domenica 26 ottobre 2014

L'Impero degli Asburgo: suoi principali errori politici (Parte Terza)

 
Politica asburgica da Francesco Stefano a Leopoldo II
 
 
 
Governo di Francesco Stefano di Lorena:
 
Francesco Stefano di Lorena
(1723-1724 circa)
 
 
Francesco Stefano di Lorena (Nancy, 8 dicembre 1708 – Innsbruck, 18 agosto 1765) , marito dell'Arciduchessa Maria Teresa d'Asburgo figlia dell'Imperatore Carlo VI del Sacro Romano Impero, nacque a Nancy, in Lorena, all'epoca Ducato sovrano indipendente dal Regno di Francia. Era il maggiore dei figli sopravvissuti di Leopoldo, Duca di Lorena, e di sua moglie Elisabetta Carlotta d'Orléans, figlia di Filippo I, duca d'Orléans. Era imparentato con gli Asburgo attraverso la nonna paterna Eleonora Maria Giuseppina d'Austria, figlia del Sacro Romano Imperatore Ferdinando III e moglie di Carlo V di Lorena, suo nonno.
L'imperatore Carlo VI del Sacro Romano Impero  favorì la famiglia che, oltre ad essere di fatto costituita da suoi cugini, aveva servito fedelmente la casa d'Asburgo d'Austria con distinzione. Aveva progettato di far sposare sua figlia Maria Teresa con il fratello maggiore di Francesco Stefano, Leopoldo Clemente. Alla morte di Leopoldo Clemente, Carlo adottò il fratello minore come suo futuro genero. Francesco Stefano fu educato a Vienna con Maria Teresa, in base a un preventivo accordo matrimoniale, e tra di loro sorse un vero legame di affetto. Come fu per molti altri Principi dell'epoca , egli venne educato con una filosofia illuminista che avrebbe drasticamente  segnato le sue scelte future.
All'età di quindici anni, quando fu portato a Vienna, fu investito del Ducato di Teschen, che era stata mediatizzato e concesso a suo padre dall'Imperatore nel 1722. Francesco Stefano di Lorena successe a suo padre, come Duca di Lorena, nel 1729 con il nome di Francesco III. Maria Teresa ottenne per lui, nel 1732, la carica di Luogotenente (locumtenens) d'Ungheria. Francesco Stefano non era entusiasta di questa posizione, ma Maria Teresa lo voleva più vicino a lei. Nel giugno del 1732 accettò di andare a Presburgo.

Francesco Stefano di Lorena e Maria Teresa d'Asburgo
Francesco Stefano e Maria Teresa d'Austria si sposarono il 12 febbraio 1736 nella Chiesa degli Agostiniani, mentre il 4 maggio successivo fu firmato il trattato tra l'Imperatore e Francesco Stefano, in base al quale il Duca di Lorena rinunciava ufficialmente al suo titolo in cambio della Corona di Toscana.
Il 24 gennaio 1737 Francesco entrò in possesso ufficialmente del Granducato di Toscana, protettorato Imperiale, da suo suocero. Per garantire l'indipendenza alla Toscana e non renderla una provincia dell'Impero asburgico, si stabilì di tenere separate le due Corone, mantenendo per il primogenito della casata degli Asburgo-Lorena il titolo Imperiale, mentre per il secondogenito quello Granducale.
Dopo la Guerra di Successione Austriaca e le vicende che ne seguirono e che abbiamo visto nella precedente parte , il 13 settembre 1745,  Francesco Stefano fu eletto Sacro Romano Imperatore col nome di Francesco I.
Francesco I del Sacro Romano Impero

Francesco I lasciò gestire il potere alla sua abile consorte. Aveva  una certa capacità negli affari e fu un utile assistente per Maria Teresa nel laborioso compito di governare i vasti domini asburgici, ma le sue funzioni non erano così marginali dal momento che influenzò profondamente anche il pensiero della consorte. Lo svolgimento dei grandi  oneri Tradizionali che spettavano all'Imperatore vennero svuotati dalla nuova politica illuministica di Francesco I . Egli inoltre ,  educato e imperniato di cultura illuminista ,  venne iniziato alla massoneria , All'Aia, nel 1731 dall'ambasciatore d'Inghilterra Lord Chesterfield . Durante la guerra di Successione austriaca (1740-48) , infatti , gli ideali e il modello associativo della liberamuratoria conobbero poi un’ulteriore espansione grazie alla nascita di logge militari, che ebbero particolare diffusione nel mondo germanico, grazie anche all'influenza di Francesco Stefano di Lorena.  Eppure , nel 1738, il Sommo pontefice Clemente XII condannò severamente la setta ed i suoi affiliati  emanando la bolla In eminenti , che fu comunicata a tutte le Corti Cattoliche europee e poi richiamata in innumerevoli documenti da altri pontefici, e che  stabiliva, sotto pena di scomunica, il divieto di affiliazione alla Massoneria e ad altre associazioni consimili. Per un certo tempo, tuttavia, questo bando cadde nel vuoto. Francesco I , essendo divenuto Sacro Romano Imperatore , e di conseguenza egli avrebbe dovuto difendere la Chiesa Cattolica dall'eresia e dai suoi nemici , fu uno di quelli che fecero cadere nel vuoto il solenne avvertimento diramato dal pontefice. Un massone , il quale di per se rappresenta  le settarie e perniciose idee che propagava come veleno , sedeva sul Trono del Sacro Romano Impero con tutti i danni che questo avrebbe potuto portare e che in effetti  portò.  Le logge sorgevano a Vienna , Berlino, Francoforte , Monaco , e con esse  la Società Cristiana scompariva, la società Tradizionale dell'Impero e degli Stati Tedeschi scompariva quasi completamente.
Francesco I contaminò , come accennato pocanzi , la mente della moglie la quale lo amava sinceramente e profondamente.

Francesco I morì improvvisamente, stroncato da un colpo apoplettico, nella sua carrozza, mentre tornava, assieme al figlio Giuseppe, dal teatro dell'opera, a Innsbruck, la sera del 18 agosto 1765.
A succedergli sul Trono del Sacro Romano Impero fu il figlio maggiore , e dalle idee assai più corrotte del padre, Giuseppe II, mentre il potere sui domini ereditari asburgici rimase nelle mani di Maria Teresa che , come ormai sappiamo , abbracciò la filosofia politica del defunto marito . Sul Trono di Toscana gli successe il figlio Pietro Leopoldo, anch'egli corrotto nel pensiero , che diede vita al ramo collaterale degli Asburgo-Lorena di Toscana.


Maria Teresa d'Austria
Dopo la morte del marito , Maria Teresa , la quale era stata educata su retti principi Cattolici,  e nonostante la contaminazione illuminista che portava viva  in se , decise di opporsi alla dilagante diffusione della setta e della  corruzione sociale che da essa scaturiva. Nel 1764 l'Imperatrice , sotto il saggio consiglio del Papa e dei Gesuiti , dichiarò la massoneria illegale e ne ordinò la soppressione. Essa continuò ad esistere nell'ombra e protetta da essa continuava a complottare.

Nonostante Maria Teresa cercasse di rimediare alla passata politica , suo figlio e suo co-reggente Giuseppe II si dimostrò fin da subito un  suo avversario. Egli , settario nello spirito e nella mente , difese la massoneria e le idee che ne derivavano. Sappiamo dai documenti dell'epoca che in moltissime occasioni Giuseppe aveva idee completamente opposte a quelle della madre, soprattutto in politica interna, ma fu comunque tenuto a bada dalla predominante figura di Maria Teresa, la quale però commise l'errore , insieme a Francesco Stefano , di contribuire ad instradare la sua educazione verso gli ideali dell'illuminismo che furono alla base della politica di Giuseppe II.



Governo di Giuseppe II :


Giuseppe II del Sacro Romano Impero



Maria Teresa d'Asburgo morì a Vienna il 29 novembre 1780 lasciando mano libera a Giuseppe II divenuto a tutti gli effetti Imperatore e detentore del potere assoluto.
Giuseppe II , il quale protesse la massoneria quando la madre la dichiarò illegale , permise il libero diffondersi della setta nell'Impero e nell'area Mitteleuropea in seguito alla morte di Maria Teresa.

Nell'Impero infatti , la massoneria ebbe il suo apogeo durante il governo di Giuseppe II (1780-1790) . Giuseppe II era massone nello spirito e nella mente , il padre Francesco I lo aveva educato ai  principi della setta e secondo la mentalità dell'Imperatore solo essa poteva fornire prosperità e benessere.

Giuseppe II è noto soprattutto al mondo per essere stato uno dei  sovrani più in vista a propugnare il così detto "Assolutismo illuminato" . Egli nei suoi scritti afferma di concepire il proprio ruolo a capo della nazione come un dovere sacrosanto da adempiere per essere il tramite che legava Dio al suo popolo, incentrando sempre più il ruolo di governo sulla sua persona, con una politica e ideali di stampo illuminista: "Tutto per il popolo, ma niente attraverso il popolo" è il motto con cui sovente si è identificata la condotta del governo di Giuseppe II. I corpi intermedi nell'Impero, la cui importanza fu centrale per secoli ,  non contavano quasi  più nulla e le poche vestigia rimanenti non avevano quasi nessuna rilevanza nel governo.
Giuseppe II si guadagnò il sostegno dell'aristocrazia illuminista austriaca, e abbracciò quell'eresia , che già si vide sul finire del  medioevo, che lo consacrava come l'"Imperatore-sacerdote", fatto che lo spinse ad intromettersi negativamente negli affari ecclesiastici come fossero affari di governo. Nel 1782, inoltre, abolì le servitù personali dei contadini e nelle proprietà reali essi divennero affittuari ereditari: la cosa può sembrare in se positiva se non fosse che i contadini non avevano i mezzi economici per mantenere la terra concessagli così da essere costretti a sottostare ad avidi alto-borghesi che li indebitavano e che in seguito compravano i terreni ad un prezzo stracciato.
 Il "giuseppinismo" era appena iniziato e già si sentiva chiaramente che sarebbe stato all'insegna della lotta alla Chiesa Cattolica e all'ordine sociale Tradizionale.
Federico II di Prussia
 

Nella corrispondenza dei congiurati anti-cristiani che caratterizzarono il secolo XVIII, alcune lettere depongono con tutta l'evidenza possibile  che l'Imperatore Giuseppe II era stato ammesso ed iniziato da Federico II di Prussia, il quale era molto ammirato da Giuseppe,  ai misteri della cospirazione anticristiana. Nella prima di queste lettere Voltaire annunzia a d'Alembert questa sua conquista nei seguenti termini: “Mi avete fatto un vero piacere riducendo l'infinito al suo giusto valore. Ma ecco una cosa assai più interessante: Grimm ci assicura che l'Imperatore è dei nostri. Per noi è una fortuna , poiché la duchessa di Parma sua sorella è contro di noi.” ( Lett. 28 ott. 1769. ) In una seconda lettera Voltaire, congratulandosi, scrive a Federico II : “Un Boemo pieno di spirito e di filosofia chiamato Grimm mi ha riferito che avreste iniziato l'Imperatore ai nostri santi misteri.” Questa lettera è del novembre 1769. ( Lett. 162 ) In una terza lettera del novembre 1770, nella quale Voltaire, dopo aver enumerato Prìncipi e Principesse che egli conta fra i suoi seguaci, aggiunge queste parole: “Mi avete anche lusingato dicendomi che l'Imperatore era sulla via della perdizione; ecco una buona messe per la filosofia .” ( Lett. 181 ) Questa lettera fa riferimento ad un'altra ricevuta da Voltaire pochi mesi prima, nella quale Federico II gli diceva: “Parto per la Slesia, vado
a trovare l'Imperatore che mi ha invitato al suo campo in Moravia, non per batterci come una volta, ma per vivere da buoni vicini. Questo Principe è molto amabile e pieno di merito; ama le vostre opere e le legge per quanto può ; non è per niente superstizioso . Insomma è un Imperatore come da gran tempo non ce ne sono stati in Germania. Ambedue non amiamo gli ignoranti ed i barbari, ma questa non è una ragione per sterminarli.” ( 18 agosto 1770. ) Quando si sa cosa sia per Federico II un Principe per niente superstizioso e che legge Voltaire per quanto può , si capisce facilmente il significato di questi elogi, che designano veramente un Imperatore tale che da gran tempo non ve ne era stato uno simile in Germania: un Imperatore proprio irreligioso e settario  quanto Federico II . La data e le ultime parole di questa lettera: Questa non è una ragione per sterminarli ci ricordano il periodo in cui Federico II ,  trovando che i filosofi andassero troppo in fretta, cercò egli stesso di reprimere un'imprudenza che poteva rovesciare tutto il sistema dei governi politici. Non era ancora tempo d'impiegare la forza maggiore e di pronunciare l'ultima sentenza ; la guerra decisa da Giuseppe II e Federico II contro Cristo non fu ancora guerra di sterminio, non guerra di Neroni o di Diocleziani, ma una di quelle guerre che minano in silenzio e a poco a poco, e che Giuseppe II iniziò quando, dopo la morte di Maria Teresa, fu libero di agire.

Da subito si trattò di una guerra d'ipocrisia perché Giuseppe, tanto miscredente quanto Federico, continuò a sembrare un Principe religioso dichiarando ch'era ben lontano dal voler cambiare  qualcosa al vero cristianesimo. Viaggiando per l'Europa continuò anche ad accostarsi ai sacramenti con una tale pietà esteriore che non sembrava proprio che facesse le sue Pasque e si comunicasse a Vienna ed a Napoli proprio come aveva fatto Voltaire a Ferney. Attraversando la Francia spinse la simulazione sino al punto da rifiutarsi di passare da Ferney, che pure era vicina al suo tragitto e dove Voltaire pensava di riceverlo; anzi, si pretende che abbia dichiarato di non poter incontrare un uomo il quale, calunniando la religione, aveva sferrato il peggior colpo all'umanità . Non so quale credito possa darsi a tali parole, ma è certo che i filosofi, sicuri di averlo dalla loro parte, gli perdonarono il mancato omaggio a Voltaire diffondendo la voce che l'Imperatore aveva grande venerazione per il corifeo dell'empietà e che, pur volendo fargli visita, se ne era astenuto per rispetto a sua madre la quale, su sollecitazione dei preti, gli aveva fatto promettere di non incontrarlo nel suo viaggio.  Malgrado queste riserve e dissimulazioni, la guerra che Giuseppe II faceva alla religione diventò ben presto una guerra di autorità, perfino di oppressione,  rapina e violenza, e poco mancò che non divenisse guerra di sterminio per i suoi propri sudditi. Giuseppe II cominciò a sopprimere un grande numero di monasteri, (questo era il piano di Federico II , anzi la parte essenziale del suo piano per riuscire a distruggere il cristianesimo) si impossessò di gran parte dei beni ecclesiastici, (era il preciso desiderio di Voltaire che aveva detto: preferirei spogliarli ) scacciò dalle loro cellette persino le carmelitane che a causa della loro povertà non offrivano all'avidità di denaro il minimo pretesto di distruzione e che per il loro angelico fervore non avevano bisogno di alcuna pretestuosa riforma. L'Imperatore fu il primo a dare nel suo secolo lo spettacolo di queste sante vergini ridotte ad andare vagabonde negli altri stati, perfino in Portogallo, a cercare un asilo per la loro pietà, ed i suoi cambiamenti arbitrari nella Chiesa furono il preludio di quella famosa costituzione che i legislatori Giacobini chiamarono civile e che in Francia provocò il martirio ai Carmelitani .
Papa Pio VI in visita presso Giuseppe II nel 1782.
 
Il sovrano Pontefice fu costretto a lasciare Roma ed a recarsi  in Austria in quanto padre comune dei fedeli per rappresentare di fronte all'Imperatore gli obblighi della Fede ed i diritti della Chiesa; Giuseppe II lo ricevette con rispetto e permise che gli fosse reso tutto l'omaggio della venerazione pubblica che le virtù personali come anche la dignità di Pio VI richiedevano, ma non cessò la sua guerra di oppressione. Non scacciò i vescovi dalle loro sedi, ma li tormentò facendosi in qualche modo superiore dei seminari, volendo cioè costringere gli ecclesiastici a prendere le lezioni da maestri scelti da lui la cui dottrina, come quella di Camus a, tendeva a preparare la grande apostasia. Le sue sorde persecuzioni e le sue distruzioni fecero esplodere la protesta, e gli abitanti del Brabante, nei Paesi Bassi austriaci , stanchi di questa situazione, si ribellarono, ma per assurdo chiamarono a loro difesa i Giacobini francesi che promettevano loro la libertà per la loro religione; ma costoro, ancora più ingannevoli di Giuseppe II ,  portarono a termine la loro opera. Se il popolo del Brabante non fosse stato tormentato in questioni di fede dall'adepto di Federico II , non avrebbero pensato di scuotere il giogo della casa d'Austria, e se l'Imperatore Giuseppe II avesse meritato il loro zelo ed affetto, avrebbero meglio assecondato il suo successore, avrebbero avuto  maggiore confidenza nelle virtù di Francesco II ed avrebbero ostacolato maggiormente l'invasione che invece si  estese sino al Danubio. Se è vero che storicamente la colpa di tutto ciò è di Giuseppe II, è anche necessario risalire al tempo in cui egli fu iniziato ai misteri di Federico II e Voltaire; l'Imperatore adepto non potrà mai dirsi innocente della guerra distruttiva che ha minacciato anche il suo stesso Trono. Giuseppe II si pentirà della guerra che aveva fatto a Cristo, dopo aver scoperto la guerra che la filosofia e la setta  faceva a lui stesso ed al suo Trono, ed allora tenterà di riparare ai suoi errori; troppo tardi, e lui stesso ne diverrà la triste vittima.
Caterina II di Russia

 
Sotto il governo di Giuseppe II si ebbero dei  rinnovamenti in campo tecnologico, portando i suoi Stati ad un avanzamento nel campo industriale:  lo stato asburgico , per conformità sociale la quale si oppose a drastiche speculazioni alto-borghesi , aderì solo in minima parte alla rivoluzione industriale inglese settecentesca caratterizzata dallo sfruttamento della forza lavoro.
La politica estera dell'Imperatore Giuseppe II fu essenzialmente una politica di espansione, ma non certo favorita dalla buona sorte. La partecipazione dell'Austria alla prima spartizione della Polonia, apportò all'Impero il governo della Galizia che però dovette tornare presto alla Prussia in quanto essa si era proposta di partecipare al fianco della potenza protestante-militarista  prussiana  nella guerra contro i turchi, manifestando nel medesimo tempo il desiderio di ottenere un territorio che permettesse allo stato prussiano di collegarsi con i possedimenti baltici della Prussia dell'Est che si trovavano isolati dalla vicina Pomerania. Malgrado la vicinanza dell'Austria al governo russo di Caterina II, l'Impero ebbe sempre un ruolo secondario nelle spartizioni della Polonia che seguirono.
Nella Guerra di successione bavarese, i trattati iniziali prevedevano che la Baviera sarebbe dovuta passare direttamente nelle mani dei domini ereditari asburgici e che i Wittelsbach avrebbero dovuto ottenere in cambio il governo dei Paesi Bassi austriaci, ma questo progetto fallì lasciando invariata la situazione territoriale europea.
Nel 1787 Giuseppe II fece nuovamente pressione su Caterina II di Russia per ingaggiare una nuova guerra contro i turchi, dalla quale però l'Austria trasse solo un minimo vantaggio.
 
Giuseppe II del Sacro Romano Impero.
Nel novembre del 1788 Giuseppe II fece ritorno a Vienna dopo un suo viaggio nel quale si era ammalato gravemente, a tal punto che già nel 1789 si era pensata per lui una co-reggenza del fratello ed erede Leopoldo, anche per supportare una situazione internazionale poco piacevole: infatti le truppe imperiali si erano perlopiù accentrate sul confine belga dopo i primi sentori rivoluzionari francesi dell'estate di quello stesso anno. In Ungheria, poi, i nobili locali erano in aperta ribellione ed in tutti gli stati dell'Impero si potevano veder scoppiare quasi quotidianamente piccole e medie rivolte che portavano alla ribalta i sentimenti di rivendicazione nazionalista promosse dalla setta.
Giuseppe II  venne però abbandonato a se stesso, a tal punto che il Kaunitz, massone e suo ministro di fiducia, si rifiutò di recargli visita quando si trovava a letto sofferente e non lo vide per i successivi due anni di vita dell'Imperatore. Leopoldo, il fratello minore dell'Imperatore, rimaneva nella sua Capitale ,  Firenze,  dove era Granduca, curandosi scarsamente  delle sorti dell'Impero del fratello.
L'imperatore Giuseppe II morì il 20 febbraio 1790 di carcinoma polmonare. In mancanza di eredi, gli successe  il fratello minore Leopoldo. Il suo corpo venne sepolto nella tomba 42 della Kapuzinergruft (Cripta dei Cappuccini) di Vienna assieme alle salme dei suoi antenati.
Egli stesso dettò il suo epitaffio: "Qui giace Giuseppe II, colui che fallì qualsiasi cosa che intraprese".
 
 
Governo di Leopoldo II:
 

Leopoldo II del Sacro Romano Impero.
 
 
Nel 1790 , alla morte di Giuseppe II , il fratello minore Pietro Leopoldo ereditò il Trono Imperiale venendo incoronato Leopoldo II del Sacro Romano Impero. Egli iniziò a interessarsi attivamente alle "innovazioni" introdotte dal fratello pur contrastando alcuni ideali del precedente governo. Egli riconobbe gli stati di governo quali "colonne della monarchia", pacificò ungheresi e boemi ed acquietò gli insorgenti  Cattolici , che si opponevano al governo illuminista , dei Paesi Bassi austriaci (attuale Belgio) con diverse concessioni. Quest'ultima prova però ebbe esito negativo e Leopoldo II fece marciare le proprie truppe nel paese per ristabilire l'ordine e l'autorità legittima. Egli continuò la sua lotta contro la Chiesa di Cristo sostenendo che nessuna bolla papale potesse essere pubblicata entro i suoi domini senza il regio assenso (placetum regium). Per placare altre incombenze create dal governo del fratello, egli dovette emanare un decreto il 9 maggio 1790 riportava centinaia di  boemi lasciati a se stessi dal fratello a tornare sotto la protezione della nobiltà terriera.

Malgrado questi inconvenienti, il suo governo  fu sostanzialmente un periodo contraddistinto da un'apparente  pacificazione generale dell'Impero, anche se bisogna ammettere che il risultato non fu fortunatamente come quello che investì la  Toscana, data forse anche la breve durata del suo governo che fu di appena due anni. I crescenti disordini rivoluzional-settari in Francia misero a repentaglio la vita di sua sorella Maria Antonietta, Regina di Francia, che venne in seguito barbaramente  ghigliottinata nel 1793 alcuni mesi dopo il marito Luigi XVI, il Re Martire. Egli si prodigò in prima persona per evitare che la Rivoluzione uscisse dai confini francesi nonostante egli stesso contribuì nella  diffusione degli ideali , inviando al governo francese appelli appassionati per tentare di salvare le sorti del Regno e quando questo non fu più possibile si rivolse direttamente ai realisti inneggiando alla presa delle armi contro i rivoluzionari.
Dall'Est egli dovette fronteggiare l'ambizione della zarina Caterina II di Russia e la politica senza scrupoli della protestante e militarista Prussia. La stessa Caterina, del resto, era deliziata dal vedere Austria e Prussia imbarcarsi in una guerra contro la Rivoluzione Francese con l'intento, mentre le due potenze erano occupate oltre il Reno, di annettere alla Russia anche la Polonia e concludere altre conquiste a sfavore del decadente Impero Ottomano. Leopoldo II , a causa della minaccia Russa , fu costretto a  desistere dal reagire contro la Francia rivoluzionaria.
Ad appena sei mesi dall'ascesa al Trono, Leopoldo II concluse fruttuosi accordi con la "perfida Albione" , l'Inghilterra , in funzione anti-russa e non appena fu sicuro del supporto della Gran Bretagna, fu in grado di pensare alla Prussia. Essendo in rapporti personali con Federico Guglielmo II, altro gran massone , decise di incontrarlo a Reichenbach nel luglio del 1790, concludendo un accordo che (dato il periodo storico particolarmente negativo), portò la Prussia a venire ad un compromesso con l'Impero, fatto che spinse anche la Russia a rinunciare ai propri progetti di annessione. L'incoronazione di Leopoldo II a Re d'Ungheria ebbe luogo il 15 novembre 1790 a Presburgo, ma venne preceduta da un decreto col quale egli riconosceva la superiorità dei magiari su altri popoli. Nell'agosto del 1791, inoltre, egli siglò la pace di Sistova che segnava la fine del conflitto iniziato da suo fratello Giuseppe II con l'Impero Ottomano e che egli riteneva superfluo data la situazione in cui l'Europa era andata trovandosi. La pacificazione dei domini ad est, consentì quindi all'Imperatore di concludere accordi amichevoli con le protestanti  Inghilterra e Paesi Bassi.


Da sinistra: l'Arciduca Massimiliano ,
Luigi XVI e Maria Antonietta.

Nel corso del 1791, l'Imperatore divenne sempre più preoccupato della situazione in Francia. Nel gennaio di quello stesso anno, egli decise di dimettere il Conte d'Artois (futuro Carlo X) dalla propria corte. Egli fu, tra l'altro, il vero artefice della fuga di Varennes di cui furono protagonisti Luigi XVI e Maria Antonietta e quando l'operazione fallì fu egli a premere sul senso di indignazione dei monarchi europei di fronte ad un atto così deplorevole come l'arresto che il governo rivoluzionario aveva fatto della coppia reale francese. Egli invitò tutti a prendere comune misure di sicurezza circa il nuovo mutamento dei fatti, per la sicurezza di tutti i domini europei. Ma se teniamo bene a mente che le corti europee erano infettate dalla stessa corruzione illuminista-settaria , era quasi impossibile che essi potessero contrastare ciò che loro stessi portavano in grembo.
Il 25 agosto 1791, egli incontrò il Re di Prussia a Pillnitz, presso Dresda, ed essi sottoscrissero un patto secondo il quale i due stati sarebbero intervenuti militarmente in Francia se e quando la loro assistenza sarebbe stata richiesta da altre potenze europee. La dichiarazione fu però una mera formalità in quanto lo stesso Leopoldo II sapeva bene che né Inghilterra né Russia erano pronte ed interessate ad agire. Di fronte alla reazione che tale decreto ebbe in Francia, egli si dispose al fianco dei realisti esiliati col progetto di attaccare i rivoluzionari in Alsazia, pur continuando a sperare nell'aiuto che non sarebbe venuto mai.
Quando Luigi XVI venne costretto a firmare la costituzione anticristiana  del 1791, l'Imperatore pensò ingenuamente che i conflitti si dovessero acquietare in Francia, ma gli attacchi ai Principi tedeschi presso l'area del Reno e la violenza dei partiti rivoluzionari parigini, costrinsero Leopoldo II a scendere in campo nuovamente contro la diabolica rivoluzione. Purtroppo egli non riuscì a concludere l'ambizioso progetto di calmare le acque in Europa aggiudicandosi il titolo di pacificatore, in quanto morì improvvisamente a Vienna nel marzo del 1792 dopo una brevissima malattia che i medici non seppero diagnosticare: da qui incominciò a circolò la voce  che fosse stato avvelenato, probabilmente per mano della setta.
Mozart, massone e autore di opere massoniche come "Il flauto magico",  scrisse La clemenza di Tito nel 1791 e tale opera venne commissionata dagli Stati Generali di Boemia come acclusione alle festività che accompagnarono l'incoronazione di Leopoldo II a Re di Boemia, cerimonia che si tenne a Praga il 6 settembre 1791 e alla quale parteciparono alcuni dei maggiori esponenti della massoneria .
Il  1º marzo 1792 , Leopoldo II moriva a Vienna. Li sarebbe succeduto il figlio primogenito Francesco.
 
Fine Parte Terza...
 
Fonte:

"MEMORIE PER LA STORIA DEL GIACOBINISMO" DELL' ABATE BARRUEL - Tomo I .
  • V. Baldacci, Le riforme di Pietro Leopoldo e la nascita della Toscana moderna, ed. Regione Toscana, Firenze, 2000 ISBN 88-85957-71-4
  • F. Beccatini, Vita pubblica e privata di Pietro Leopoldo d'Austria, Granduca di Toscana, poi Imperatore Leopoldo II, Siena, 1797
  • L. Bellatalla, Pietro Leopoldo di Toscana granduca-educatore: teoria e pratica di un despota illuminato, ed. M. Pacini Fazzi, 1984
  • G. Cucentrentoli, Pietro Leopoldo I, Granduca e Imperatore, rinnovamento della Toscana in I granduchi di Toscana della casa Asburgo-Lorena, 1973
  • F. Diaz, Il Granducato di Toscana: I Lorena dalla Reggenza agli anni rivoluzionar, UTET, Torino, 1976
  • G. La Rosa, Il sigillo delle riforme: la 'Costituzione' di Pietro Leopoldo di Toscana, 1997
  • M. Majone, Illuminismi e Risorgimenti, Bulzoni, Roma, 2005
  • M. Mattolini, Il principe illuminato, Pietro Leopoldo: la Toscana dei Lorena in Storia della Toscana moderna, ed. Medicea, Firenze, 1981
  • Adam Wandruszka, Pietro Leopoldo. Un grande riformatore, Firenze, Vallecchi, 1968.


  • Scritto da:

    Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.