martedì 26 gennaio 2016

IL SACCO DI VICENZA, NAPOLEONE DISTRUGGE MONASTERI E CONVENTI.

Fonte: http://venetostoria.com/

Riprendo da un articolo del Giornale di Vicenza, che parla della predazione di una miniatura in argento di valore inestimabile, da parte dell’armata di ladri napoleonica, di cui parlerò domani, che riproduceva la pianta di Vicenza. (NdR)

images (2)Il trasferimento degli oggetti direttamente alla proprietà definitiva della Repubblica francese fu immediato e condito da varie aggressioni, comprendendo terreni e case religiosi, ma più generalmente tutto ciò che era possibile depredare quanto a oggetti d’arte. I più colpiti furono oltre che la sede vescovile di Vicenza e tutte le parrocchie che detenevano misure anche minime di patrimonio artistico, alcuni obiettivi specifici che per la precisione e la sicurezza con cui vennero assaliti e spogliati di tutto sicuramente facevano parte di un’agenza specifica preparata in precedenza rispetto all’invasione della città.
Forse il caso più emblematico di tutta questa attività predatoria fu ad esempio quello dei conventi benedettini femminile e maschile: a San Felice il convento maschile fu assalito e praticamente cancellato per sempre dalla mappa dei riferimenti religiosi in città, mentre a San Pietro, dove c’era molto di più da depredare, e dove l’insediamento delle monache era molto più radicato e importante, i soldati francesi costrinsero le suore ad allontanarsi dalla loro sede per rinchiudersi nel loro altro insediamento di Grumolo, dove a partire dal loro arrivo in Italia al seguito dell’imperatore Corrado il Salico avevano realizzato in tre secoli una fiorente piantagione di riso che come noto dà ancora frutto ai coltivatori.
 
Uscite a forza le suore, la chiesa di San Pietro e tutti gli edifici che ne costituivano le pertinenze furono spogliati di tutto, tanto che ancora oggi, tutto quel che rimane di quel grande patrimonio, a parte muri, chiostro e qualche antico affresco, è una piccola collezione di alcuni capi d’abbigliamento d’epoca custodite nelle vetrine. Questa è la storia molto breve ma significativa, di quanto accadde allora e che fece però da premessa a questa realizzazione straordinaria degli argentieri vicentini.