mercoledì 14 gennaio 2015

Enzo Bianchi: ‘Torah, Mishna e Talmud amati più di Dio stesso’. Cita anche J. Ratzinger

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di CdP Ricciotti - http://radiospada.org/ 
L’11 gennaio 2015, «Avvenire» pubblica un pezzo di Enzo Bianchi (che si fa chiamare “ ‘Priore’ di Bose”) dal titolo: «Ebrei e cristiani, fratelli gemelli».
Secondo K. Wojtyla i Giudei del Talmud sarebbero «fratelli maggiori»,secondo J. Ratzinger sarebbero «padri nella fede», qui Enzo Bianchi li definisce «fratelli gemelli».
Nell’articolo si legge:
1) «Abbiamo vissuto cinquant’anni ricchi di novità nell’incontro e nel dialogo tra ebrei e cattolici, iniziato durante il Vaticano II. La dichiarazione conciliare Nostra AEtate nella parte dedicata all’ebraismo ha dato indicazioni autorevoli per la riflessione comune di ebrei e cristiani e ha offerto un’ispirazione creativa per gesti che in questo mezzo secolo hanno non solo confermato il dato conciliare, ma gli hanno permesso di esplicitare tutte le sue potenzialità su strade mai percorse, inattese».
Proprio quelle «strade mai percorse» che sono già condannate dalla Chiesa e che nessun Pontefice avrebbe mai né voluto e né potuto percorrere. Si parla di «indicazioni autorevoli» date dal documento Nostra Aetate … ma autorevoli in che senso? Se vogliamo parlare di “autorevole modernismo”, sicuramente il termine è esatto.
2) «Dobbiamo riconoscere una buona ricezione del dettato conciliare nella Chiesa, nonostante si possano ancora denunciare inadempienze a livello di periferie ecclesiali».
Dunque la setta vaticanosecondista, ovvero coloro i quali verosimilmente occupano le nostre chiese, «denuncia inadempienze» presso le «periferie ecclesiali», ovvero dove piuttosto si conserva ancora la fede cattolica. Perché, visto che sono così bravi, non si fondano la loro ‘chiesa’ e si finanziano con i soldi della loro ‘chiesa’ e non con quelli della povera gente ingannata?
3) «Le Chiese sono sovente coinvolte in incontri, dialoghi, iniziative che segnano l’assodata novità nel comportamento dei cristiani nei confronti degli ebrei. Il paragrafo 4 di Nostra Aetate, dedicato al mistero di Israele, aveva osato affermare con forza che “c’è un legame spirituale tra il popolo del Nuovo Testamento e la stirpe di Abramo”».
Oltre alle «novità nel comportamento», novità che comunque vengono dettate dal “magistero” della setta vaticanosecondista, si insiste sul falso esegetico dei giudei chiamati «stirpe di Abramo». Abbiamo già dimostrato che i Cristiani (da Abramo che fu cristiano in voto) sono stirpe di Abramo, mentre i giudei (il Giudaismo inizia con la fine della formazione del canone – primo secolo dopo Cristo) sono, al massimo, stirpe di Caifa.
4) «La strada per una fiduciosa, trasparente  pratica dell’ecumenismo era così stata aperta dal Concilio, una strada specifica, non assimilabile al dialogo interreligioso, perché il legame tra Israele e Chiesa non è sullo stesso livello del legame con le altre fedi».
Parliamo, pertanto, di un falso ecumenismo ancora più grave del pancristianesimo ma di un movimento settario che, di fatto, si pone nell’ambito della corrente “cristianicida”.
5) «Ma in cosa consiste questo legame? Giovanni Paolo II – nella sua personale attenzione verso gli ebrei e con l’intento di riparare colpe cui non erano estranee responsabilità anche da parte di cristiani – coniò una formula molto efficace: “Gli ebrei sono nostri fratelli maggiori!”. L’espressione fu ben accolta e risuonò in ogni incontro di dialogo ebraico-cristiano, ma teologicamente e storicamente gli ebrei attuali non sono fratelli maggiori, nati prima di noi o in una posizione di eccellenza rispetto a noi: è indispensabile, anche se tutt’altro che semplice, saper leggere la storia umana e la storia della salvezza, cogliendo, ebrei e cristiani insieme, una derivazione da un unico tronco (quello da noi chiamato Antico Testamento), una derivazione che non dà precedenza all’uno sull’altro. Sarebbe più esatto dire che siamo ‘fratelli gemelli’ ».
Mi fa piacere che Bianchi, ad una prima lettura, ridimensioni l’apostata convinzione di K. Wojtyla, tuttavia anche lui poggia la sua convinzione su un altrettanto falso storico. I giudei non sono neanche nostri «fratelli gemelli» poiché, come insegnano Scrittura e storia, la loro setta restò fedele a Caifa e si sviluppò nel primo secolo con l’intenzione di sterminare i cristiani; con il fine di annientare la nascente religione cristiana e di distruggere la Chiesa; di cancellare la memoria del Messia risorto. Pertanto essi, volontariamente, si qualificano semplicemente come “nemici di Cristo” o “deicidi”, così come la Chiesa ha oggettivamente dovuto riconoscere per duemila anni.
6) «Come annotava il cardinal Ratzinger, “fede cristiana e giudaismo sono due modi di fare proprie le Scritture di Israele che in definitiva dipendono dalla posizione assunta nei confronti di Gesù”. L’Antico Testamento apre a entrambe le strade, e se l’interpretazione cristiana vede il realizzarsi in Gesù Cristo delle profezie dell’Antico Testamento perché ormai centro della fede è lui, il Messia e Signore, l’interpretazione ebraica ha messo al centro la Torah che, con i commenti rabbinici di Mishna e Talmud, va amata e custodita “più di Dio stesso” ».
Bianchi attinge ad uno dei più superbi commentari di modernismo firmati da J. Ratzinger da cui si evince un’idea totalmente falsata della Sacra Scrittura. Qui maggiori approfondimenti: J. Ratzinger: ‘I Giudei non credono a Gesù genuinamente, a causa dell’oscurità dei testi’ e J. Ratzinger: ‘L’attesa messianica ebraica non è vana’.
7) «Ecco perché dobbiamo dire che le due fedi sono fratelli gemelli piuttosto che definire gli ebrei “fratelli maggiori”, espressione che tra l’altro rimanda alle vicende dell’Antico Testamento in cui il fratello minore scalza sempre il maggiore, aspetto non so quanto gradito agli ebrei».
Poveri ebrei, dobbiamo stare attenti a fare in modo che gradiscano sempre tutto, altrimenti probabilmente veniamo accusati di antisemitismo. Questo nuovo “dogma” viene spiegato precisamente nel documento dal titolo «Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana». Il pezzo (leggibile qui) prosegue in un delirio di onnipotenza, in una mistificazione storica ed esegetica, in un’apoteosi di intolleranza e di anti-cristianità, tipici dell’attuale gerarchia della setta vaticanosecondista.