro degli Interni (Alfano pieno di fumo) che annunzia, dopo aver fatto reprimere la rivolta veneta, almeno altri seicentomila immigrati che giungeranno quest’anno, durante ‘estate, sulle coste italiane e ai quali sarà data calorosa accoglienza e , naturalmente, la cittadinanza, dopo che, grazie al voto congiunto di Pd, Ncd, Forza Italia, SEL e Movimento cinque stelle, è stata approvata l’abolizione del reato di clandestinità. Così con le pensioni dei nostri vecchi, tagliando l’assistenza agli handicappati e ai bisognosi, potremo elargire agli “ospiti” un generoso assegno di mantenimento (secondo le indicazioni della Signorina Boldrini) in attesa che i nuovi cittadini “italiani” possano ben organizzarsi in bande e dedicarsi ai furti, alle rapine, agli omicidi e – vista la prevalenza dei “nuovi cittadini islamici” con più mogli – anche al terrorismo, naturalmente in nome di Allah, del suo profeta Maometto e dell’ecumenismo…Noi potremo così fare sonni tranquilli: gl’indipendentisti veneti sono in galera, in isolamento, le loro famiglie e i loro amici messi in condizione di non poter più minacciare, le loro fabbriche con centinaia di dipendenti chiuse, questo Stato di galantuomini finalmente al sicuro…Ah, dimenticavo, il “Tanko” è stato sequestrato, quel terribile “Tanko” che – ha detto un cretino in TV – era stato fatto “sull’affusto di un trattore ma, tecnicamente, pronto a emettere una tremenda potenza di fuoco”. BUONASERA!