venerdì 3 aprile 2015

Il Cattolicesimo Romano e l’ideologia vegetariana


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Di Alessandro Luciani- http://radiospada.org/

La Santa Pasqua è ormai alle porte e questo è chiaro anche a chi non conosce il calendario, infatti basta farsi un giro su internet, o su qualsiasi social network, per imbattersi in immagini virali di ogni tipo inneggianti all’astensione dalle carni di qualunque animale e, spesso, anche da tutto ciò che dagli animali deriva. In fondo siamo ancora in tempo di Quaresima – penserete voi giustamente –  e la cosa non sarebbe un male (anzi), se non fosse che non ci si astiene dalle carni per spirito di penitenza, come la Chiesa ha sempre insegnato a fare, ma ci si astiene perché si attribuiscono dei presunti “diritti” agli animali che popolano la terra. Non è raro vedere gruppi di attivisti paragonare l’omicidio all’uccisione di un animale e spesso si giunge persino a considerare disgustoso cibarsi di “cadaveri” di animali, come se il mangiare carne fosse una sorta di perversione da estirpare.
Se queste idee malsane fossero un’esclusiva di gruppi evidentemente acattolici (per non dire “anti-cattolici”) – tutto sommato – il sottoscritto non si meraviglierebbe molto, tuttavia non è così, basta infatti andare a spulciare un po’ nel mare magnum di internet per imbattersi in gruppi, associazioni e fondazioni di sedicenti “cattolici” vegetariani/vegani, i quali non si astengono dalle carni per penitenza ma perché considerano gli animali creature dotate di un’anima immortale. Sembrerebbe, inoltre, che per questi individui gli animali non solo possederebbero un’anima immortale come quella che ogni essere umano possiede, ma, analogamente all’uomo, sarebbero addirittura eredi del Paradiso.
In questo articolo non mi occuperò di mostrare i legami dell’ideologia vegetariana, vegana e animalista con diversi movimenti di matrice occultista, esoterica e neopagana, ma mi limiterò a mostrare gli errori di questo “nuovo” movimento ideologico e politico (sì, anche politico), essendo presenti tutt’ora nel Parlamento Italiano diversi sostenitori di queste bizzarre teorie “dirittanimaliste” (non citerò i loro nomi per pura decenza).

Per iniziare è bene confutare l’errore fondamentale alla base di questa ideologia: quello relativo all’anima degli animali.
«Le anime dei vegetali e degli animali non sussistono e non sono prodotte per se stesse o direttamente, ma soltanto come il principio per mezzo del quale il vivente esiste e vive. Siccome dipendono totalmente dalla materia, una volta distrutto il composto di corpo e anima vegetale o animale, ipso facto  anche esse scompaiono in maniera indiretta o per accidens e non per se»(S. Th., I, q. 75, a. 3; ivi, q. 90, a. 2; S. Cont. Gent., lib. II, cap. 80 e 82.).  Detto questo è necessario ricordare che per San Tommaso (e per la teologia cattolica) il termine “anima” non sta a significare necessariamente l’anima razionale (e cioè l’anima immortale, esclusivamente umana), infatti nel nostro caso ci si riferisce all’anima sensitiva e vegetativa e cioè all’anima dei vegetali e degli animali la quale consiste, semplicemente, nel primo principio che aggrega le forze materiali e dà loro la vita. Sappiamo bene che l’anima è principio sostanziale di vita (non solo accidentale) e di fatto il vivente senza un’anima non potrebbe vivere, tuttavia San Tommaso ci dice che l’anima vegetale o animale è “incompleta” e che sussiste esclusivamente in ragione del corpo, a differenza dell’anima umana che è spirituale e che è sussistente per se stessa, infatti, come sappiamo, se il corpo umano muore l’anima non cessa di esistere.
In definitiva però, è necessario notare che l’anima sensitiva e vegetativa non è pura materia, ma, piuttosto, una forza o un’energia, cioè un principio di vita che informa e governa il corpo degli animali (o la materia dei vegetali) facendoli vivere.  Parimenti ricordiamo che «Al contrario dell’anima vegetale e sensibile, l’anima umana è per sé sussistente. Essa viene creata da Dio quando il soggetto che la riceve è sufficientemente disposto ed allora può esservi infusa. Essa è per sua natura incorruttibile ed immortale» (S. Th., I, q. 75, a. 2; ivi, q. 90; ivi, q. 118; Q. disp. De Anima, a. 14; De Potentia, q. 3, a. 2; S. Cont. Gent., lib. II, cap. 83 ss.). Questo possiamo costatarlo, si dice infatti che “Agere sequitur esse” e se l’uomo agisce spiritualmente ciò significa che è spirituale dato che ogni facoltà è specificata dal proprio oggetto e dalle sue operazioni, quindi, se una determinata facoltà coglie un oggetto immateriale e spirituale è anch’essa a sua volta immateriale e spirituale perché è specificata dalle sue operazioni e dai suoi oggetti. Sappiamo che l’anima umana conosce razionalmente oggetti immateriali e spirituali, ne consegue, perciò, che anche essa debba essere spirituale e immateriale, altrimenti non potrebbe conoscerli, esattamente come non possono conoscerli gli animali e i vegetali.
Quindi, se l’animale non è dotato di un’anima razionale, e cioè immortale (come quella umana), l’uomo nei suoi confronti – a maggior ragione – non ha doveri (tantomeno giuridici) e l’animale non ha “diritti”. I doveri che l’uomo ha verso gli animali sono relativi al fine degli animali: il proprio nutrimento, l’aiuto nel lavoro e nelle altre mansioni (cfr: Genesi IX, 2-3)
Dopo aver confutato (in misura sufficiente, anche se potremmo portare ulteriori argomenti che però renderebbero questo articolo eccessivamente prolisso) l’errore relativo all’anima degli animali nelle teorie dei vegetariani/vegani sedicenti “cattolici” è chiaro a tutti che, per processione logica, l’animale in se non ha alcun diritto all’infuori del proprio fine, tuttavia, se ciò ad alcuni non bastasse, mi limiterò a riportare la rispettiva sanzione del Concilio di Braga (che, seppur non tra i concili ecumenici, esprime una dottrina da tutti accettata e, conseguentemente, una condanna), il quale decretò che«Se qualcuno reputa cibi immondi le carni, che Dio diede in uso agli uomini e, non per disciplina del suo corpo, ma perché li ritiene immondi, si astiene da essi in modo da non gustare neppure verdura cotta con la carne come dissero Manicheo e Priscilliano, sia anatema.» (Papa Giovanni III, Concilium Bragense I, 572).
Per concludere ricordiamo che «Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall’ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza. Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli e da quanti conoscono la verità. Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie, perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera.» (1Timoteo IV, 1-5)
Asteniamoci quindi dalle carni in attesa della Santa Pasqua e facciamo penitenza per riparare ai nostri peccati e a tutte le nostre iniquità, attendiamo che il Redentore risorga e gustiamo i frutti del Suo Santissimo Sacrificio attraverso la Santa Messa, accostiamoci ai Santi Misteri e depositiamo ai piedi del Signore Gesù Cristo tutte le nostre debolezze e le nostre imperfezioni, abbandoniamo gli idoli di questo mondo e tutti i loro superbi ed insensati diritti e combattiamo in favore dei Diritti di Dio insieme alla Santa Chiesa di Dio affinché in Cielo e in terra sia solo uno il grido: «Sanctus, sanctus, sanctus, Dominus Deus Sabaoth.»