mercoledì 25 giugno 2014

LE FALSE CANONIZZAZIONI ED IL TRIONFO DI SATANA SECONDO I MODERNISTI


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La monumentale opera di Papa Prospero Lambertini (Benedetto XIV), De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione. Quest’opera è stata paragonata da Papa Pio XII alla  Somma di san Tommaso di Aquino: "Come questa presenta il compendio che la sacra dottrina fu dal principio ed in ogni tempo, così l’opera del Lambertini offre una compiuta visione della tradizione ecclesiastica in materia di culto e di canonizzazione dei santi, dei criteri e delle modalità accolte come norme, fin da principio e nelle epoche successive, nel considerare e nel proclamare alcuno  come santo" (Discorsi e radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, vol. XX, Città del Vaticano, 1959, 465–467; Cf. Francesco Ricciardi Celsi, Beatificazione e Canonizzazione nella dottrina di Benedetto XIV, ARACNE editrice S. r. l., 2011, p. 9, dall'introduzione a cura della Congregazione delle Cause dei Santi).
Secondo le contemporanee correnti moderne  (seguite da quasi tutti i cosiddetti “tradizionalisti”) avrebbero sbagliato sia Papa Benedetto XIV nello scriverla, che Papa Pio XII nel commentare l'opera, come avrebbe sbagliato l'Aquinate, così come tutti i Pontefici che li hanno preceduti, i quali hanno sempre sostenuto la medesima dottrina, ovvero che la Chiesa cattolica NON può canonizzare (con sentenza universale e solenne) dei dannati  (dei non santi). Avrebbe, così, sbagliato anche la Tradizione della Chiesa, viva "bocca di Dio".
Come ci si possa definire "tradizionalisti", credere nel Pontificato (Petrus) ed essere estimatori di Papa Pio XII (già commentatore della De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione), pur insegnando il contrario della Tradizione, di Benedetto XIV, di Pio XII e di tutta la Chiesa, quindi proponendo all'osservanza dottrine di modernismo, è un mistero di contraddizione.
In Apologia del Papato spiego le motivazioni del gravissimo errore di modernismo, che si autoproclama di "tradizionalismo" contemporaneo. Brevemente anche:
2) in questo studio di anticipazione del testo: http://radiospada.org/2013/07/sullinfallibilita-nella-canonizzazione/;
3) in questo breve scritto tratto da Civiltà Cattolica e commentato: http://radiospada.org/2014/04/la-canonizzazione-dei-santi-quando-civilta-cattolica-era-cattolica/;
4) in maniera approfondita nel volume acquistabile qui:http://www.effedieffeshop.com/product.php~idx~~~1843~~Apologia+del+Papato~.html in alcuni approfonditi capitoli e note. E poco importa se certi soggetti si divertono a fare censura imposta ai pusilli, comunque la verità non può essere taciuta.
A tutt’oggi conosciamo sette edizioni del De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione oltre a cinque sillogi della stessa (In merito alle diverse edizioni dell’opera del Lambertni cfr. A. Frutaz, Le principali edizioni e sinossi del “De servorum Dei beatificatione et de beatorum canonizatione”. Saggio per una bio–bibliografia, in Benedetto XIV - Prospero Lambertini. Convegno Internazionale di Studi Storici, 6–9 dicembre 1979, vol. I, Cento, 1981, 27–90; Cf. Francesco Ricciardi Celsi, Beatificazione e Canonizzazione nella dottrina di Benedetto XIV, ARACNE editrice S. r. l., 2011, p. 15, nota 4). Nelle edizioni successive alla prima furono inseriti i decreti pontifici emanati da Benedetto XIV insieme ai commenti apposti dallo stesso Pontefice.
Riferisce A. Zanotti - Benedetto XIV tra ragione e santità:la beatificazione dei servi di Dio e la canonizzazione dei beati, in Archivio giuridico, vol. CCXXIII (2003), fasc. 1, 53: «[...] quest’opera rimane il frutto di una preoccupazione tutta ecclesiale volta a costruire un sistema di garanzie poggiate sulla ragione a sostegno della santità, che a sua volta deve riflettere l’infallibilità del magistero pontificio ecclesiastico e, segnatamente, di quello pontificio».
In questo accennato e "semplice" studio , anticipo brevemente gli estremi dell'infallibilità pontificia secondo la Chiesa, da non confondere con l'impeccabilità, tematiche sviscerate a dovere ed in decine di capitoli nel volume edito da EffediEffe nel 2014: http://radiospada.org/2013/06/linfallibilita-della-chiesa-e-del-papa-magistero-universale-e-ordinario/
Prontamente tradotto dal poliglotta ed esperto di tomistica Patricio Shaw anche in spagnolo:http://radiospada.org/2013/07/la-infalibilidad-de-la-iglesia-y-del-papa-magisterio-universal-y-ordinario/.
La  De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione, definita, come visto, “opus maximum” di Papa Benedetto XIV, coniuga nello specifico teologia e diritto come mai nessuno era stato in grado di fare prima di lui. Anche il coerente CIC del 1917 dedica alle cause di canonizzazione la Pars secunda del libro “de processibus” (cann. 1999–2141). Pure il Codice di Diritto Canonico, secondo la teologia moderna (da alcuni chiamata anche sedeplenista) sarebbe, in conclusione, in errore.
Negando l'infallibilità nelle canonizzazioni (elevazione a modello per i fedeli), quindi ammettendo che la Chiesa possa canonizzare dei dannati (dei non santi), si devono oggettivamente anche negare: 1) il Culto universale dei santi, 2) la legittimità e validità del processo di canonizzazione, 3) l'accertamento dei miracoli, 4) l’autorità del Papa (proprio come spiega Benedetto XIV), quale garante che, con la sua sentenza solenne ed universale autentica i processi e si erge sovrano e roccia sulla Cattedra di san Pietro e dei Suoi Successori. Tutto questo, che oltrepassa l'assurdità, può essere sì concepibile ma solo nella giusta spiegazione che la Chiesa cattolica (con la teologia comune) fornisce, ovvero solamente se ad esprimersi solennemente (canonizzando un dannato - un non santo) in questo senso è un'autorità che tale non è. Come ho brevemente spiegato in questa lettera: http://radiospada.org/2014/06/lettera-sul-papato-materiale-agli-stimati-amici-di-non-possumus/ed in questa breve conferenza: http://radiospada.org/2014/06/chi-e-papa-e-chi-non-e-papa-da-apologia-del-papato-di-carlo-di-pietro/
È fondamentale comprendere questo passaggio, come fa presente sant'Alfonso Maria de Liguori in Verità della Fede ed in Evidenza della Fede, come definisce il Concilio Vaticano nella Pastor Aeternus (dogmi sull'infallibilità e sul Primato), diversamente bisognerebbe credere che le porte degli inferi hanno prevalso sulla Prima Sedes, dunque sul Pontefice e su tutta la Chiesa; che la roccia sarebbe oramai "bocca di Satana" e non più "bocca di Dio", pur rimanendo roccia, per la cui fede Cristo stesso prega, purtroppo senza efficacia. Questa è la sintesi di tutti i modernismi, è l'apoteosi della bestemmia. Ciò lo comprendiamo semplicemente dal fatto che se mai un vero Papa dovesse canonizzare un dannato ed imporne il culto universalmente alla Chiesa, nonché proporne le false "virtù" e la sua falsa "fede" al mondo come “via di santificazione”, sarebbe un'evidente vittoria di Satana su Gesù Cristo. Dio mi perdoni per aver solo scritto questa lorda frase, che rigetto totalmente.
Nel 2010 la Libreria Editrice Vaticana ha avuto la preziosa idea di ripubblicare il testo di Papa Benedetto XIV (1740-1758), uscito in prima edizione a Bologna nel 1738 col titolo di De Servorum Dei beatificatione et Beatorum Canonizatione. Il testo è così suddiviso: 1) l’autorità del Papa nella canonizzazione dei santi (capp. VI, VII, VIII, IX, ecc.), il ruolo della Congregazione dei Riti (capp. XVIss), il processo di beatificazione e di canonizzazione (capp. XXIV, XXV, XXVI, XXXIX), il valore e l’accertabilità dei miracoli (capp. XXVIII, XXIX, ecc.), l’infallibilità del Pontefice nelle canonizzazioni e nelle beatificazioni (capp. XLII, XLIII, XLIV, XLV).
Dice Benedetto XIV: «Dio è lodato nei suoi santi, e mentre onoriamo i servi, l’onore si riversa nel Signore […]Infatti nessun cristiano dubita [chi ne dubita quindi non è vero cristiano...], e questo è attestato nella sacra Scrittura, che il Signore è lodato nei suoi santi, e chi onora loro, onora direttamente il Signore, come attesta egli stesso dicendo: Chi onora voi, onora me, e chi accoglie voi, accoglie me; e ancora: Ciò che avete fatto ad ognuno dei miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me (p. 297) […]conviene sommamente che chi è santo presso Dio sia anche ritenuto santo dagli uomini» (p. 298). (qui altro)
Già Papa Sisto V, il 22 gennaio 1588, con la Costituzione Apostolica Immensa Aeterni Dei (Bullarium Romanum, vol. VIII, Augustae Taurinorum, 1863, p. 869) istituisce la Sacra Congregazione dei Riti con il compito di regolare il Culto divino e di trattare le Cause dei santi, ciò a lode di Dio.
Papa Pio XII rileva le ragioni per cui l’opera di Papa Benedetto XIV ha tutt’oggi il valore di una Summa Theologica in materia di canonizzazione. Lo colpisce la De Virtute Heroica (lib. III, cap. 21 e ss.): «nella quale l’autore, sullo sfondo dell’esperienza e della prassi della Chiesa, disegna la figura del Santo; mostra in che cosa la santità consista; descrive l’ideale cattolico della santità, stabilendo in tal modo una dottrina, benché non nuova nella sostanza, tuttavia organica negli elementi, esatta nei termini ed a tutte le menti accessibile» (p. 465, Discorsi e radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, vol. XX, Città del Vaticano 1959. «Il discorso, preparato per la solenne Commemorazione di Benedetto XIV, organizzata per il iI centenario della morte dello stesso Pontefice dal Collegio dei Postulatori per le Cause dei Santi per il novembre 1958, fu pubblicato postumo da L’Osservatore Romano, il 9 aprile 1959; ed è pure riprodotto nel volume La figura e l’opera di Benedetto XIV, Bologna 1959, pp. 9-32. Segue (ivi, 33-57) la commemorazione tenuta a Bologna, il 18 aprile 1959, da L. Ciappi, O.P., Il Concetto Cattolico della Santità in S.Tommaso d’Aquino e in BenedettoXIV» (cf. Evoluzione Storica della CdS, José Saraiva Martins, p 3, 4 e5).
Papa Pio XII, sebbene successivamente manifestò la necessità di «un qualche alleggerimento nelle esigenze procedurali» (pp. 468), tuttavia «nel grande spirito di Benedetto XIV» (p. 468-469), questo perché la Chiesa guidata da san Pietro e poi da un suo vero e legittimo Successore, il quale pasce le pecorelle, per il quale Cristo prega, il quale scioglie e lega per mandato detenendo le chiavi (non ad intermittenza - ovvero assistito attivamente e passivamente), non può sbagliare nella proclamazione solenne universale di un santo, come ho già spiegato in questo studio, riportando e commentando le parole di san Tommaso e di sant’Alfonso: http://radiospada.org/2014/04/san-tommaso-santalfonso-la-chiesa-linfallibilita-nella-canonizzazione/.
Così sentenzia Papa Benedetto XIV: «Si non haereticum, temerarium tamen, scandalum toti Ecclesiae afferentem, in Sanctos iniuriosum, faventem haereticis negantibus auctoritatem Ecclesiae in Canonizatione Sanctorum, sapientem haeresim, utpote viam sternentem infidelibus ad irridendum Fideles, assertorem erroneae propositionis et gravissimis poenis obnoxium dicemus esse qui auderet asserere, Pontificem in hac aut illa Canonizatione errasse... et de fide non esse, Papam esse infallibilem in Canonizatione Sanctorum [...]».